Parliamo di donne: Le Magnifiche
Dopo aver ascoltato, in questi giorni le elucubrazioni pro e contro di Barbara Palombelli, le sue scuse ecc…… ovviamente tutte noi donne abbiamo fatto delle riflessioni.
Maria Catalano Fiore
Riflessioni: evitando di parlare a vanvera, vorrei solo farvi conoscere un libro, anzi lo stralcio da un libro uscito in periodo Covid e purtroppo poco pubblicizzato: “Le Magnifiche – Donne Nobili 900” di Daniela Musini 33 vite di donne che hanno fatto la Storia d’Italia. ed Piemme nov. 2020
E’ un lungo elenco di donne di tutte le epoche e di tutte le condizioni sociali nobili non solo per diritto di nascita, ma per il loro animo e valore. Una carrellata da cui attingeremo di volta in volta.
Tutte le donne sono nobili ed in questi ultimi anni lo hanno dimostrato ancora di più. Tutte le donne hanno sempre lavorato e mandato avanti le famiglie, cresciuto figli, nipoti ecc… Da sempre si sono piegate anche ai mestieri più umili, hanno fatto le serve, le lavandaie, le sarte e quant’altro. In questi mesi molti uomini sono rimasti a casa: cassa integrazione, lavoro dal divano di casa, addirittura licenziati; ma le donne hanno lavorato comunque e se è stato necessario sono andate a servizio, a stirare, a far pulizia nei portoni, ecc….. tantissimi lavori pur di superare questi momenti. Per ricompensa uomini frustrati, magari violenti o ubriachi le hanno picchiate o peggio. Non ritengo giusto esprimersi come ha fatto Barbara Palombelli. Non mi sono pronunciata prima perché volevo cercare di capire come una donna che ad ogni stagione ringiovanisce, concedendosi riposo e lifting possa usare, come donna conduttrice di un programma popolare la frase imbarazzante “Negli ultimi sette giorni ci sono state sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, oppure c’è stato un comportamento esasperante ed aggressivo anche dall’altra parte? E’ una domanda che dobbiamo farci per forza ……” Era il 16 settembre e allo sportello di Forum si era rivolta una donna per chiedere al marito la separazione con addebito per essere stata negli anni sottoposta a violenze ed umiliazioni. La donna voleva un minimo di mantenimento e poter restare nella casa coniugale. Il marito ribatteva che era la moglie a provocarlo e che l’intervento ogni volta degli altri condomini era eccessivo.
La Commissione Pari opportunità della Federazione Nazionale della Stampa, dell’ Usigrai e l’Ordine dei giornalisti hanno, ovviamente presentato un esposto per “tanta superficialità”. La Palombelli ha affermato di essere stata travisata, ma la frase è stata promunciata.
La Signora Palombelli che di sicuro avrà almeno una colf, evidentemente non è mai rincasata sfinita dopo una giornata di lavoro, fatto la spesa e dovoto anche preparare il pranzo o la cena, trovando un marito litigioso, esasperato, magari ubriaco, insoddisfatto a cui parte la brocca noncurante neppure della presenza dei figli che hanno altrettante esigenze e pretese.
Comunque della Palombelli che fa cadere le braccia per inedia quando discute di politica, e poi porta il discorso solo dove le fa comodo…. non ci interessa più di tanto. Torniamo alle donne alle “Meravigliose”, descritte in questo libro nel quale Daniela Musini, scrittrice, attrice e appassionata di personaggi carismatici propone una carrellata di donne molto eterogenee e di epoche diverse. Il Libro è realmente da leggere, molto ben recensito, scorrevole ma non romanzato, anzi storicamente ben documentato.
