Pablo Neruda

Due amanti felici

Gianvito Pugliese

Due amanti felici

Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell’erba,
lascian camminando due ombre che s’unisco,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.

Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s’uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
È la felicità una torre trasparente.

L’aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.

Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l’eternità della natura.

Pablo Neruda

Vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1971, il “poeta-pittore”, come tanti letterati amano soprannominarlo, è certamente tra i maggiori autori della letteratura latino-americana, ed è noto al grosso pubblico come poeta dell’amore ed ai cinefili italiani per essere stato il personaggio coprotagonista del film “Il Postino”, una delle più superbe interpretazioni del nostro Massimo Troisi.

L’invito che vi rivolgo è di leggere “Due amanti felici” dandole il tempo che le occorre per far entrare in noi quella complessità di sentimenti e sensazioni che solo Neruda sa trasmettere.

La congiunzione tra i due amanti, poco importa se sul piano spirituale o materiale, passa per aspetti e similitudini impensabili (dal pane alle gocce di luna, dalle ombre alla loro evoluzione in divina unità).

E poi una intensità di eventi che scatenano sentimenti di una potenza incredibile. Per dirla tutta Neruda, innamorato perdutamente dell’amore, riesce, come se fosse un contagio virale a farci sentire ugualmente rapiti da quel possente sentimento che supera “la fine e la morte”. Nulla si può opporre all’amore che governa l’eternità della natura.

Alla prossima.

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