La cucina economica
Nel prossimo periodo di austerity che si preannuncia, forse ci possono servire piccoli accorgimenti per risparmiare gas anche in cucina.
Nonna Camilla
Signori miei, purtroppo, tra non molto, e gli effetti si sentono già, subiremo grosse restrizioni economiche. Dovremo limitare i consumi energetici, reimparare l’arte del risparmio e dell’economia. Sacrifici si, ma soprattutto dobbiamo reimparare a non sprecare, per noi stessi, sia la corrente elettrica, che regna nelle nostre case sin nel più piccolo utensile, sia il gas da riscaldamento o per cucinare.
Per cucinare bastano piccole accortezze, che le nostre nonne e mamme hanno sempre utilizzato, sfruttare varie fonti di calore per riscaldare pietanze, cuocere legumi, riscaldare acqua ecc… Usare meno il forno. Si può cuocere anche senza o utilizzarlo per più cose, o per maggiori quantità, da consumare in più giorni o occasioni.
Vi ricordate le belle cucine economiche di una volta? Le abbiamo considerate antiquate, quasi vituperate, eliminate.
Cucine che fungevano da riscaldamento e con la stessa energia cuocevano i nostri pasti giornalieri. Certo non tutti abbiamo attualmente una canna fumaria, e neppure ce ne concederebbero il permesso di istallazione, ma sino a poco tempo fa era presente in ogni casa costruita sino agli anni 50. Cucine realizzate in muratura e funzionanti a legna o a carbone, ed esistevano ancora i rivenditori di carbone. Presenti anche nei condomini, dove convogliavano tutte in una larga canna fumaria. In seguito, nonostante le restrizioni degli anni 70, abbiamo lasciato largo alle cucine ad induzione, senza dubbio, più moderne e funzionali.
Triste constatazione è che non abbiamo imparato niente né dal passato, né dalle passate restrizioni economiche. Però le grandi ditte produttrici di cucine ci hanno pensato e, oltre a fuochi di induzione hanno progettato anche l’inserimento, dove possibile, di una cucina a legna o carbone adatta comunque per arrosti di carne o di pesce.
Una soluzione geniale applicata soprattutto nel Nord Europa o Italia da chi ha una casa indipendente, quindi possibilità di installare la canna fumaria.
Oltre a questa osservazione, vi sono tanti modi di cucinare, in modo ottimale, senza spreco di gas. Man mano che andremo avanti vi proporrò varie ricette, tradizionali, un po’ come ho sempre fatto, ma che o non richiedono cottura, o hanno una cottura breve, o con le quali, comunque, si può economizzare.
Esistono, da sempre, piccoli accorgimenti per cuocere la pasta, ad esempio: portare l’acqua ad ebollizione, calare la pasta e dopo spegnere. L’acqua, per un principio fisico, continuerà a bollire, ma noi avremo consumato la metà del gas. Se ci fate caso, amiche pasticciere, quando si prepara una crema ed il latte va in ebollizione, bisogna subito spegnere il gas e spostare la pentola e continuare a girare, poiché il latte continua a bollire e la crema si può attaccare sul fondo o formare dei grumi, quindi i liquidi continuano la loro ebollizione anche a fiamma spenta.
Ci sono poi vari strumenti che completano le nostre pentole: ad esempio i separatori, con una spesa di pochi euro si possono comprare dei cestelli, che separando vari tipi di pasta o di verdure, ci permettono di economizzare, tre tipi di cibo, in un sola bollitura.
E non solo, per single o per famiglie composte da due o tre persone ci sono dei cestelli sgocciolatoi che agevolano molto la cottura di qualsiasi cibo, evitano l’uso di grandi pentole, e di conseguenza, meno acqua da portare ad ebollizione, meno gas da utilizzare.
Un discorso da affrontare è anche il riutilizzo del pane. Sprecare o buttare il pane raffermo era impensabile per i nostri nonni o genitori. Il pane “vecchio” era utilizzato in mille modi, “pucciato” nel caffè latte al mattino, per colazione, pane olio e sale o pane e pomodoro per merenda, per i più golosi pane e zucchero; per non parlare de pane bagnato da aggiungere al macinato per le polpette (metà carne e metà pane) molto più buone morbide, aromatizzate a dovere, e quindi anche un conseguente risparmio sul costo della carne, le famose “polpette della nonna” , o il ripieno per seppie, peperoni, melanzane o altro, non da ultimo farne pan grattato per diversi usi.
Per fare delle ottime bruschette, se non abbiamo il camino, non è indispensabile il forno, possiamo optare per un’ottima “cialledda” , o pane condito, semplicemente inumidito e condito, tutto indiscutibilmente crudo.
Consideriamo anche di acquistare solo il quantitativo di pane che ci serve realmente, e di usare anche del pane casereccio o “cafone” a più lunga conservazione oltre che avere sempre in casa le prelibate “friselle” pugliesi.
Per quanto riguarda i legumi, poi, o riprendiamo l’antico uso della “pignatta” di creta, vicino fonti di calore, una cottura senza fretta o adattiamoci a legumi in scatola, vi sono ottime marche e prodotti, uso di gas minimo per riscaldarli e insaporirli a nostro gusto.
Tantissime sono le ricette della cucina povera o rurale, alcune ve le ho già trasmesse, in questa mia rubrica, di molte altre parlerò ancora. Se si vuole si riesce a risparmiare, tanti lo fanno da tempo…
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