Nuova tegola sulla testa di Trump

La Russia e l’Iran cercarono di influenzare le elezioni 2020 a favore di Donald Trump.

La Redazione

E’ stato appena reso noto un dossier dell’Intelligence americana  presentato il 7 gennaio all’allora presidente Trump. Odni, Office of the Director of National Intelligence, la direzione che riunisce tutte le agenzie federali di spionaggio e controspionaggio americano ha accertato che mentre non risultano alterazioni al meccanismo di voto (dal momento che gli hacker russi non riuscirono a violare la piattaforma di voto americana), il presidente russo Vladimir Putin autorizzò, un gruppo di organizzazioni governative russe, a compiere operazioni tese a screditare Biden e il partito Democratico in favore di Trump.

Anche l’Iran fece altrettanto e considerati i continui attacchi di Trump all’Iran la cosa ha destato sorpresa e stupore. Ci si domanda quali affari indussero Trump ad attaccare pubblicamente e mantenere rapporti diversi in privato.

Ma ciò che è peggio è la scoperta che Andriy Derkach, parlamentare ucraino pro-Russia, che ha accusato Biden di essere coinvolto in un giro internazionale di riciclaggio di denaro, attraverso la compagnia energetica ucraina Burisma, del cui board aveva fatto parte in passato il figlio di Biden, Hunter nei giorni in cui formulò quelle accuse aveva appena incontrato Rudy Giuliani, avvocato peronale di Donald Trump.

Dunque, perlomeno nel caso Russia appare chiaro che Trump non solo sapesse ma partecipò attivamente al complotto ai danni di Biden per influenzare illegalmente le elezioni.

Una tegola che si riverbera in tutta la sua pesantezza sul partito Repubblicano che ha già commesso la nefanda idiozia di condannare nelle dichiarazioni Trump per l’assalto al Congresso ed assolverlo al momento del voto. Un comportamento che comporta l’indegnità di tanti senatori che si sono dimostrati indegni di quella carica.

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