La scuola post lockdown
Il covid ha congelato l’istruzione? Come cominciare il nuovo anno scolastico? Ne parliamo con un’ insegnante ed una dirigente scolastica.
Cinzia Montedoro
“Siamo al lavoro da mesi per il rientro a scuola di tutte le studentesse e di tutti gli studenti. È una priorità assoluta del Governo perché è una priorità di tutto il Paese. Dal primo settembre le scuole apriranno per chi è rimasto più indietro. Dal 14 riprenderanno ufficialmente le lezioni. La scuola ha dato tanto nei mesi più duri dell’emergenza, ora servono responsabilità e consapevolezza da parte di tutti. Dobbiamo rispettare le norme di sicurezza ogni giorno. Dobbiamo tutelare la nostra salute e quella degli altri. È importante farlo per non disperdere i sacrifici di questi mesi. Le scuole non vanno solo riaperte, dobbiamo fare in modo che poi non richiudano. E serve la collaborazione di tutti”.
A spiegarlo è la ministra Azzolina dalle sue pagine social, un messaggio che si aggiunge alle tante interviste fatte in questi giorni dalla stessa, il messaggio è chiaro: maggiore consapevolezza e sicurezza, il lockdown con la chiusura delle scuole ha colto tutti impreparati, adesso però ci sarebbero più strumenti, qualora si riverificasse una chiusura. Occhi puntati, dunque, sulla riapertura degli istituti scolastici: in Puglia si parte il 24 settembre, dieci giorni dopo la data indicata dalla ministra Lucia Azzolina, poiché le elezioni regionali dovrebbero essere indette per il 20 e 21, per chiudere l’11 giugno 2021. dopo 202 giorni di lezione.
Facciamo un passo indietro di qualche mese e parliamo di didattica a distanza, la famosa (Dad), strumento che ha trascinato con se la parziale scomparsa di ogni supporto fisico, nonché materiale: fogli, penne, quaderni, sostituiti da una riproduzione di questi in formato digitale, congelando in tal modo l’istruzione in presenza, fondata sulle relazioni e il confronto, e che oggettivamente non può essere coltivata, per un lungo periodo, a distanza. Gli alunni hanno dimostrato in questi mesi un grande senso di responsabilità, le video lezioni hanno alleggerito il senso di smarrimento dei ragazzi, una classe smembrata, dopo solo quattro mesi di lezione, in presenza ha sicuramente lasciato un senso di disorientamento; agli insegnati e agli alunni va il merito di aver affrontato con umiltà il “mettersi in gioco” in un campo quasi totalmente nuovo.
E’ inevitabile un rovescio della medaglia, un buco nero nel percorso formativo di molti bambini/ragazzi, che dopo la DaD hanno deciso di appendere il “PC al chiodo”, se non per giocarci. A tal proposito abbiamo chiesto ad alcune mamme se in questi mesi di vacanza hanno provato a fare riprendere in mano carta, penna e magari un libro ai propri bambini, la risposta è stata “NI”. In altre parole, ai tentativi di riprendere i famosi compiti per le vacanze, molte hanno espresso il dovere di ricominciare con calma i primi di settembre. Paradossalmente, chi invece ha iniziato a far “lavorare” i propri pargoli ha riscontrato grandi difficoltà, soprattutto, per i più piccoli, alcuni dei quali hanno “rimosso” anche la scrittura in corsivo o semplici calcoli in colonna.
Ne parliamo con le insegnati: Giulia Lamanuzzi , docente di Scuola Primaria del plesso via Fani a Bisceglie e la Dirigente Scolastica del II Circolo Didattico di Terlizzi,”San Giovanni Bosco”, professoressa Clara Peruzzi.
Chiediamo all’insegnate Giulia Lamanuzzi:
- Parliamo del rientro a scuola: bambini ormai in preda agli smartphone, tablet e molto altro, diventano sempre più svogliati e apatici, cosa fare. quindi. per aiutarli a riprendere un buon libro in mano?
“In questi ultimi mesi la lontananza fisica dall’ambiente scolastico, che ha visto gli alunni legati da un fil rouge allo schermo di un PC, ha determinato apprendimenti non sempre radicati, in molti studenti. Questo è un dato di cui ogni docente è consapevole, in quanto ognuno di noi sa che l’immane produzione di materiali didattici multimediali degli ultimi mesi dell’anno scolastico, non sempre ha raggiunto tutti gli alunni e, soprattutto, non tutti nello stesso modo; ovviamente non mi riferisco alla mancanza di devices (che per altro le scuole hanno cercato di fornire) o di connessione, quanto all’acquisizione di vere e proprie competenze.
