Neochord in Emergenza
Un commento su di un intervento cardiaco alle Molinette eseguito per la prima volta in Emergenza. Ce lo illustra Vito Marangelli, medico della Cardiologia Universitaria del Policlinico barese.
Vito Marangelli
L’ANSA nell’edizione del 11 ottobre 2020 ha diffuso la notizia di un intervento ‘Neochord’ realizzato alle Molinette di Torino dall’equipe di Cardiochirurgia del prof. Rinaldi che, stando a quanto riportato nell’articolo, sarebbe il primo al Mondo eseguito in un contesto di Emergenza. Una buona notizia che sottolinea ancora una volta l’eccellenza delle competenze mediche italiane.
In cosa consiste questo intervento ‘a cuore battente’? si tratta di riparare la rottura di una corda mitralica a cui può conseguire una grave insufficienza della valvola mitrale con aumento della pressione del sangue nell’atrio sinistro e nel circolo polmonare e conseguente edema polmonare, una condizione grave che può portare alla morte in poche ore. La valvola mitrale ha la funzione di impedire il ritorno del sangue dal ventricolo sinistro, la vera e propria pompa cardiaca, nel circolo polmonare durante la fase sistolica del ciclo cardiaco, ovvero la fase di espulsione del sangue in aorta e nel circolo sanguigno verso gli organi. La sua struttura comprende due lembi valvolari (che assomigliano alle due parti della mitra del vescovo, di qui il suo nome) che operano come due vele le quali, per poter reggere la grande pressione che si sviluppa nel ventricolo sinistro, hanno a sostegno delle corde fatte di un tessuto speciale e molto resistente. Talora, per l’usura del tempo o per debolezze strutturali, queste corde si spezzano e producono il movimento anomalo del lembo che non riesce più a tenere, come la vela di una barca con la scotta spezzata.
Normalmente la riparazione della valvola mitrale e il ripristino della sua funzione viene fatto in un intervento ‘a cuore aperto’, cioè incidendo la parete dell’atrio sinistro dopo l’apertura del torace in modo che il cardiochirurgo possa accedere alla valvola e ripararla con le sue mani. La tecnica NeoChord (illustrata nell’immagine) è invece molto meno invasiva: uno strumento apposito viene inserito attraverso l’apice del ventricolo sinistro e consente l’applicazione di una corda mitralica sintetica che va a sostituire la funzione di quella del paziente che ha subito la rottura. Il nome stesso del sistema brevettato dall’azienda NeoChord richiama il concetto di una nuova corda applicata dove serve.
Sebbene innovativa, la tecnica Neochord è già in uso da alcuni anni in alcuni centri cardiochirurgici avanzati in Europa e nel Mondo. Tra questi vantiamo in Italia la Cardiochirurgia Universitaria di Padova, guidata dal prof. Gino Gerosa che ha già pubblicato casi di questo tipo di intervento insieme al suo collega Andrea Colli con una casistica abbastanza ampia (un lavoro di revisione è ”Transapical NeoChord mitral valve repair. Annals of Cardiothoracic Surgery; 2018;7:812”). Personalmente ho avuto in passato l’onore di collaborare col prof. Gerosa pubblicando nella rivista scientifica Circulation uno dei primi casi di ecocardiografia tridimensionale nella rottura di muscolo papillare in un infarto acuto del miocardio (condizione che produce un risultato ancora più grave della rottura di corda). Della tecnica Neochord si è anche parlato nel recente Congresso della European Society of Cardiology in una sessione dedicata a interventi di questo tipo. La tecnica sfrutta un approccio trans-apicale già ampiamente utilizzato per la valvoloplastica aortica.
Ricordo che anche a Bari abbiamo diverse equipe cardiochirurgiche che sono in grado di praticare la tecnica chirurgica di base con notevole esperienza.
La foto illustra la metodica ed è tratta dal sito web dell’azienda produttrice del device (https://neochord.com/mitral-valve-repair/patient/treatment/).
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