Il Ratto … (dal Serraglio)
Da Roberto Fabbriciani la prima parte della sua riduzione del singspiel Il Ratto dal Serraglio di Wolfgang Amadeus Mozart,
Roberto Fabbriciani
Negli anni settanta, a Firenze, al teatro “Rondò di Bacco” di Palazzo Pitti, collaborai con il regista Pier’Alli e la straordinaria Gabriella Bartolomei alla realizzazione della musica in Winnie dello sguardo, tratto da Giorni Felici di S. Becket. Il testo, tradotto da Fruttero e Lucentini, era affidato alla voce di Gabriella in duo con il flauto.
Fu un grande successo in Italia e all’estero.
Nello stesso periodo realizzai alcune riduzioni di opere di teatro musicale per far conoscere ed avvicinare i giovani studenti al grande repertorio dell’opera in musica.
Questa mia idea fu apprezzata da varie scuole di diverso ordine e grado, dalle primarie ai licei.
Di seguito propongo la prima parte della mia riduzione del singspiel Il Ratto dal Serraglio di Wolfgang Amadeus Mozart, all’epoca prodotta dal Teatro La Fenice in collaborazione con la Regione Veneto per le scuole. (*Dep. SIAE, DOR).
Introduzione
Il lavoro è liberamente tratto dal singspiel “Il Ratto dal Serraglio” (1782), opera in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Gottlieb Stephanie il Giovane rielaborato da una commedia di Christoph Friedrich Bretzner. Le musiche sono tratte da un’edizione ridotta dell’epoca.
L’azione teatrale si svolge in casa del signor Elio, nel suo salotto.
La scena è introdotta da un prologo in cui un tale, il signor Elio, è afflitto, nella sua casa, dalla presenza di un topo.
Il vorace animaletto gli rosicchia ogni cosa e il signore è costretto a chiamare il derattizzatore.
Arriva il derattizzatore-musicista che, a suon di musica, si adopera per risolvere il problema “topo”.
Mentre il musicista “agisce”, viene intrattenuto dal padrone di casa che racconta amabilmente una favola.
Durante i brani musicali il signor Elio si muove sulla scena con movimenti propri in casa propria … pulisce e ordina gli oggetti, rattoppa i danni causati dal topo, prepara il tè, cerca di scovare il ratto, esce e rientra sempre indaffarato …
Lieto fine, come nell’originale singspiel mozartiano, con serena soddisfazione del padrone di casa che accenna alla potenza liberatrice della musica.
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Il Ratto … (dal Serraglio)
(*Ideazione e libero racconto di Roberto Fabbriciani)
Personaggi e interpreti
Signor Elio, Selim Pascià, Osmino, Belmonte, Costanza, Blonde
Flautista-derattizzatore
Pianista
(1a parte)
(Elio, nel suo salotto parla con se stesso)
Topo! Topino dove sei? … vieni da me tesorino … topino …!!?
Da mesi questo animaletto, questo diavoletto si sta divorando tutta la mia dispensa (biscotti, pasta, formaggi, salami …) si sta rosicchiando i miei libri preziosi, … le mie scarpe … una vera catastrofe!!
Lo sento, sento il rumore dei suoi dentini, il suo squittire insolente, i suoi passetti veloci, intravedo la sua coda spuntare dietro a un mobile ma non riesco a catturarlo! Non riesco a liberarmi da questo ratto funesto …
Dovrò chiamare il derattizzatore …
(Suona il campanello ed entra un signore vestito con tuta da lavoro e con la valigetta degli strumenti …)
E tu chi sei?
Ah, certo! Il derattizzatore. Già qua, splendido! Vieni avanti caro, ti prego accomodati e … fai presto.
Affila i tuoi arnesi!
(Il derattizzatore apre la valigetta e monta con enfasi gli strumenti … musicali)
Ma quello non è una fiocina, non è uno spruzzatore per gas venefici, quello è uno strumento musicale … un piffero!!
(Il musicista-derattizzatore fa vistosamente cenno di no)
E’ vero non è un piffero, è un flauto.
