Laghn e miccul
Ma cosa sarà mai…, per i non lucani…è una semplice pasta e lenticchie: per la precisione tagliatelle spezzate, maltagliati, con lenticchie.
Nonna Camilla
Prima di criticare questa espressione vernacolare lucana, che indica un piatto tradizionale buonissimo, chiedetevi se sapete veramente cucinare una pasta con legumi? In questo caso lenticchie?
Sembra facile, ed è facilissimo, ma per avere un piatto realmente sensazionale, bisogna seguire la tradizione e gli insegnamenti delle nostre nonne, abili massaie e soprattutto delle grandi econome. Una pasta e legumi si deve cucinare in modo estremamente elementare, cuocendo la pasta nella stessa pentola utilizzata per i legumi. Ora vi spiego, qualcosa che nella zona del napoletano e nelle zone agrarie del sud Italia si fa abitualmente.
Innanzi tutto, senza nulla togliere alle “lenticchie di Castelluccio di Norcia”, le “lenticchie di Altamura” hanno una coltivazione diffusa tra Puglia e Basilicata, nell’area prettamente “Murgiana”.
Se cuocete i legumi, in questo caso le lenticchie, in una pentola (che siano secchi o in scatola) non dovete utilizzare un’altra pentola per lessare la pasta, poi una volta lessata aggiungere le lenticchie o altro, il risultato è deludente, manca il condimento, “danno di poco”, se invece seguite il mio consiglio potrete avere un ottima pietanza, molto saporita, evitando di aggiungere olio o altro. Più semplice, più facile e sbrigativa e al 100% più gradevole.
Le nostre nonne, in effetti, avevano sempre una pignatta sul bordo del camino o nella “cucina economica”, di legumi che si cuocevano lentamente sfruttando il calore del fuoco, una cottura che andava avanti piano piano tutta la notte, sino al mattino dopo e poi sino al momento di preparare il pranzo. in quel momento si metteva una “callarella”, “cavrar o cavrangidd” (paiolo) sul fuoco, si versavano i legumi sufficienti, ormai ben cotti e “brodosi”, e si aggiungeva la pasta: “laghn”, spaghetti spezzati, tubettini o altro tipo di pasta corta o spezzata grossolanamente. Il tutto andava a bollore e dopo 10 minuti la pietanza era pronta per essere servita, profumata, gustosa, con pochissimo condimento e con una spesa minima.
Come si può fare oggi che non abbiamo più tutte un camino? Nell’area napoletana hanno perpetrato la tradizione utilizzando anche dei semplici fornelli.
Mettete a cuocere i legumi secchi, precedentemente tenuti a bagno in acqua fresca ed un pizzico di bicarbonato, per almeno un paio d’ore, risciacquati sotto acqua fresca e messi in una pentola, possibilmente di coccio, a fuoco basso per un po’, con un filo d’olio (se volete), una mezza cipolla tritata molto finemente, in modo che si “sciolga”, un po’ di sale e qualche foglia di alloro. Se volete potete usare anche legumi in scatola, basta risciacquarli bene, metterli in pentola con acqua, un filo d’olio, una mezza cipolla tritata, un paio di foglie d’alloro, se volete qualche pomodorino, aggiustare di sale. Appena ben caldi potete aggiungere la pasta e trascorsi 5/10 minuti, controllate e servite.
Quale pasta usare? I legumi, in questo caso le lenticchie, richiedono sempre pasta corta, per ovvi motivi, quindi se avete pappardelle, tagliatelle, tripoline, spaghetti, linguine ecc… potete liberamente e grossolanamente spezzettarli, il risultato è davvero ottimo.
Se poi avete preferenze per la pasta corta cosa meglio dei tubettini o tubettoni o coccettine ? La lenticchia, che si infilata nella pasta…è buonissima.
Altrettanto si può dire della famosa “pasta mischar” (pasta mista) prima avanzi della bottega che confluivano in un unico contenitore, per essere venduti “scontati”, poi avanzi di casa da utilizzare, ora anche in vendita. Lo “sfizioso” gusto del maccherone alternato al tubettino o allo spaghetto spezzato o altro, non ha prezzo.
Ogni tipo di pasta, conferirà un sapore diverso alle vostre lenticchie. Se avete passione per peperoncino o olio santo, su questo piatto ci va a nozze! Otterrete un ottimo piatto, a basso costo, risparmierete gas, a favore della vs. salute e qualità. Parola di nonna Camilla.
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