Nnanze a Santa Necòle neste

Che magnifica facciata romanica, in copertina, una delle più belle del romanico pugliese…..

Maria Catalano Fiore

versi di Biagio Loconte

Il nostro amico Biagio compone in italiano ed in vernacolo, questi versi nascono in vernacolo, ma già pubblicati in lingua, nella Raccolta “Florilegio barese” Curata da “Mondo Antico e Tempi Moderni” l’associazione culturale presieduta da Nicola Cutino, uno dei maggiori studiosi di San Nicola e della Bari altomedioevale, nel 2012.

Biagio Coltiva da qualche anno, quasi a tempo pieno la sua passione, anche se sin da giovane ha espresso una notevole vitalità artistica sia in campo poetico che in quello musicale.

La sua è una vera e propria ricerca sia di contenuti storici che di riversarli con l’ausilio delle rime che ha studiato attentamente e a cui tiene moltissimo, mai parole sparse, ma assemblate a seconda di un preciso ritmo letterario e musicale, mai una nota stonata od una punteggiatura cacofonica nei suoi componimenti.

Biagio ha anche curato una Silloge di suoi scritti: “La Leggende de Santa Necole” pubblicata nel 2018 e presentata in diverse occasioni con successo di critica e di pubblico.

La basilica del Santo

Nnanze a Santa Necòle neste

Doe torre o cile……/ e sind u cambanone

e u penzìre va ndtrète,

a cercà u perdone.

A chidde marinare, / u annescerene a Bare,

da terre frastire, assà lentane,

Elìe, u velì dò astepate.

E Pape e Ri e Pringepe e Cardenale

e Duche e Marchise e Cavallire e Dame,

da ogno coorte, da ogni reame, / che nu diadème d’ore jinde a le mane.

tutte abbasciòrene la cape, / e a ognune, che la Santa Manne,

a ce la cerche e a ce l’addemànne.

N’dret o ciborie sta Bona Sforze,

ca pe chedd’Elene, fu la forze, u Re Slave se pegghiò la mane

e beneditte fu da da tutte le crestiane.

E tanta pellegrine, da tutte vanne,

da la campàgne, da la murge, da le mendàgne

a demannà la grazia de la Santa Manne

chedda grazia ca Jidde assaà nge manne,

nzime a la Fede, la Pasce e la Speranze.

Biagio Loconte dir. ris.

Basilica di San Nicola: Altare maggiore e sul retro la Tomba di Bona Sforza Duchessa di Bari, Principessa di Calabria, Regina di Ungheria e Imperatrice di Lituania.

Biagio Loconte stesso ne fa la traduzione, di questi versi, e precisa: in metrica.

DAVANTI ALLA BASILICA DI SAN NICOLA

Si ergono solenni le sue torri al cielo,

e al tuono del campanone immenso,

s’eleva fulgido il mio pensiero,/ o secolare Basilica, assai contento,

che di storia porti radiose pagine e mai l’ha sepolte il tempo.

Dei marinai il mio pensiero ho davanti,

che dalla Licia il taumaturgo Vescovo,

agli estremi lidi del Levante, / Santo di Mira, patrono nuovo,

a riporre le reliquie venerate / Elia volle qui conservate,

e tanti chinò la fronte al Pontefice / e a Ruggero e Boemondo rese grate.

All’ombra del ciborio bizantino / di Bona Sforza dormono le ceneri

e sposa gentile del Montenegrino

s’illuminarono le volte, i sacri ceri; / e Clerici e Re e Cavalieri

e vescovi e Principi e Dame, / fino all’Altar, sotto gli archi austeri,

da ogni Corte, da ogni Reame.

Eh!…../ Passarono gli anni, i lustri, i secoli,

qui dai monti, dalle vallate, / o pellegrini, voi tornate,

come rondini in frotta, / a venerar le Sacre Ossa;

stanchi, di polvere e di sudore, / baldi giovani, canute signore,

fanciulle timide a domandar l’Amore!

Povera gente, ma pur felice,/ ingenua, umile per le fatiche,

che il frutto mai diede pari al lavoro,

serbate intatto questo tesoro

e se il lamento suoni non dà, vivete sempre in carità;

se il destino farsi ragione, solo la fede sia consolazione!

Biagio Loconte da “Florilegio Barese” 2012 dir. ris.

Basilica di San Nicola: la Cripta

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