Non c’è due senza tre: San Sabino, San Nicola e San Spiridione

Vi siete mai chiesti la città di Bari quanti patroni ha? San Sabino, con la sua Carredrale, San Nicola con la sua Basilica, Lo sguardo della Vergine Odigitria…..ma….non finisce lì.

Maria Catalano Fiore

Il Vescovo San Sabino ( 461- 566 ) è senza dubbio il Primo Patrono storico della città di Bari. Molto diffusi infatti, ancora oggi a Bari e dintorni i nomi Sabino e Sabina o Savino; a lui dedicata la bellissima Cattedrale romanica. Poi, arrivano dal mare in modo, forse discutibile, le spoglie di San Nicola Vescovo di Myra (270-343 ), che pian piano scalzano il primo, anche se molti, che oggi definiremmo fans, in realtà devoti, nel corso dei secoli hanno cercato di riabilitarlo.

San Sabino, Vescovo di Canosa di Puglia nel VI secolo muore alla veneranda età di 105 anni. Nel IX secolo le sue spoglie vengono traslate nella Cattedrale di Bari. Rivendicate però da sempre dai Canosini, che lo reputano da sempre loro patrono. Le spoglie di San Nicola, vescovo nero o di colore, se preferite, non sono accettate da tutti. Nel corso di quasi 1000 anni, in molti hanno cercato di riabilitare San Sabino, tante sono le carte che, nei vari secoli, lo attestano. Ancora nel 1630, ad esempio, in un verbale redatto per confermare i patroni della città, l’Arcivescovo Ascanio Gesualdo, scrive il nome di San Nicola, dopo quello di San Sabino. Una situazione simile anche nel 1785, tanto che il Priore della Basilica si rivolge all’organo borbonico della Reale camera di Santa Chiara a Napoli per denunciare il sopruso. Questa Reale Commissione conclude mettendo i due santi sullo stesso piano. Dopo ulteriori annose beghe tra Priore e Vescovo, Il Vaticano riconosce definitivamente, nel 1961, in maniera ufficiale San Nicola Vescovo di Myra Patrono del capoluogo pugliese. C’è, comunque, da rilevare che da sempre sul portale della Cattedrale di Bari, dedicata a san Sabino, compaiono entrambe le statue. San Sabino si distingue dalla Mitra a punta, San Nicola dalla Mitra tondeggiante, caratteristica dei vescovi orientali.

Come in tutte le città,o borghi, spesso è presente una Copatrona. La figura di una Vergine. A Bari abbiamo una Icona Bizantina di una Vergine, che indica, con la mano destra, al figlio la via della salvezza, da qui la denominazione greca Odigitria, cioè guida. L’icona autentica fu prelevata da Costantinopoli, dove era molto venerata ed aveva un suo Tempio, nel periodo delle distruzioni delle immagini sacre. Purtroppo quella presente a Bari, attualmente, è probabilmente un rifacimento del XV sec. Un incendio o altro, non c’è certezza storica, ha sicuramente danneggiato l’originale che, si ritiene, fosse un po più grande e avesse la Vergine seduta in trono. In omaggio a questa icona si conserva ancora l’antica abitudine devozionale del marteìi. La sua festa ricorre a Bari, ed in altri borghi limitrofi, come Bitritto, il primo martedì di marzo, poiché l’Icona sacra sarebbe giunta a Bari il primo martedì di marzo del 733. L’Odigitria barese fu incoronata solennemente nel 1772 come Copatrona della città e provincia di Bari. Papa Giovanni Paolo II l’ha nuovamente incoronata con una corona aurea, donata da lui personalmente, in occasione della sua visita ecclesiastica, a Bari, il 26 febbraio del 1984.

La storia, della spettanza del Patronato della città di Bari, comunque si complica ulteriormente se consideriamo un altro Grande Santo di provenienza Cattolica Ortodossa Greca, la cui vita si intreccia più volte, tra l’atro, con quella di San Nicola, San Spiridione di Trimitone. Un Santo tanto venerato dai Cattolici ortodossi di area greca da essere festeggiato addirittura il 25 dicembre.

San Spiridione, ha vissuto una vita abbastanza complessa e religiosa a Cipro. I documenti attestano una sua importante presenza al I Concilio di Nicea il 332 /334, nello stesso periodo di San Nicola. Sono concordi in un intervento contro l’Arianesimo, e pare giungano addirittura alle mani con dei seguaci di Ario, che negavano la Trinità. San Spriridione muore a Trimitone e qui viene sepolto ed onorato. Dopo la conquista di Cipro da parte dell’Impero Ottomano nel 1577, la sua tomba fu aperta e il suo corpo, incorrotto, fu trasportato a Corfù in un tempio, a lui dedicato, che lo ospita tutt’ora. La reliquia della sua mano destra fu donata a Papa Clemente VIII nel 1592 ed è custodita in Vaticano.

San Spiridione essendo uno dei santi più onorati dalla Chiesa Cattolica Ortodossa Greca, è, quindi onorato da tutti i greci ortodossi delle sponde dell’Adriatico,e non solo. A lui è dedicata l’imponente Cattedrale di Seatlle. Nella città levantina di Bari è sempre stata presente una folta comunità greca, molto vicina a quella veneta e Triestina, dove un altro Tempio importante è dedicato a San Spiridione, eletto anche Patrono dell’Istria. I noti fatti storici, dopo il secondo conflitto mondiale, hanno portato un notevole numero di Istriani a sistemarsi a Bari in un popoloso quartiere, il quartiere Trieste, più noto come villaggio Trieste, a ridosso della Fiera del Levante ed affacciato sul mare verso San Girolamo. Quasi contemporaneamente, vengono sfollati, e sistemati in altra periferia della città, verso Mungivacca, gli Italiani sfollati dalla Grecia, da Rodi, dall’Egeo e da Corfù. Tutta gente di fede Cattolica Ortodossa Greca, con una grande venerazione per San Spiridione. Ecco spiegato questo ulteriore culto. Cosa abbastanza comprensibile per una città come Bari da sempre sponda tra Oriente ed Occidente.

L’immagine in copertina di questa icona per turisti raffigurante San Spiridione e San Sabino ci è stata gentilmente inviata dal nostro Vito Marangelli, che è stato l’ispiratore o, se preferite, “l’istigatore” della ricerca che ha portato a questo articolo di Maria Catalano. Ad entrambi i ringraziamenti più sentiti miei e dei loro Colleghi della Redazione. Non credo ci siano precedenti; al massimo, rari appunti. GP