Narciso allo specchio
Nell’appuntamento del giovedì con il grandissimo Roberto Fabbriciani, quest’oggi riviviamo il mito di Narciso .
Roberto Fabbriciani
In occasione di un concerto intitolato “Eco e Narciso” mi fu chiesto di introdurre il programma musicale raccontandone anche il mito.
Il mito diffuso nella cultura occidentale è nato nel periodo classico greco, trasmesso poi al mondo romano, e narra numerose “storie” di dei, semidei ed eroi: le loro vicende spesso si intrecciano in nodi molto complicati ed in complesse genealogie e si sono tràdite in diverse versioni.
Certo può sembrare strano che alle narrazioni mitologiche sia stata data tanta importanza nel corso dei secoli e che il mito greco sia stato sempre presente dal mondo antico in poi. Ciò si può attribuire al carattere simbolico che il mito assume e ai molteplici significati che esso cela.
L’ambiguità che il mito sottende nella sua apparente semplicità ed ingenuità è forse l’elemento che più lo caratterizza e probabilmente sta in questo la sua forza ed il suo fascino.
In virtù di detti aspetti sono state fatte numerose osservazioni e molti studi sul mito, sul suo significato, sulla sua genesi; possiamo affermare che generalmente nel pensiero filosofico fin dall’antichità mythos, non richiedendo una dimostrazione razionale, è contrapposto a lògos, inteso come argomentazione guidata da un processo logico.
Inoltre nel periodo fra Ottocento e Novecento, sia nell’ambito della storia delle religioni sia nell’ambito dell’antropologia, il mito è stato analizzato sotto vari punti di vista ed ha attirato l’attenzione degli studiosi tanto da essersi creata l’espressione “Mythos-Debatte” designante il dibattito svoltosi in Germania negli anni Venti e Trenta del novecento.
Anche se i miti hanno avuto dall’età classica ai nostri giorni numerose interpretazioni (è stato visto come narrazione, struttura religiosa fondamentale, come “forma di pensiero” o come creazione ideale distinta dal pensiero logico, ecc.), tuttavia tali chiavi di lettura risultano non esaustive ed esso rimane tutt’oggi uno dei fenomeni meno comprensibili delle società umane.
In questo mare magnum di interpretazioni, una posizione assai significativa, anche se non esaustiva, ci sembra quella che Nietzsche esprime in “La nascita della tragedia” dove lo defìnisce “immagine concentrata del mondo” sostenendo che “…senza mito ogni civiltà perde la sua sana e creativa forza naturale“.
“Immagine concentrata del mondo” è un’espressione molto suggestiva che a nostro parere può chiarire come il mito nasca attraverso un processo di simbolizzazione e di sintesi della realtà nei suoi aspetti più archetipici.
Questo spiega anche il ricorso ai miti da parte di psicologi e di psicanalisti dì grandissima levatura quali Freud e Jung che, cogliendo la forza primigenia della figure mitiche, le adottarono per chiarificare i processi psichici più profondi dell’uomo.
Potremmo citare moltissime fìgure mitiche “prese a prestito” dalla psicoanalisi: ricordiamo che il notissimo complesso edipico trae il proprio nome da Èdipo come tra l’altro il fenomeno del narcisismo prende nome da Narciso.
Facciamo focus ora su Narciso, ne ricordiamo la “storia” come ci è stata tramandata dal mondo greco e dal mondo romano nelle sue diverse attestazioni.
La versione più conosciuta è quella di Ovidio (Metamorfosi) ove Narciso risulta figlio del dio Cefiso e della ninfa Liriope.
Quando Narciso nacque, l’indovino Tiresia, interrogato dai genitori del piccolo, disse che il bambino “sarebbe vissuto fino a tarda età, se non avesse conosciuto se stesso”.
Diventato adulto, Narciso divenne un bellissimo giovanotto e fu ammirato e corteggiato da molte ragazze e ninfe verso le quali però egli rimaneva del tutto insensibile.
Fra le ammiratrici di Narciso vi era anche Eco che, essendo stata rifiutata come le altre, si ritirò per la disperazione in solitudine ove dimagrì ed infine ne rimase soltanto la voce.
Le numerose giovani disprezzate da Narciso chiesero vendetta al Cielo e, udite da Nemesi, ottennero vendetta.
Un giorno molto caldo dopo la caccia Narciso si sporse su una sorgente per dissetarsi e, scorgendo il proprio volto, se ne innamorò immediatamente.
Da quel momento egli rimase del tutto indifferente al mondo circostante fino a lasciarsi morire. Nel luogo ove morì spuntò un fiore che prese il nome di narciso.
La versione beota sostiene che Narciso abitava a Tespi ed era un bellissimo giovane sprezzante delle gioie d’amore.
Amato da Aménia, Narciso la rifiutava senza darle alcuna speranza tanto da inviarle una spada con la quale ella si uccise invocando, contro di lui, l’ira degli dei.
Un giorno Narciso si vide in una fonte e, disperato per l’amore che provava verso se stesso, si uccise.
Nel punto in cui l’erba fu bagnata dal suo sangue nacque un fiore, il narciso.
Esiste anche una tradizione oscura secondo la quale Narciso era originario dell’Eritrea, in Eubea, e secondo la quale sarebbe stato ucciso da un certo Epope o Eupo: dal suo sangue nacque il fiore omonimo.
Il narcisismo per un “artista” è una necessità?
Vorrei sottolineare la parola “necessità” per chiarire che il narcisismo, che porta a investire il desiderio principalmente sul soggetto ed ha di conseguenza una fenomenologia ben precisa, prevedibile e codificata nei manuali di psicoanalisi, non è certo una gioiosa scelta che ha come fine il pavoneggiarsi ma è una ineluttabile conseguenza di una primaria condizione psichica.
Dove sono finiti “genio e sregolatezza” in questa prospettiva?
Sono relegati proprio dove meritavano, cioè nell’ottocento.
Forse siamo ancora impregnati di romanticismo e spiegare il narcisismo di un “artista” ci sembra quasi un sacrilegio.
Christoph Willibald, Ritter von Gluck (1714-1787) Echo et Narcisse
Nikolai Tcherepnin (1873-1945) Narcissus and Echo op 40 (1911)
Nikolai Tcherepnin (1873-1945) Narcissus and Echo – Vladimir Vasiliev
Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.