Pompei restituisce alla luce una bottega di street food

Una interessante scoperta ……..

Maria Catalano Fiore.

Pompei restituisce ancora elementi interessanti del passato. Di questo dobbiamo ringraziare il lavoro silenzioso degli archeologi che mai in vista e quasi sempre malpagati, riportano l’Italia sui notiziari del mondo per una bellissima cosa, un “thermopolium”. Un bellissimo bancone decorato in una bottega dove la gente poteva comprare cibo caldo da consumare per strada.

Del resto il Parco archeologico di Pompei è così vasto che ancora per anni restituirà meraviglie. Così esteso da essere suddiviso per settori di intervento e con vari team di archeologi, di varie specializzazioni che vi operano. I ritrovamenti non avvengono ne per caso ne per miracolo, lo sanno bene tutti coloro che operano nel settore Archeologico. Lo stesso Parco Archeologico di Pompei, impiantato come cantiere di scavo in periodo Borbonico, poi passato allo stato italiano, diventa Parco Archeologico solo nell’agosto del 1981. Si rende necessario a seguito del sisma del 1980 e per operare un distacco dalla Soprintendenza di Napoli, non in grado di gestire al meglio i tanti siti archeologici della zona.

Pompei ed Ercolano, i loro scavi, devono soprattutto distaccarsi dal Museo Archeologico di Napoli, dove sono custoditi i vari reperti delle due città di Pompei ed Ercolano, voluto dai Borboni, che dando avvio alle due campagne di scavo, creano un Museo per conservarne i reperti ritrovati, ma ormai troppo pieno e obsoleto.

L’area dell’antica Pompei alle pendici del Vesuvio

Nel 2008, viene dichiarato uno stato di emergenza, una situazione di grave pericolo, per alcuni crolli, viene nominato un Commissario straordinario, che termina la sua missione nel luglio del 2010. Comunque i problemi persistono, soprattutto per la carenza del personale e l’ampliamento delle aree visitabili.

Con D.M. 12 gennaio 2017 (G.U. 10/3/17) nasce il Parco Archeologico di Pompei a se stante da Ercolano ed altri siti di scavo. Attualmente Pompei è gestita dal 2014 da un Direttore ad Interim l’arch. Massimo Osanna.

Il ritrovamento e rimessa in luce del Thermopolium, più semplicemente Termopolio (sito nella sez. V degli scavi) non è perciò un “Miracolo di Natale” come sembra proclamare con enfasi il Ministro per i Beni Culturali e Ambientali, on. Dario Franceschini, ma il lavoro di una equipe di specialisti archeologi che dura da tempo e che ha favorito questo ritorno, intatto, centimetro dopo centimetro con estrema cura e delicatezza.

Un cantiere di scavo non nasce ne per caso, ne per intuizione, questo lo sa bene chiunque sia nel campo dell’arte, e non solo.

Innanzi tutto, siamo quasi nel centro dell’antica città, quindi non vi è dubbio che scavando viene fuori una casa, un negozio, un lupanare ecc.., poi, prima di ogni inizio di scavo, avviene un sondaggio che accerta la presenza di un manufatto e soprattutto si verifica la stratigrafia che ne determina l’epoca. Questo metodo non si può improvvisare, ma è frutto di accurati studi del professor Andrea Carandini. Difatti è conosciuto ed applicato in tutto il mondo come “Metodo Carandini” che afferma a tutt’oggi: “l’Archeologo è come Freud, scava dentro”.

il Direttore ad Interim degli Scavi, Massimo Osanna, ha spiegato che il ritrovamento di questo Termopolio è un ulteriore ritrovamento di valore storico/sociale quale testimonianza della vita quotidiana in Pompei. Per questa nuova scoperta “All’opera vi è un team interdisciplinare composto da un antropologo, un fisico, archeologi, 1 archeobotanico, 1 archeozoologico, 1 geologo, 1 vulcanologo e diversi operai specializzati”.