Molto è dipeso dalla buona volontà di ognuno, dalla possibilità e dalla capacità dei genitori di seguire i propri figli, soprattutto più piccoli, nella DAD, dal fatto che la DAD stessa non consente un’individualizzazione degli apprendimenti. Ne deriva che l’apatia che alcuni genitori lamentano nei propri ragazzi potrà essere superata solo con un ritorno a scuola in presenza, dove la motivazione ad apprendere sarà sostenuta dalle metodologie didattiche che ogni insegnante competente saprà mettere in atto, partendo dal cooperative learning, al tutoring, fino al peer to peer. Sicuramente saranno verificati in presenza tutti gli apprendimenti già affrontati durante la DAD, per essere sicuri che siano stati acquisiti da tutti e che si siano raggiunte le stesse competenze”.
- Alcuni genitori ci spiegano le difficoltà, per i più piccoli, nel ricordare la grafia in corsivo, poiché hanno “lasciato” la scuola nel pieno delle loro attività di costruzione della scrittura.
“Alla ripresa i ragazzi tutti richiederanno maggiori attenzioni, che avremmo potuto dar loro in misura adeguata se fosse stata modificata le legge che riguarda la formazione delle classi, cioè la legge 133/2008, da cui derivarono all’epoca il piano programmatico Tremonti-Gelmini e il DPR 81/2009 sui parametri per la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado. Attualmente queste norme sono ancora in vigore, per cui bisognerà attenersi anche alle linee guida del CTS di questi ultimi mesi, per quanto riguarda le norme sul distanziamento e l’organizzazione che ciascuna scuola si darà in virtù dell’autonomia scolastica, considerati gli spazi e il personale docente/ ATA a disposizione. Sicuramente ci aspetta un anno scolastico molto impegnativo in cui ci si auspica un forte senso di responsabilità da parte di tutti. Se ognuno si atterrà alle linee guida ministeriali che i mezzi di informazione stanno divulgando (dalla misurazione della temperatura a casa, all’uso dei DPI) dovremmo essere in grado di gestire la situazione nei limiti del possibile. Da un punto di vista didattico, inoltre. non va dimenticato che alla fine dello scorso anno scolastico, le scuole hanno predisposto due nuovi documenti : il PIA, cioè il Piano di Integrazione degli Apprendimenti, in cui il docente precisa la parte del programma che non ha potuto svolgere e il PAI, ossia il Piano di Apprendimento Individualizzato, cioè le parti in cui alunne e alunni più deboli e carenti, potranno svolgere nei corsi di recupero da settembre a partire dal primo settembre”.
- Quali sono le linee guida per il rientro a scuola degli alunni con BES o DSA?
Per quanto riguarda gli alunni con BES, le linee guida del 26 giugno non modificano la normativa già esistente. Per cui, fermo restando che ognuno di loro è seguito individualmente nella propria scuola con documenti programmatici quali sono i PEI e i PDP, non ci sono sostanziali modifica se non fosse la precisazione che a questi alunni, in particolare a quelli con disabilità, va garantita in via prioritaria la didattica in presenza. Cito testualmente: “Inoltre non sono soggetti all’obbligo di utilizzo della mascherina gli studenti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina. Per l’assistenza di studenti con disabilità certificata, non essendo sempre possibile garantire il distanziamento fisico dallo studente, potrà essere previsto per il personale l’utilizzo di ulteriori dispositivi. Nello specifico in questi casi il lavoratore potrà usare unitamente alla mascherina chirurgica, fatto salvo i casi sopra menzionati, guanti in nitrile e dispositivi di protezione per occhi, viso e mucose. Nell’applicazione delle misure di prevenzione e protezione si dovrà necessariamente tener conto delle diverse disabilità presenti”.
Anche in questi casi sarà responsabilità del team docente predisporre attività strutturate sulla base di metodologie didattiche adeguate a ciascun alunno BES da considerarsi non come una monade isolata, ma come elemento caratterizzante un gruppo classe.
