Navalny, fermati i collaboratori. Michel: “liberate il dissidente”

I burocrati nelle grazie del politburo continuano a sbagliare. La Russia di Putin si sta castrando da sola e chiudendo al mondo.

GP

Non c’è nulla di peggio al mondo di non capire quando si è commesso un errore e di non far nulla per mitigarne gli effetti. Se non si ha quel dono si finisce per perpetrare l’errore e, nel tentativo disperato di difenderlo, reiterarlo amplificandone portata e conseguenze.

E’ il caso Navalny. Un regime che, a ragione o torto, è stato accusato apertamente da un personaggio della statura di Angela Merkel di aver tentato di avvelenare ed uccidere Navalny, dovrebbe far di tutto per far dimenticare la cosa e trattare Navalny con i guanti di velluto per dire al mondo che la leader tedesca era incorsa in errore.

Continua invece la persecuzione sfacciata nei confronti del dissidente, arrestato all’arrivo all’aeroporto di Mosca, dove si è presentato per rispondere ad una accusa fasulla dell’amministrazione penitenziaria.

E nonostante gli occhi del mondo siano puntati addosso al regime russo, incominciano i fermi ingiustificati di collaboratori e simpatizzanti di Navalny, una persecuzione da medio evo che ci racconta quale sia il livello di civiltà giuridica, sociale e morale in cui il regime instaurato dallo zar Putin ha fatto arretrare il Paese.

Da ultimo, ad intervenire nuovamente è il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel che sintetizza i contenuti di una telefonata fatta a Putin: “Oggi, nella mia telefonata col presidente Vladimir Putin ho ribadito che l’Ue è unita nella sua condanna per la detenzione di Alexey Navalny e ne chiede l’immediata scarcerazione. La Russia deve fare immediatamente un’indagine completa e trasparente sul tentativo di uccidere” l’oppositore”.

Una risposta indiretta a Michel arriva dal Cremlino che “ritiene  inammissibili le proteste contro l’arresto del principale avversario di Putin” . Non usano il termine solito “intollerabili ingerenze estere”, Putin evidentemente non vuol rompere con l’Ue, ora soprattutto che ha perso il suo più stretto alleato, quel Donald Trump che lo idolatrava, ma che in Russia stiano mal digerendo la pressione euro-americana è evidente. Il re è solo e nudo. Putin ha tutti i difetti del mondo, ma non è uno stupido, sa che il suo regime sta vacillando, si rende conto che la macchina costruita attorno per difenderlo è assolutamente non all’altezza di un mondo che cambia. Sono i prodromi di un terremoto annunciato. Navalny ha una sensibilità ed una capacità politica come pochi, ha fiutato il vento e l’ha assecondato, contando proprio sull’ottusità del sistema di cui si è circondato il regime.

Sbaglierò ma è iniziato un duello all’ultimo sangue. Putin e Navalny non possono stare nello stesso pianeta.

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