La carrellata parte da Cleopatra, poi Messalina, poi la Papessa Giovanna, per citarne alcune, Matilde di Canossa, Cecilia Gallerani (La dama con l’ermellino), Anita Garibaldi, La “Bella Rosina”, Matilde Serao, Eleonora Duse, Paola Borboni, Maria Callas “La Divina”, Lina Cavalieri, Sibilla Aleramo, Luisa Spagnoli, e tante altre tra cui una donna veramente importante nella storia della nostra nazione, ma tenuta un po’ in disparte, una delle tre Regine d’Italia: la Regina Elena del Montenegro.
In effetti dall’unità d’Italia sino alla Repubblica tre sono state le Regine consorti in’Italia. La Regina Margherita (1851-1926) cugina e moglie di Umberto I (re dal 1878 al 1900 data del suo assassinio a Monza) madre del futuro re, suo unico figlio Vittorio Emanuele II.
La seconda Regina è stata Elena del Montenegro,(1873-1952) consorte di Vittorio Emanuele II.
La terza , per pochi giorni Maria José del Belgio, consorte di Umberto II “Il re di maggio”.
La Prima una Savoia dalla testa ai piedi fu la Regina che si prodigò per far conoscere i nuovi governanti soprattutto alle popolazioni ancora borboniche del sud, accettò un matrimonio fallimentare, le svariate amanti, ma tenne tutto sotto controllo con “regalità”. Indossava le sue favolose perle “così come suo marito, che l’omaggiava, cambiava amante”, ribatteva anche con molto bon ton.
La seconda, La Regina Elena, è stata davvero una gran donna e una Grande Regina.
Nata Jelena Petrovic Niegos principessa del Montenegro (8 gennaio 1873 – 28 novembre 1952) è stata la moglie di Vittorio Emanuele III di Savoia,(1869-1947) Regina consorte sino all’abdicazione del maggio 1946 a favore del figlio Umberto II.
Diversi scrittori hanno scritto di e su Elena, alcuni testi andrebbero riletti per comprendere davvero chi era questa donna ed il bene smisurato che ha dimostrato nei confronti dell’Italia. Una Regina che si considerava innanzi tutto una madre, non solo per i suoi quattro figli, ma per tutti gli italiani e soprattutto per coloro che soffrivano. Ha attraversato due difficili conflitti mondiali e non solo.
Regina d’Italia quasi per caso, ha infatti incontrato il suo futuro marito al ricevimento per il matrimonio dello Zar Nicola II Romanov, le rispettive famiglie avevano pensato di dare in moglie la bella Elena al Fratello Minore dello zar, poi per pettegolezzi reali non se ne fece niente. Elena aveva, tra l’altro studiato in un istituto per la nobiltà a Pietroburgo preparandosi ad un ruolo reale. La famiglia Petrovic del Montenegro era imparentata con i Romanov, si frequentavano abitualmente, lo Zar era padrino della principessa Elena. (sesta di ben 12 figli).
Forse una fortuna considerato che lo Zarievic e quella che divenne poi sua moglie, furono i primi ad essere uccisi allo scoppiare della Rivoluzione Russa.
Vittorio Emanuele invece era rimasto molto colpito da quella bella, alta e sana ragazza, inviandole semplicemente un mazzetto di fiori di campo. Elena quindi era molto colta, appassionata e dedita alle arti, entusiasti di lei anche sua madre la Regina Margherita e il Presidente del Consiglio Italiano Francesco Crispi. Basta matrimoni, per altro infelici, tra consanguinei, la dinastia dei Savoia aveva bisogno di sangue nuovo e di gente in salute, anche perché quel Re minuto, mingherlino e cagionevole aveva bisogno di generare eredi sani. Importanti i legami del Montenegro con la Russia e il suo tramite balcanico per commerci ed altro. Anche se le battute all’epoca di sprecarono: il regno della sposa era un cumulo di massi e capre (ma i Savoia erano messi peggio sino a qualche tempo prima) l’altezza della sposa….la coppia diventò “Curtatone e Montanara”; dopo pochi mesi, comunque, il matrimonio fu fissato.