La DaD è stata legata ad una situazione di contingenza, per cui diversamente non si sarebbe potuto fare, ma non dimentichiamoci che la scuola che forma le nuove generazioni non può essere a distanza perchè nella scuola gli apprendimenti si organizzano sulla base di metodologie didattiche calibrate sulle diverse situazioni e che la didattica è una scienza del corpo a corpo, dell’imparare stando insieme. A tal proposito mi piace citare un articolo della rivista on line Roars.it del 17/07/2020 dal titolo “L’unica scuola è in presenza”- ”Che cosa si può ritenere che venga perso, e cosa venga guadagnato, con un insegnamento non in presenza? La differenza vera, che i mezzi di comunicazione a distanza non possono colmare, è il fatto che un gruppo di esseri umani si trova insieme ad abitare uno spazio comune, un luogo. Quel luogo non è infinito, e non è riducibile ad altri luoghi. E’ qui ed ora, irripetibile, ma tuttavia eterno. Un luogo destinato allo scambio di parole, che produce un passaggio di conoscenze, di esperienze, di saperi. In questo luogo saranno bene accetti tutti gli strumenti tecnologici più sofisticati. Ma il punto fondamentale è l’esperienza dello stare insieme, l’esperienza relazionale. Non c’è formazione se non c’è, innanzitutto, la capacità di stare fisicamente insieme, costituendo una comunità libera e rispettosa della legge che si è data. Questo è quello che lo strumento a distanza non può dare. Come in una orchestra bisogna imparare come suona la melodia, come procede, come si fa, come si sviluppa. E poi cosa dicono le parole, come si entra a tempo debito, come si collabora, come si accompagnano gli altri, come si fa il proprio a solo, con rispetto e coraggio, con accortezza e riguardo. Il processo formativo è dunque questa presenza comune, questo stare insieme in questa stanza, a fare qualcosa insieme, questo patto tacito comune. Un patto che non ha bisogno di firme, che nasce dall’uso, dalla pratica, nasce dal fatto che insieme lo stiamo facendo.” Con questo ci auguriamo tutti un buon anno scolastico.
Chiediamo alla Dirigente scolastica, professoressa Clara Peruzzi:
- Nel Rapporto annuale dell’Istat emerge che per quasi la metà degli studenti la didattica a distanza è stata un percorso a ostacoli. Come cominciare quindi il nuovo anno scolastico?
“Mi dispiace ma non sono d’accordo con il considerare la didattica a distanza un percorso ad ostacoli. Nella mia scuola abbiamo cominciato le lezioni a distanza appena due giorni dopo il lockdown, abbiamo coinvolto il 98% dei bambini di scuola primaria e dell’infanzia (dimostrato dalle presenze sincrone, dalle iscrizioni in piattaforma e dai compiti ricevuti dalle insegnanti). Dopo la prima settimana avevamo contezza dei problemi di connessione e/o mancanza di dispositivi da parte di alcuni alunni e, grazie ai fondi ministeriali giunti in brevissimo tempo, siamo riusciti ad acquistare 35 tablet con SIM in aggiunta ai 20 tablet che erano in possesso della scuola per darli in comodato d’uso alle famiglie che ne facevano richiesta: nessuna richiesta è rimasta insoddisfatta. Gli insegnanti hanno seguito le linee guida pubblicate dal Dirigente Scolastico e i tutorial per apprendere come utilizzare le piattaforme scelte dalla scuola; inoltre hanno seguito un corso di formazione sulla didattica a distanza e le sue potenzialità. Si sono reinventati e hanno reinventato una didattica diversa: lezioni sincrone di classe, in gruppi e alcune volte, per i bambini BES anche individuali oltre alle lezioni asincrone o registrate. Certamente nulla può sostituire una lezione in presenza con un docente e tanti compagni sia dal punto di vista didattico, sociologico e di socializzazione ma la DAD ci ha permesso di essere vicini ai nostri alunni, sempre. Non è un caso che la nostra scuola ha preferito chiamarla DIDATTICA DELLA VICINANZA. Dai risultati del questionario di soddisfazione sottoposto ad alunni e genitori della scuola primaria alla fine dell’anno scolastico, l’89% degli alunni si è sentito molto soddisfatto della DAD e il 10% soddisfatto; il 70% degli alunni non vorrebbe abbandonare la DAD, integrandola con la didattica in presenza o come potenziamento. Il disagio evidenziato è stato relativo alla mancanza di socializzazione con gli amici, i compagni di scuola. Inoltre, lo sviluppo delle competenze digitali da parte di alunni e docenti è stato notevole, come è giusto che sia nel 2020.
