Piatti e sapori che hanno ispirato la musica
Avete mai pensato a quante canzoni sono state ispirate da pietanze? Sicuramente la prima a cui pensate è la famosa “Pappa con il pomodoro” cantata da Rita Pavone e poi……
Maria Catalano Fiore
Trascurando le celebri arie di musica classica, vari pranzi, il brindisi della Traviata “Libiam con i lieti calici….” ecc….se pensiamo alla musica leggera certamente “Viva la pappa con il pomodoro” ha un ruolo importante. Un brano scritto da Lina Wertmuller e musicato da Nino Rota! Qualcosa di molto serio.
Come serio era il “Giornalino di Giamburrasca” opera dello scrittore fiorentino Luigi Vamba, scritto nel 1907 e pubblicato nel 1920. In una famosa scena il protagonista, finito in collegio, si ribella al vitto ed alla vita di collegio chiedendo proprio questo piatto. Piatto tipico della tradizione toscana, non pasta con il pomodoro o ragù, la “Pappa con il Pomodoro” è tutt’altra cosa.
Negli anni 60 la versione televisiva diretta da Lina Wertmuller, con colonna sonore di Nino Rota e una giovane Rita Pavone che interpretava in modo magistrale “Giovannino Stoppani”, provoca una nuova ondata di successo a questo libro. Fa riemergere anche la “Pappa con il pomodoro” piatto semplicissimo, della tradizione contadina toscana, costituito da pane raffermo e pomodoro.
Un piatto che ha origini sicuramente ad inizio 800, quando si diffonde l’uso culinario del pomodoro. Il pomodoro, infatti pur essendo arrivato, in Europa dalle Americhe, attraverso i vari navigatori, ad inizio 600 è considerato una pianta ornamentale. Il Re Sole, ad esempio, lo aveva fatto piantare come decorazione nei suoi parchi, altrettanto fa l’architetto Luigi Vanvitelli alla Reggia di Caserta. Solo con la Rivoluzione francese e con la penuria di cibo, si cominciano ad usare quelle grosse e succulente “bacche”.
Cibo e musica sono sicuramente un binomio da sempre, il cibo e il buon vino portano a stornelli, canzoni improvvisate, ma anche a dei veri e propri tormentoni estivi. strofe che si fissano in testa come “Baccalà” di Nino Ferrer nel 1969 che in pochi passaggi ripeteva la lista della spesa degli italiani: “pasta al pesto, pollo arrosto, il baccalà…..” cantata da un laureato antropologo italo-francese è realmente uno specchio alimentare.
Pensate a Pupo, sua seconda canzone “Gelato al cioccolato” scritta da Cristiano Malgioglio. Una canzoncina che si canta tutt’ora, ma di cui nessuno ha capito il vero significato…, ma nell’epoca del politicamente corretto, lasciamolo a Malgioglio.
O la bella “Spaghetti, pollo e patatine e una tazzina si caffè …che a malapena riesco a mandar giù…..a Detroit”, cantata nel 1967 da Fred Bongusto. Praticamente il pranzo dell’italo americano medio che abbinava gli spaghetti, cucinati in modo approssimativo, al pollo fritto o arrosto americano, una insalata e il caffè lungo per accompagnare il pasto, autore lo stesso Bongusto e Franco Migliacci. Una composizione che alternava ritmi swing-jazz alla voce alterata da un vecchio grammofono, rievocando anche un po’ Fred Buscaglione.
Colonne sonore e sigle di trasmissioni televisive come “Coctail d’amore” , sempre composta da Cristiano Malgioglio e cantata dalla bravissima showgirl Stefania Rotolo, indimenticata ballerina e cantante, morta giovanissima, a soli 30 anni (1951-1981)
Ne si sono tirati indietro cantautori come Fabrizio de Andrè che in “Creuza de Mà” riusciva, tramite il cibo a raccontare quel mondo disperato, duro, eroico, avventuroso dei navigatori del Mediterraneo, e della tavola come punto fermo tra pesce fritto, interiora e vino scadente. Creuza de Mà, completamente in dialetto genovese, ha l’arrangiamento di Mauro Pagani, sarà anche il titolo di una serie di concerti live. Ancora di Fabrizio de André “Don Raffaè” eseguita con Roberto Murolo, in napoletano sul…Caffè.
L’intellettuale Paolo Conte in “Gelato al Limone” dipinge dettagli fatti di piccole cose in una storia d’amore adulta.
Ma spesso nella musica popolare italiana è solo….cibo! Tutti i nostri sapori ed odori hanno tutte le carte in regola per meritarsi una canzone. Persino ricette: Fabrizio de André con Ivano Fossati hanno messo in musica un’intera ricetta in “A.Cimma” contenuta nell’Album “Le Nuvole” del 1990. In perfetto dialetto ligure, raccontano la cultura gastronomica di una intera regione.
La cucina regionale ispira anche i cantautori più recenti come Millelemmi che dedica un brano Rap al “Lampredotto” il famoso lesso di trippa bovina, “Questa non è una cosa per gente schizzinosa”. Fiorentino puro fa della sua lingua un cavallo di battaglia per la sua musica.
Nel 2002, quando Bugo (pseudonimo di Cristian Bugatti) era ancora un fenomeno di nicchia, la sua canzone “Pasta al Burro” anticipava la tendenza dei cuochi televisivi come star quando ancora il fenomeno era molto lontano “In libreria c’è una conferenza, tanta gente ascolta la scienza, la cucina e i suoi segreti”. Il ribelle Bugo rivendica il diritto di mangiare una semplice “Pasta al Burro” al grido di “Pasta al Burro è il mio oro”.
Bugo è definito dalla critica un “Contautore” ,racconta il quotidiano e riesce a traghettare con la sua musica l’impegno della canzone di protesta degli anni 70 nell’attuale canzone “disillusa” dell’ultima generazione.
Ma la “Pappa con il pomodoro”? Senza dubbio un capolavoro di gusto.
Ingredienti per 4 persone: 500 g. di polpa di pomodoro, 300 g. di pane raffermo, 20 foglie di basilico fresco, 1 spicchio di aglio, 1 cipolla bianca, brodo vegetale, olio extra vergine di oliva, sale e pepe q.b.
Preparazione: tritare la cipolla e farla appassire in una casseruola con olio e lo spicchio di aglio a fiamma bassa. Tagliare a cubettoni il pane raffermo, togliere la crosta e metterla da parte per farne crostini. Aggiungete la mollica nella casseruola, scottarla per un minuto, poi bagnarla con brodo vegetale. Dopo qualche minuto, aggiungere anche la polpa di pomodoro e regolare di sale e pepe. Arricchite con qualche foglia di basilico, mescolate, continuate a bagnare con il brodo. Procedere con la cottura per circa mezz’ora finchè il pane comincia sfaldarsi e tutto diventa omogeneo.
A fine cottura, guarnire con il restante basilico e impiattare aggiungendo olio crudo, pepe e le croste di pane rese croccanti in padella. Abbastanza facile, un piatto unico genuino ed equilibrato, consigliato da medici e dietologi come alimento ideale per uno stile di vita sano.
Se non avete voglia di cucinare e avete del pane raffermo, pomodori e cipolla potete sempre ricorrere alla classica “Cialledda” pugliese. Comunque il pane va riciclato, mai buttato, se proprio volete eliminarlo nutrite gatti, cani o uccellini.
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