Pompei, Termopolio, archeologhe all’opera da notare i dipinti, che davano sulla strada e che indicano che li si può mangiare

Perché la messa in luce di questo Temopolio è così importante? Sia perché è una delle più antiche tavole calde di Pompei, ma soprattutto per le belle decorazioni. Situato nel V comparto appare perfettamente conservato anche per la delicatezza e la professionalità di chi ha scavato e studiato. Addirittura sono state rinvenute tracce degli alimenti che venivano preparati, venduti e consumati per strada. Era infatti una abitudine dei pompeiani quella di consumare, all’ora di pranzo, all’aperto cibi e bevande calde. La cena poi in famiglia a casa o, se uomini d’affari, invitati da qualcuno.

Ma come si è arrivati a questa scoperta? Pompei, come tutte le città, castrum, o accampamenti romani è concepita in modo squadrato, composta da cardi e decumani che formano degli isolati. Ovviamente dopo aver scavato nelle costruzioni che la fiancheggiano, si fa un saggio e poi una stratigrafia all’angolo, applicando il “Metodo Carandini”.

Il Prof. e Presidente del FAI Andrea Carandini

Ma chi è questo Andrea Carandini? All’epoca dell’Università questo nome mi ha triturato le orecchie, il suo metodo, definitivamente acclarato nel 1976, era ripetuto come un ritornello dai professori di Archeologia, Storia dell’Arte, Storia Medioevale, Archeologia cristiana antica ecc….da Giulio Carlo Argan e da altri. Era praticamente obbligatorio in ogni esame conoscere questo innovativo metodo stratigrafico e come si procedeva. Penso che tutti gli studenti, soprattutto chi non intendeva intraprendere studi di Archeologia, fossero un po’ seccati. Poi, in Soprintendenza e sui cantieri ho compreso l’importanza decisiva di questo metodo. Al Ministero Per i Beni Culturali, ho avuto anche occasione di incontrare più volte questo luminare. Un personaggio davvero notevole, per modestia e per la mente oltre che preparazione.

Pompei :Ecco il Bancone del Termopolio

Forse sarò retorica, ma non si può comprendere uno scavo archeologico senza alcune basi fondamentali. Carandini, anzi il Conte Andrea Carandini dei Marchesi di Sarzeno, patrizio di Modena, nobile di Bologna, figlio di un ambasciatore e ministro della Repubblica, nato a Roma nel 1937, è stato allievo di Ranuccio Bianche Bandinelli, luminare all’epoca di Archeologia con il quale si è laureato nel 1962 con una tesi sui Mosaici Siciliani di Piazza Armerina. Nel 1963 comincia la sua carriera accademica, prima assistente, poi docente della Cattedra di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana all’Università di Siena, poi a Pisa, poi a Roma. Dal 2010 è in pensione. Dal 2009 è Stato Presidente del Consiglio superiore del Mibact, nominato dal ministro Sandro Bondi e confermato dai suoi successori. Dimessosi nel 2012, dal 2013 è subentrato a Ilaria Borletti Buitoni come Presidente del FAI (Fondo per l’ambiente Italiano) tutt’ora in carica. E’ anche Componente del Comitato Scientifico del parco Archeologico del Colosseo. Innumerevoli le sue pubblicazioni ed i suoi lavori nei cantieri archeologici. Notevole il suo trattato “Storia della Terra- Manuale di Scavo Archeologico” nel quale illustra passo dopo passo la sua metodologia e significato.

Il prof. Carandini consiglia di cominciare con un Saggio Stratigrafico che consente di comprendere il monumento ed il sottosuolo. Consente di scoprire le azioni sia della natura che dell’uomo attraverso i secoli (sia costruzione che distruzione). Con la sua minuzia artigianale lo Stratigrafo (l’Archeologo addetto) penetra nel sottosuolo, praticando un taglio, traducendo quello che man mano scopre ed analizza, come in un racconto, a cui concorre tutto il team, quello che scopre dall’era più recente alla più antica, sollevando man mano ed analizzando strati di terreno.

