La propaganda di Regime
Quando un cuoco ed un padrone di mercenari s’inventa comunicatore parla solo agl’imbecilli. In foto di copertina uno dei palazzi di Prigozin a San Pietroburgo
#Daisocial
Non solo notizie chiaramente inventate senza uno straccio di prova, salvo fornire all’Occidente la prova provata che le sanzioni fanno male e pure molto ad una Russia allo stremo, che cerca in qualunque modo (spesso patetico) di far venir meno. Evgenij Viktorovič Prigožin, come da nostro editoriale del 21 novembre che analizza attentamente la cosìddetta propaganda del Cremlino, ne è il vero responsabile. Analisi della “propaganda del Regime russo, che poi non viene da Mosca, ma da San Pietroburgo, dal palazzo fortezza di Prigozhin, meglio noto come “il cuoco di Putin” che in Russia gestisce qualunque fornitura alimentare pubblica, è proprietario del famigerato gruppo mercenario-criminale Wagner (ora in Ucraina, ma normalmente operativo in Africa), e -aspetto meno noto- gestisce l’intera propaganda di Putin, dal sistema dei bot, all’indirizzo ad agenzie di stampa, giornali e televisioni, necessariamente filo Putin -diversamente chiuse- e finanche le dichiarazioni di Peskov, portavoce ufficiale del Cremlino, alias di Putin, o della Zakarova portavoce del Ministero degli Esteri, ovvero di Lavrov“.
Una propaganda indirizzata contemporaneamente al basso ceto russo, prevalentemente ai contadini, inebetiti da decine di anni della diffusione del pensiero unico, quello del dittatore, e all’estero per acchiappare alla propria causa qualche negazionista di mestiere o vocazione e dare il la ai diversi prezzolati sul foglio paga dei successori dell’ex Kgb.
Da ridere, farebbe tenerezza per l’ingenuità e la mancanza di professionalità, se non facesse rabbia per i contenuti, il tono e la velocità con cui la donna di colore parla. manifestando chiaramente che o legge dal gobbo o ha imparato a memoria la lezioncina impartita.
Ringraziamo Stronza SpuntaBlu @Sronza per averci sulla traccia di quella che lei definisce chiaramente e generosamente “una minchiata”,
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