(Il musicista-derattizzatore accenna l’Aria “Qui dovrei vedere”)
Ah, ho capito vuoi fare come il mitico pifferaio di Hamelin, vuoi liberarmi da questo ratto con la musica. Che idea geniale! Niente veleni, niente gas puzzolenti solo l’ammaliante ed irresistibile potere della musica.
Topo!? Topino vieni qua, fatti avanti senti che melodia.
Quel ratto non soggiornerà ancora a lungo nella mia casa …
(Ma il topo non si trova … Il musicista-derattizzatore ha fatto il lavoro e va via … ma il signor Elio, non convinto dell’operazione compiuta, lo costringe a rimanere lì)
Ma … a proposito di ratto … ratto … rat … mi sembra di ricordare qualcosa … ma si una favola.
Ebbene caro amico, nell’attesa di stanare il roditore, ti racconterò una storia, una fiaba da mille e una notte piena di frizzi, lazzi e turcherie. E’ la storia di un amore sublime, caldo e appassionato che vinse ogni asprezza, trionfando sulla malvagità: “Il Ratto dal Serraglio”, opera in tre atti di Wolfang Amadeus Mozart su libretto di Gottlieb Stephanie il Giovane.
(Elio fa un cenno al musicista-derattizzatore il quale, con un gesto, conferma di conoscere l’opera ed esce di scena)
(Musica – “Ouverture”)
In una piazza davanti al mio palazzo, il palazzo di Selim Pascià, in Turchia il giovane Belmonte è angosciato.
La sua promessa sposa, la bella Costanza, è stata rapita dai turchi e venduta come schiava a Selim Pascià insieme alla sua cameriera Blonde e al servo Pedrillo, fidanzato di Blonde.
Belmonte è venuto in Turchia per cercare Costanza e per liberare i tre malcapitati. Lui è un vero gentlemen … portoghese. Ama sinceramente Costanza, è molto attratto dalle grazie di costei, ma la rispetta e soprattutto spera che Costanza le sia fedele e non ceda al Pascià.
(Elio sostituisce il turbante di Selim Pascià con il cappello piumato da nobile di Belmonte)
Costanza, Costanza ritorno a vederti!
“Qui finalmente ti rivedrò
Costanza, mia gioia!
Cielo, esaudisci il mio desiderio,
ridammi la pace!
O amore, ho patito
troppe sofferenze.
Ora assicurami la gioia
e fammi raggiungere il mio scopo.
Ah! Quanto ansioso son giammai! Come batte questo cor!
Dalla gioia il dolce pianto ricompensa il mio dolor!
Già tremo, vacillo, già tremo, m’arresto, già il sen maggior si fa.
E’ il suo accento? Oppresso mi trovo. E’ il suo lamento?
Qual pena mai provo! Come batte questo cor!”
(Musica – “Quanto ansioso son giammai”)
(Elio si mette il turbante di Selim Pascià)
Di fronte al palazzo del Pascià, Belmonte pregusta l’idea di rivedere Costanza e chiede ad un vecchio che raccoglie fichi se quello sia veramente il palazzo del Pascià Selim.
Il vecchio è Osmino, il guardiano del Serraglio del Pascià. E’ burbero, scontroso con tutti, diffidente verso tutti gli stranieri, ed in più è innamorato di Blonde, ancella di Costanza.
Osmino indica che quella è la casa del Pascià Selim
ma tratta male Belmonte.
(Elio si mette il fez)
“Fila via di qua, non vogliamo
qui gente della tua specie.”
(Elio si toglie il fez)
Quando Belmonte gli chiede se conosce un certo Pedrillo
Osmino manifesta la sua avversione per quell’individuo:
(Elio si mette il fez)
“Quel mascalzone al quale mi piacerebbe tirare il collo,
lo impalerei su un badile, lo farei volentieri arrosto per oggi,
La sua testa dovrebbe essere infilzata su una picca rovente.