Dalla seconda metà del 900 gli archeologi europei avevano cominciato a datare gli strati archeologici in base ai manufatti ritrovati, con il Metodo Carandini si analizzano meglio resti di animali, piante, ed altro, perciò la datazione è sicuramente più precisa, si possono datate posti e situazioni attraverso poche e semplici cose, residui di cibo, di animali, di piante.

Questo suo metodo, Andrea Carandini, oltre che nelle sue divulgazioni scolastiche e letterarie lo ha spiegato in modo esaustivo nel corso di una lunga trasmissione condotta da Cinzia Tani (scrittrice e conduttrice) nel programma “Visioni private, Rai cultura 2014”.

POMPEI TERMOPOLIO

Tornando al nostro Termopolio della città di Pompei, si comprede bene che uno scavo non può emergere in poco tempo, occorrono anni ed impiego di risorse umane e materiali per far emergere qualcosa sotto quantità ingenti di terriccio.

Questa scoperta su un posto molto frequentato in epoca romana ha richiesto un notevole lavoro reale, cominciato verso la fine del 2018, per poi proseguire, anche in base ai fondi stanziati, per tutto il 2019 e il 2020. Non è assolutamente facile scavare e nello steso tempo salvaguardare dipinti e decorazioni sino a raggiungere il pavimento. E’ un lavoro eseguito con pennello e paletta ed ogni strato catalogato ed imbustato per ulteriori analisi in laboratorio.

La soddisfazione è grande quando emerge qualcosa come questo splendido bancone, integro, completamente decorato. Una Nereide a cavallo in ambiente marino e sul lato più corto l’illustrazione della stessa bottega, tipo le carni che vi venivano macellate e consumate in quel luogo tipo insegna commerciale. Interessante anche il ritrovamento di ossa umane. Alcune di un uomo dalla presumibile età di 50 anni, probabilmente il gestore che alloggiava nel retrobottega, altre ossa sono state ritrovate, ma ancora da analizzare. Le indagini scientifiche in corso ci daranno ulteriori notizie.

E’ stato rinvenuto anche diverso materiale da dispensa e da trasporto: 9 anfore, una patera in bronzo, due anfore, un’olla in ceramica comune da mensa. Tutto il pavimento appare in coccio pesto con inserti di marmi policromi. Difronte alla struttura, a poca distanza, è già emersa, nel 2019, una cisterna ed una fontana per la distribuzione dell’acqua.

Queste strutture erano molto diffuse, anche se non così belle e decorate, in città se ne contano almeno 80. Questo Termopolium è su tutti i giornali del mondo. Ma non è la prima, ne l’ultima volta che si parla di importanti ritrovamenti a Pompei, ad esempio l’affresco di “Leda e il Cigno” (novembre 2018) o dei due gladiatori al termine di un combattimento (ottobre 2019) o dei due corpi del ricco e del suo giovane schiavo (novembre 2020)

Pompei : altri particolari del bancone.

Il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, durante la presentazione ufficiale, ha commentato “Con un lavoro di squadra che ha richiesto norme legislative e qualità delle persone oggi Pompei è indicata nel mondo come un esempio di tutela e gestione, tornando ad essere uno dei luoghi più visitati in Italia” in cui si fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa”.

ministro Mibact Dario Franceschini

Piccolo inghippo, che il ministro tralascia sempre sono i problemi reali, ha già dimenticato l’epoca dei crolli, nel recente passato il Parco archeologico di Pompei faceva notizia solo per frane e cedimenti, dovuti ad infiltrazioni ed a lavori lasciati a metà senza una messa in sicurezza. Alla base incuria e problemi di di gestione, il personale ed i fondi per gestire questo immenso Parco Archeologico oltre a risolvere il problema della Direzione. E’ già stato pubblicato, sia sul sito Mibact che sulla Gazzetta Ufficiale, il nuovo bando per un nuovo Direttore, scaduto il 3 novembre 2020, l’esito previsto è per il 31 marzo 2021. Il Direttore avrà un incarico di 4 anni eventualmente rinnovabile. Non ci rimane che aspettare per sapere chi si occuperà fattivamente di Pompei e come e speriamo si tratti di un Archeologo italiano, considerando la propensione esterofila del Ministro.

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