Le nozze furono celebrate, dopo la rinuncia della sposa alla fede ortodossa, avvenuta a Bari il 21 ottobre nella Basilica a doppio rito di San Nicola, con i dovuti fasti nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, a Roma, il 24 ottobre 1896. Poi ratificato in Quirinale il giorno successivo. Un doppio ricevimento per reali convenuti da tutta Europa (molti imparentati strettamente con la sposa) e poi per i ministri del regno.
Nella sua corte la nuova Regina diede un’impronta di conduzione di vita famigliare molto semplice. Il suo matrimonio, a prescindere dalle sciagure mondiali, è stato tra i più felici di quelli contratti dai reali del 900. Hanno abitato nella zona più appartata del Quirinale, in modo molto semplice nel quotidiano. Il loro matrimonio è stato , sancito da 4 bellissimi figli: la prima Jolanda, poi Mafalda principessa d’Assia, quindi il principe ereditario Umberto, poi Giovanna di Savoia Regina di Bulgaria.
Molto sensibile alla condizione delle donne italiane è stata Elena a volere, nel 1908, a Roma, il Primo Congresso Nazionale delle donne italiane. Ogni giorno vittorio Emanuele si presentava a dare il buongiorno alla moglie con un mazzetto di fiori di campo
Regina infaticabile è stata sempre presente a sciagure, come il terremoto di Messina del1908, quando trasformò la sua nave in ospedale e come infermiera, organizzò la cura dei feriti più gravi. Fece costruire il villaggio Regina Elena, per i senzatetto. Sempre presente al fronte del primo conflitto mondiale, tendendo la mano a quei soldati che, riconoscendola, si sentivano meno soli e disperati. Lo stesso Quirinale fu trasformato in Ospedale di massimo livello con 250 posti per casi urgenti. Ha vegliato su malati, li ha assistiti moralmente, ha consentito loro l’accesso alla Biblioteca. Si è interessata particolarmente ai mutilati di guerra. Ha organizzato laboratori per il reinserimento nel sociale, ha provveduto ad insegnanti e materiali, doni e sussidi. L’Ospedale di Montecitorio ha curato, sino al 1919, 2648 feriti oltre a 1841 grandi invalidi. Elena stessa ha istituito borse di studio per orfani o figli di mutilati. La Sovrana da un valido esempio rinunciando a qualche gioiello e dando l’esempio alle signore più abbienti. Vengono raccolti 18.522 gioielli, venduti poi in una Asta di rango. Con il ricavo di tale Asta di 3.445.950 lire la Fondazione Elena di Savoia comincia la sua opera educativa che tutt’ora continua.
La Regina visita Ospedali, fa beneficienza, si occupa dei progressi medici. Innumerevoli i suoi interventi a favore della popolazione, dispensari medici, ecc….il 7 marzo 1937 riceve da Papa Pio XI la “Rosa d’oro” una onorificenza concessa dai papi ai sovrani come segno di particolare distinzione.
Elena cerca di impedire il secondo conflitto mondiale proponendosi e adoperandosi come pacificatrice, ma è osteggiata da Mussolini dai vertici militari e dal suo stesso marito. Resta, comunque, sempre al suo fianco pur non condividendo, spesso volte, queste sue scelte politiche. Subisce con lui la morte della Figlia Mafalda in un campo di sterminio tedesco, colpevole solo di aver sposato un Principe d’Assia. inviso al regime, senza poter far niente.
La Chiesa da anni ha avviato la causa di beatificazione e nel 2011 è stata nominata “Serva di Dio”, ma tanti italiani non ne sono a conoscenza. La Regina Elena ha seguito suo marito in esilio prima in terra d’Egitto, ospiti di Re Faruk, poi alla morte del marito si è trasferita in Francia a Montpellier, per curarsi da una forma di tumore, dove poi è morta a distanza di poco tempo. Dopo alterne vicende i loro corpi sono ora sepolti vicini, per loro volere, nel Santuario di Vicoforte (Cuneo)
E’ stata una signora della carità!
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