Il Piccolo di Strehler in crisi?
IL Piccolo Teatro di Milano fondato da Giogio Strehler nel 1947, dopo 75 anni di attività è in crisi…..
Maria Catalano Fiore
Aria di crisi nel Teatro “Il Piccolo” di Milano, problemi con la Pandemia, la chiusura forzata e non solo. Le statistiche danno 10.015 spettatori, non sono pochi, ma per il Piccolo sì.
Chissà cosa ne penserebbe Giorgio Strehler il suo fondatore il 14 maggio 1947 con Paolo Grassi e Nina Vinchi, che ha diretto almeno metà degli spettacoli prodotti in teatro in 75 anni di attività. Il primo teatro stabile di prosa in Italia.
Per celebrare i 100 anni dalla nascita di Strehler, l’attuale Direzione del Teatro ha organizzato una serie di spettacoli, convegni, mostre e testimonianze, oltre 1,5 milioni di euro impegnati, mai recuperati. Certo gli spettacoli ed il resto si sono tenuti nel “Nuovo Piccolo”, in periferia, ma molto più grande. Qualcuno del Consiglio parla di: “Un Festival già partito in perdita, si è assistito a spettacoli di ricerca pensati per gli amici degli amici, ma che nulla avevano a che vedere con l’ampia dimensione culturale del Nuovo Piccolo”.
Il periodo non è certo felice e se la nuova programmazione non sarà pronta prima di settembre….. Quindi…..ci sarà un calo di prenotazioni e vendita di biglietti già in origine, a cui si devono sommare le “capienze ridotte” dal Covid.
Comunque secondo i lunghi rapporti degli Ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze è in atto tra assetto dei governatori, determinazione dei compensi, gestione finanziaria dell’Ente e gli affidamenti a incarichi esterni, una notevole fuga di denaro. Sembra seccato il presidente della Fondazione Salvatore Carrubba, Che secondo alcuni media avrebbe da spiegare un lievitare di stipendi con “Compensi di produttività” che restano in busta paga e dopo un po’ altri compensi extra.
Dalle nuove gestioni in poi nessuno ha verificato che sul Bilancio del Piccolo avrebbero pesato le aperture di Credito con le Banche Intesa San Paolo e Banco Bpm, senza che nessuno ne abbia verificato gli interessi o abbia confrontato le offerte di altri Istituti di Credito.
Da circa 20 anni ormai ( Strehler è morto nel 1997) gravitano intorno al Piccolo, spiega l’assessore alla Cultura della Regione Lombardia Stefano Bruno Galli, uno dei primi membri della Fondazione: “La relazione degli ispettori ministeriali solleva il coperchio su una questione quantomeno disinvolta, sulla quale incide molto la politica. La Pandemia ha solo dimostrato che senza gli aiuti pubblici ormai la Cultura non può più sopravvivere”.
Sta di fatto che lo scorso anno il Piccolo ha potuto contare su 2,2 milioni di euro erogati dalla Regione Lombardia a fronte di 4,3 milioni garantiti dal Comune ed altri 5 milioni arrivati dal Ministero della Cultura. Sono cifre importanti, ma….. al Presidente Salvatore Carrubba non è restata altro che una sospensione ed una indagine per cercare di tappare questo “colabrodo”. Per i primi di settembre si aspettano controdeduzioni da esperti della Presidenza.
Per superare questo impasse già all’epoca della nomina del nuovo Direttore, il Consiglio di amministrazione del Piccolo ha deliberato l’allargamento dell’assemblea ad altri due membri. Criticata da alcuni la mancata nomina di Antonio Calbi, di comprovata esperienza, e la scelta Claudio Longhi, che si dice suggerita dal Ministro per la Cultura Dario Franceschini di concerto con Beppe Sala attuale Sindaco di Milano. Sara così? Noi non lo sappiamo.
Un errore grossolano ed una imposizione che il Piccolo non meritava, sostiene una parte politica. “Il Piccolo faceva Teatro in una maniera tale che la gente avvertiva gli spettacoli come una esigenza, un bene essenziale. Oggi nessuno riscontra tutto ciò.” dichiara Calbi. E non è il massimo per un Ente che dalle contribuzioni pubbliche pur ricevendo circa 10 milioni di euro l’anno, più il botteghino e appare sempre indebitato.
Certo è che la campagna elettorale è entrata nel vivo, e la politica che nello spettacolo ha sempre e solo fatto disastri provando a lottizzarlo come fa in tutto il resto del Paese, oggi usa anche la cultura come arma di scontro. Tra nomine sbagliate e guerre sulla pelle dei Teatri di prosa, come musicali, povera Cultura!
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