La Quadriennale va “Fuori”
Titolo della quadriennale 2020, Fuori, un fuori alla ricerca di nuovi talenti
Maria Catalano Fiore
Non c’è da preoccuparsi la Quadriennale di Roma, istituita dal 1927, non lascia le stupende sale al primo piano del Palazzo delle Esposizioni di Roma.
La Quadriennale romana è, infatti, l’Istituzione Nazionale che ha il compito di Promuovere l’Arte Contemporanea in Italia. Ogni 4 anni documenta gli avvenimenti più attuali.
La Quadriennale romana è una Fondazione partecipata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Comune di Roma, la Regione Lazio e vari ed eventuali sponsor. Voluta ed ospitata in un Palazzo dallo stile fortemente celebrativo, nasce con la prima edizione del 1927, continua come mostra periodica, diventa Ente nel 1937.
Curatori di questa edizione Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol che ci hanno creduto sino in fondo. Altrove hanno gettato la spugna, qui si prova ad insistere e resistere. La mostra resterà aperta sino al 17 gennaio, ma c’è da augurarsi che venga prorogata per permettere ulteriori visite, ed introiti.
Il costo dell’operazione è infatti di un milione ed ottocentomila euro coperto per il 55% dal Mibact, il restante 45% da due banche, qualche sponsor e, ovviamente biglietti d’ingresso. Ma la Quadriennale non fa un passo indietro e conferma le sue date storiche.
“Nonostante la messa in dubbio data dall’emergenza, questo grande passo nel panorama dell’Arte contemporanea non si può fermare” dichiara il Presidente Umberto Groppi in conferenza stampa.
“La Quadriennale è un lungo viaggio per regioni e gallerie alla scoperta di artisti ed opere italiane degne di nota“. “Questa edizione è diversa dalle precedenti poiché molto articolata e con decine di artisti giovani che hanno dimostrato una grande energia” commenta Franco Bernabè, oggi Presidente Onorario.
Si intitola FUORI. Fuori le tematiche in mostra, Fuori uscite dal recinto delle piccole mostre locali, sdoganatevi. Fuori apritevi verso il pubblico, ma soprattutto, artisti, andate oltre le restrizioni fisiche e mentali che ci hanno condizionato in questo ultimo anno così doloroso. FUORI è la vera prima mostra italiana a questo livello.
Le opere: più di 300 appartenenti a circa 40 artisti, una buona metà donne, ma l’esposizione non è disordinata ma sistemata in sale personali, realizzate in cartongesso da Alessandro Bava, ordinate in modo da permettere di comprendere le opere ed i personaggi. FUORI anche come “gender”, come professavano i movimenti omosessuali degli anni 70.
Una mostra che ha questo FUORI già come asse portante dal piano terra, occupato prevalentemente da artiste donne, vere scoperte come la scultrice lombarda Lydia Silvestri, che pur riprendendo lo scultore toscano del 900 (1901-1980) Marino Marini e lo scultore rumeno Costantin Bràncusi sembra anticipare di trent’anni la britannica Sarah Lucas. O le fotografie di Lisetta Carmi scatti eseguiti presso il Cimitero monumentale di Stalieno a Genova in cui le statue, mute, sembrano parlare.
Elemento interessante è che l’Arte contemporanea è un ibrido a cui partecipano il Teatro, la Musica, La Scenografia, la Fotografia, Performance. Ed ecco le performance di Monica Bonvicini, come questa ” Give Me the Pleausure (2019) eseguita presso la Gallerie Peter Kilchmann a Zurigo
Tra tutte ci stupiscono le opere realizzate da Maurizio Vetrugno, dei ricami in seta eseguiti a mano su tela.
Tra le mostre collaterali ” Domani qui oggi”, curata da Ilaria Di Gianni e dedicata al Premio AccadeMibact, promosso dal Ministero per i Beni Culturali. Il Premio intende promuovere le nuove leve artistiche italiane e conoscerne il lavoro. 10 saranno i vincitori, selezionati tra gli 89 candidati proposti dalle 23 Accademie italiane.
Questa edizione 2020 sarà accompagnata da un catalogo edito dalla Treccani.
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