‘Ndrangheta: puntavano ai soldi della pandemia.
Otto arresti quattro in carcere e quattro ai domiciliari. Sequestrati beni per 7,5 milioni di euro. Sgominato un clan calabrese con solide badi a Milano.
La Redazione
Aveva già ottenuto 45mila euro a fondo perduto una delle società intestate a prestanome e gestite da Francesco Maida. Costui era collegato al clan della ‘ndrangheta con a capo Lino Greco di San Mauro Marchesato, provincia di Crotone.
Un’indagine della Guardia di Finanza coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano ha portato alla identificazione ed agli arresti di otto persone per frode fiscale internazionale sull’Iva.
Il finanziamento era stato ottenuto utilizzando fatture false delle società collegate che consentivano di accedere ai fondi del decreto 34 del 19 maggio. Contestualmente avevano provato ad ottenere anche i fondi del dl 23 dell”8 aprile.
Le accuse vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale aggravata dal metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, all’autoriciclaggio, dall’ intestazione fittizia di beni alla bancarotta.
Secondo il Procuratore Francesco Greco il Maida, perfettamente inserito nel clan, avrebbe presentato ed ottenuto contributi a fondo perduto per ben tre delle società, che gestiva tutte inserite nel sistema di frode, indicando volumi di affari non veritieri, supportati da false fatture”.
Quattro degli otto arrestati sono stati associati alle carceri e quattro ai domiciliari. Sono stati sequestrati beni, aziende e disponibilità finanziarie, per 7,5 milioni di euro. Perquisizioni sono n corso in varie regioni. Coinvolti 27 soggetti. e in più la notifica di un avviso di conclusione indagini a carico di 27 persone. Il clan Greco, una ‘ndrina della ‘locale’ di Cutro (Crotone), opera da tempo anche in Lombardia dove ha solide basi. Si tratta di una “cosca federata” a quella di Cutro che fa capo a Grande Aracri. Scoperti conti anche in Inghilterra e Bulgaria.
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