In Trentino, ha votato solo il 58,3% degli elettori
Calo sensibile di oltre sei punti rispetto a cinque anni fa.
Gianvito Pugliese
Il Trentino conta 441.510 aventi diritto al voto alle elezioni provinciali dove, nonostante gli accorati appelli al voto, ripetuti fino all’ossesso, partito di maggioranza relativo è stato (come nel resto del Paese) quello dell’astensione. L’affluenza alle urne alle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale e del presidente della Provincia non è riuscita ad andare oltre un modesto 58,39%, a prima vista non malissimo considerando i dati nazionali, ma approfondendo disastrosa, avendo perso 6 punti rispetto alle elezioni provinciali del 2018 che vide andare al voto il 64,05% degli aventi diritto.
Il quotidiano la Stampa, che la direzione di Massimo Giannini ha reso ancor più sensibile ai fatti politici del Paese, ha analizzato fin nei minimi dettagli il dato dell’affluenza, cartina di tornasole per misurare la fiducia dei cittadini nella politica. L’esame dettagliato sull’affluenza effettuato del prestigioso quotidiano evidenzia che “Maglia nera Riva del Garda con l’affluenza al 47 per cento mentre Castel Condino, con il 79,02%, è risultato il comune più virtuoso. A picco l’affluenza anche nei comuni più popolosi. Trento si è fermato al 57,2 per cento contro il 64,7 del 2018, Rovereto ha fatto segnare il 56,21 per centro conto il 60 per cento di 5 anni fa, a Pergine è andato a votare il 59,4 per cento degli aventi diritto contro il 64,9 per cento del 2018. Arco, infine, ha fatto registrare il 49,5 per cento di affluenza rispetto al 57,6 per cento del 2018“.
Un dato quest’ultimo che fa riflettere e porta a concludere che la politica, sia pure molto ridimenzionata, è ancora sentita nei piccoli centri urbani, oggettivamente arretrati economicamente e socialmente rispetto ai maggiori centri, nei quali ultimi la disaffezione ha raggiunto livelli davvero molto più preoccupanti, ai limiti della tenuta democratica.
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