Ah, che questi avventurieri,
che alle donne han i pensieri,
non vorrei certo soffrir!
Giacchè tutto il lor oprare
è sol per insidiare, però non m’ingannerà.”
(Elio canta l’Aria di Osmino “Ah, che questi avventurieri”)
(Elio si mette il turbante di Selim Pascià)
Belmonte se ne va pensieroso e preoccupato. Cerca di escogitare un piano per entrare nel palazzo e liberare la sua Costanza.
Arriva Pedrillo, servitore di Belmonte e amante di Blonde, e chiede a Osmino il motivo della sua avversione verso quello straniero. Osmino, verde di rabbia, spiega il suo livore verso tutti gli uomini occidentali poiché questi non sanno trattare le donne.
(Elio si mette il fez)
Le donne vanno comandate … vanno pesantemente guidate, non certo lasciate libere di scegliere e di fare … imprecando cose turche Osmino si allontana.
(Elio si mette il turbante di Selim Pascià)
Ecco allora che Pedrillo e Belmonte s’incontrano.
“Pedrillo, mio buon Pedrillo!” dice Belmonte
“Mio caro signore! E` possibile? Siete realmente
voi? Brava, Signora Fortuna, brava: questo sì che
si chiama mantenere la parola! Ormai disperavo
che una delle mie lettere vi avesse raggiunto.
Da quel terribile giorno in cui la sorte ci ha giocato un tiro così
odioso e fece catturare la nostra nave dai pirati,
abbiamo sperimentato avversità di ogni genere.
Per fortuna è successo che il Pascià Selim ci ha
comprati tutti e tre: cioè la vostra Costanza, la mia
Blonde e me. Egli ci ha portato qui nella sua casa
e Donna Costanza è diventata la sua favorita.
Eppure il Pascià ha tanta delicatezza da
non forzare alcuna delle sue donne ad amarlo,
Costanza non accetta le sue avances ed egli sta ancora recitando la parte dell’innamorato respinto.”
Il piano di Pedrillo è di presentare Belmonte al Pascià come architetto in modo che gli sia concesso l’ingresso a palazzo.
“Innalzate canzoni al nostro grande Pascià,
acclamatelo con alte voci;
e che la spiaggia risuoni
delle vostre gioiose canzoni.”
(Musica – “Coro dei Giannizzeri”)
Son Selim Pascià e sono molto innamorato della bella Costanza, la desidero con ardore ma non voglio averla a forza, come qui è costume. Voglio amarla veramente, voglio conquistarne i sentimenti e cancellare dal soave suo volto il velo di tristezza che l’affligge.
“Sempre così triste, amata Costanza? sempre in
lagrime? – Guarda questo bel mare, questa splendida
regione, questa incantevole musica, il mio
tenero amore per te – dimmi, nulla ti può dar pace,
nulla può muovere il tuo cuore? Tu sai che io potrei
comandarti, trattarti duramente, forzarti.
Ma no, Costanza, io voglio che sia tu stessa a
donarmi il tuo cuore, spontaneamente!”
(Elio indossa la parrucca mora di Costanza)
Costanza è un’avvenente spagnola di cui facilmente gli uomini s’innamorano. E’ sinceramente innamorata di Belmonte, il suo animo gentile duole al ricordo del perduto amore e trema per l’incerto avvenire.
“Perdona Selim,
ero innamorata, e così felice,
senza conoscere nulla delle pene d’amore;
ho giurato di essere fedele al mio benamato
e di donargli tutto il mio cuore.
Ma come è svanita in fretta la mia gioia;
la separazione fu la mia triste sorte;
e ora i miei occhi sono gonfi di lagrime,
il dolore alberga nel mio petto.”
(Musica – “Ah, che amando era felice”)
(Elio toglie la parrucca mora)
E’ a questo punto che Pedrillo presenta Belmonte a Selim Pascià come architetto ottenendo per lui il permesso di entrare a palazzo.
(Musica – “Terzetto”)
(Fine della 1a parte)
(*Dep. SIAE, DOR)
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