Nunzia e Stefania, oltre le gambe c’è di più…

Da Gravina in Puglia: Nunzia Acquaviva, assieme all’amica Stefania Paciullo, saranno le pioniere di una professione al Sud tipicamente maschile, quella del carpentiere.

Rocco Michele Renna

Lunedì 7 novembre, cominciano la nuova avventura in un cantiere di Taranto. Abbiamo chiamato Nunzia ed in una intervista telefonica ci dice che è un lavoro che hanno sempre desiderato fare, però vivendo a casa dei genitori dovevano fare i conti con la loro incredulità e quindi rispettare le regole di casa.

Ma non appena ha deciso di andare a vivere da sola, le spese sono diventate non gestibili…  ci dice Nunzia: “Nel sud è difficile trovare lavoro, hanno provato a chiedere a varie imprese e una delle tante, il Gruppo Sportella, ha accettato”. Il “Gruppo Sportella S.r.l” è un’azienda che opera nel settore delle costruzioni edili da anni e da molto tempo nel nord Italia.

Nunzia ci spiega come hanno fatto: “Ho inviato una domanda di lavoro all’azienda, all’inizio ci sono sembrati un po’ scettici, ma evidentemente la nostra testardaggine li ha convinti. Sono stati loro a spiegare perché fossero scettici e alquanto perplessi: nel sud saremo le prime donne che assumono, non ci sono donne che intraprendono la professione del carpentiere».

Nunzia Acquaviva nata a Gravina in Puglia il 7/10/94

Nunzia ci fa notare che: “Ormai non c’è più la distinzione di sessi siamo tutti uguali il lavoro è onore qualunque esso sia” e noi siamo d’accordo con il suo modo di vedere il futuro lavorativo della nostra terra.

Ecco come la pensano le nostre future carpentieresse… o carpentieri? Oppure, al singolare, “carpentiera”? Ma si carpentiere o carpentiera, ormai dobbiamo abituarci anche al nuovo lessico. tanto cambiando qualche vocale il risultato non cambia, l’importante è trovare il lavoro…

Nunzia, 28 anni, è nata a Gravina, dove vive tuttora, ultima figlia femmina dopo tre fratelli maschi, mentre Stefania Paciullo, 22 anni è nata ad Altamura ma vive a Gravina, arriva invece da una famiglia di tutte donne e «ad aiutare mio padre ci sono io», dice Stefania.

Dovranno smontare e montare ponteggi, costruire e demolire strutture di legno, di acciaio o di cemento. E poi installare porte, finestre, scale cornicioni, ecc., dovranno arrampicarsi in altezza sulle impalcature. La dura vita del carpentiere le attende, ma loro non sembrano affatto spaventate.

Stefania è davvero entusiasta e molto determinata in questo lavoro ed è stata lei che ha convinto l’amica Nunzia ad intraprendere questa avventura lavorativa, vista la perplessità dell’azienda hanno fatto delle ricerche, come abbiamo fatto pure noi ed, in effetti, risultano le prime donne al sud a intraprendere questo lavoro.

Stefania Paciullo nata ad Altamura il 27/02/2002, vive a Gravina

Partiranno da Gravina alle 5.30 del mattino, poi è prevista una pausa pranzo dall’una alle due. La giornata di lavoro finisce alle cinque del pomeriggio, quindi tornano a casa alle 18,00».

Nunzia ci dice che: “Lunedì sarà una giornata impegnativa. «Ci faranno un corso sulla vestizione con l’attrezzatura, su come affrontare le altezze e non solo. Per ora credo si tratterà di un contratto di apprendistato, fino a dicembre. Lo stipendio sarà di 1150 euro, straordinari a parte. Saremo in una squadra di sette, otto operai; più noi due” …

Ma come la prenderanno i colleghi maschi?  E, felicemente, Nunzia ci risponde con sicurezza: “Secondo me andremo molto d’accordo siamo ragazze molto socievoli, l’importante non mettere i bastoni tra le ruote, sicuramente saremo apprezzate dai nostri colleghi maschi l’importante è la buona volontà, che dire, buona fortuna a noi”.

Emozionate e determinate, Nunzia e Stefania si sono fatte immortalare già in divisa, donate dalla amica di Stefania che ha un negozio “FM Outlet” a Gravina in Puglia.

Conclude Nunzia: “Speriamo che la vita ci sorrida in fondo ci meritiamo tutti la felicità”. Noi non possiamo che essere d’accordo con queste due forze della natura augurando loro ogni felicità possibile, ringraziandole per avere rotto il tabù del lavoro legato, per vizio di cultura atavica e retrograda, al genere maschile o femminile.

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