La riqualificazione della ex I.L.V.A.
Taranto come la Ruhr
Rocco michele Renna
Riceviamo dal candidato Michele Ladisa questo volantino e volentieri pubblichiamo:
Di questa acciaieria ne abbiamo le tasche piene: l’ILVA di Taranto è una delle pagine più buie del nostro Paese. L’inquinamento a Taranto ha causato tumori ed altre malattie. È un vero e proprio disastro ambientale. Sono ormai decenni che si continua ad inquinare, anche dopo il sequestro del sito industriale nel 2012.
Questo a causa del falso problema della scelta tra tutela dell’ambiente e tutela del lavoro. In realtà più volte i giudici hanno sottolineato come l’azienda abbia portato avanti soltanto l’idea del profitto, nonostante da tempo conoscesse i pericoli legati alla produzione dell’acciaio con quel tipo di processo e di attrezzature utilizzate.
Il dramma dell’ILVA di Taranto non ha risparmiato i bambini. Anche loro sono stati colpiti duramente.
Una possibile soluzione? Il caso del bacino della Ruhr: la condizione del bacino della Ruhr in Germania, negli anni ’70 e ’80, era simile a quella che oggi vivono i territori intorno a Taranto e nella Valle del Sacco, nel Lazio, a causa di una scellerata politica industriale che non ha mai pensato alla salvaguardia di ambiente e territorio.
Il bacino della Ruhr, un tempo uno dei più importanti poli produttivi d’Europa, specializzato nell’attività estrattiva e in quella siderurgica, è stato protagonista di un rivoluzionario progetto di riqualificazione attraverso interventi di bonifica e rinaturalizzazione.
La sua riqualificazione, unica al mondo, ha comportato la realizzazione di un grande parco, possibile anche grazie alla tradizione tedesca che ritiene le aree verdi importanti infrastrutture, necessarie per lo sviluppo urbano.
Tra il 1991 e il 1999 venne realizzato il parco regionale dell’Emscher, enorme area verde di oltre 320 chilometri quadrati, distribuita lungo gli 800 chilometri quadrati del territorio fluviale dell’Emscher, che connette diciassette comuni ed è attraversata da sentieri e piste ciclabili.
Il progetto, oltre a migliorare la qualità dell’ambiente, ha contribuito a rilanciare l’economia locale, creando circa 5mila nuovi posti di lavoro e contrastando lo spopolamento dell’area, evidenziando come un ecosistema sano influenzi positivamente tutti gli aspetti della vita dei cittadini e la riqualificazione ambientale non comporti “solo” benefici ecologici.
Taranto come la Ruhr? L’area dell’Ilva, come la Ruhr, va convertita e riqualificata, migliorando la qualità dell’ambiente e nel contempo gli aspetti della vita dei Tarantini, a livello sociale, economico e salutistico.
Infatti i musei, i centri di ritrovo per giovani e per anziani, i parchi attrezzati e aree verdi, le scuole, i centri di formazione e di ricerca volti alle energie rinnovabili e al riciclo di materiali derivanti dai rifiuti solidi urbani e ai biogas, le biblioteche e le sale lettura, sale congressi, aree per il ristoro, centri sportivi, cinema, teatri, centri d’arte diffusi (ad esempio i murali) sono sicuramente opere necessarie al recupero dell’ambiente ecologico e sociale di tutta l’area comunale e provinciale.
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