Per il nuovo anno scolastico ogni istituzione scolastica ha organizzato un piano di rientro, tenendo conto delle proprie strutture (spazi, grandezza delle classi, distanza), delle proprie dotazioni in termini di organico e di risorse e dei numeri di iscritti e di classi. Alcuni adotteranno i doppi turni o la riduzione oraria, per dividere le classi in gruppi; si pensa ad uno scaglionamento di ingressi e di uscite in caso non si riescano a garantire diversi percorsi di accesso alle classi senza assembramenti. Il piano sta prendendo forma in tutte le scuole, con l’aiuto degli enti locali e i forti stanziamenti di denaro e di personale COVID (collaboratori scolastici e docenti).
- Come affrontare l’eventualità di un nuovo stop alle attività scolastiche in presenza?
“Ormai non spaventa più una nuova interruzione, almeno dal punto di vista delle insegnanti e dell’istituzione scolastica. Ogni scuola si è dotata di una piattaforma composita tipo G-Suite, da noi utilizzata, che prevede diverse applicazioni come ad esempio Classroom per le classi virtuali e MEET per le lezioni sincrone; piattaforme create appositamente per la didattica che rispettano tutti i principi di sicurezza e tutela dei dati e della privacy secondo il GDPR. Ogni docente e ogni alunno è stato dotato di un account dalla scuola, quindi non esiste problema di iscrizione in quanto gli alunni accedono con una semplice mail, creata per l’occasione. Per quello che riguarda l’inizio del prossimo anno scolastico, nella Scuola Primaria la Didattica Digitale Integrata è prevista solo in caso di lockdown; tuttavia, come richiesto dalle Direttive Ministeriali, verrà stilato un documento relativo alle modalità di svolgimento di tale DDI per essere pronti in caso di necessità. Tale documento è diverso da scuola a scuola, secondo le scelte operate dal Dirigente Scolastico e dal Collegio dei Docenti e comprenderanno orari di svolgimento di lezioni sincrone e asincrone, tipologia di attività, modalità di valutazione. Inoltre verrà stilato da ogni scuola un’appendice al Regolamento di Istituto e al Patto di corresponsabilità per includere diritti, doveri e comportamenti corretti da tenere in caso di DDI. Il rafforzamento del patto formativo tra famiglie e scuola è necessario per poter affrontare in sicurezza questo anno scolastico permettendo agli alunni di viverlo in maniera serena e non traumatica. Per questo l’esempio del rispetto delle regole deve iniziare dalla famiglia, alla quale chiediamo collaborazione e comprensione”.
- Quali protocolli sanitari saranno messi in atto nel caso in cui ci sia un sospetto covid?
“Secondo le Direttive Ministeriali ogni scuola dovrà approntare un “Regolamento recante misure di prevenzione e contenimento della diffusione del SARS-COV-2” in cui verranno descritti comportamenti da tenere per contenere il contagio da parte degli insegnanti, degli alunni, dei collaboratori scolastici e delle famiglie. Prima di tutto l’alunno che presenta raffreddore, febbre, dolori muscolari prima di andare a scuola dovrà essere tenuto a casa in via preventiva. Allo stesso modo gli alunni che abbiano avuto patologie febbrili dovranno tornare a scuola tre giorni dopo il termine della febbre; in caso vengano a contatto con persone che presentano sintomi riconducibili all’infezione da SARS-CoV-2 dovranno rimanere a casa.
Nel caso in cui un alunno presente nella scuola sviluppi febbre o altri sintomi che suggeriscano una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 verrà dotato di mascherina chirurgica e deve essere immediatamente accompagnato all’interno di un ambiente appositamente individuato per l’emergenza e si deve provvedere al suo immediato rientro al proprio domicilio, telefonando ai genitori o persone scelte dai genitori in caso di necessità. Inoltre, la scuola avverte le autorità sanitarie competenti o i numeri di emergenza per il COVID-19 forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute.
Per i casi confermati, le azioni successive saranno definite dal Dipartimento di prevenzione territoriale competente, sia per le misure di quarantena da adottare, sia per la riammissione a scuola secondo l’iter procedurale previste dal “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro” del 24 aprile 2020 (punto 11 – Gestione di una persona sintomatica in azienda). Ogni scuola ha elaborato un Protocollo COVID, individuando le persone che dovranno provvedere alla misurazione della temperatura in caso di “sospetto COVID” e ha nominato un REFERENTE COVID che si occuperà di seguire il rispetto della procedura garantendo sicurezza, cure e attenzione all’alunno senza creare panico o paura”.
La redazione de lavocenews.it/ ringrazia per la gentile disponibilità le insegnati GIULIA LAMANUZZI e la Dirigente Scolastica professoressa CLARA PERUZZI.
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