Presepe del 700 del Principe di Ischitella F.E.Pinto

il nostro presepe simbolo di questa ricostruzione, che sicuramente richiederebbe più spazio….

Maria Catalano Fiore

Tra i più accaniti e maniacali contendenti con il Re ed il Presepe Reale di Napoli, troviamo il Principe di Ischitella Francesco Emanuele Pinto y Mendoza. Un personaggio davvero particolare. Spagnolo, trapiantato a Napoli, ma che acquista terreni e titoli sul Gargano e che per il suo Presepe si gioca la sua intera fortuna.

Secondo il libro d’oro della nobiltà partenopea nel 1671 Luigi Emanuele Pinto y Mendoza (suo padre), di origine portoghese, appartenente come famiglia all’Ordine di Calatrava, cioè una delle 4 famiglie nobiliari più prestigiose del regno di Spagna, si rifugia a Napoli probabilmente per evitare problemi con la Santa Inquisizione, dove furono comunque iscritti per casato e diritti, nel Libro d’Oro. Luigi Emanuele acquistò quindi i feudi di Ischitella e Peschici, sul Gargano. Nel 1681 fu insignito dei titoli di Principe di Ischitella e barone di Peschici.

Francesco Emanuele Pinto (1697-1767), suo figlio, marchese dell’ordine di San Giuliano e terzo Principe di Ischitella, poi insignito nel 1738 anche di altro principato, sposa in prime nozze Giulia Caracciolo e nel 1738, in seconde nozze Zenobia Miraballo. Molto religioso e osservante delle novene del Santo Natale, diventa un collezionista compulsivo di Presepi.

Una delle maternità proveniente da uno dei vari Presepi del Principe di Ischitella

I presepi allestiti nei Palazzi nobiliari di Napoli erano qualcosa di unico. Le meraviglie delle scene ricostruite con ricchezza di particolari, la plasticità dei volti dei pastori, attiravano un pubblico numeroso di ogni estrazione sociale suscitando nei visitatori “diletto e meraviglia”.

Il tutto con una ricchezza inaudita di sete e stoffe pregiate, gioielli, stoviglie in oro e argento che dovevano dimostrare lo status socio-economico del casato che allestiva il Presepe. Le cronache della “Gazzetta di Napoli” citano, a più riprese, durante il periodo detto austriaco (cioè della Regina Maria Amalia di Sassonia 1707-1734), la visita dei Vicerè delle province ai Presepi napoletani.

Ringrazio Giovanni Rinaldi, I pulcinella ormai non possono mancare

Tra i tanti il più celebre era uno di proprietà del Principe di Ischitella Emanuele Pinto. In un articolo è riportato che una viceregina si recò a far visita preceduta da un drappello di guardie ed accompagnata da alcune sue dame. Il Principe e la Principessa di Ischitella la ricevettero ai piedi della Scalinata d’onore. L’accompagnava inoltre il famoso architetto di Presepi Desiderio De Bonis.

Il Principe Francesco Emanuele Pinto era quindi un raffinato collezionista di Presepi. Ne possedeva di tutti i materiali e disposti in ogni stanza della sua dimora napoletana. Gli allestimenti erano qualcosa di “inusitato” anche per un pubblico avvezzo a questo genere di “sacre figurazioni”. Ancora a fine 700 ne restava memoria. Nel 1733 l’arch. Desiderio De Bonis divenne oltremodo famoso (oggi un nome sconosciuto) come “quotato specialista.”

Costruzione di uno scorcio di presepe napoletano.

Purtroppo Pietro Napoli Signorelli, alla fine del 700, sempre sulle pagine della “Gazzetta di Napoli” lamenta le progressive dispersioni già in atto e smembramenti dei presepi napoletani più lussuosi. Proprio parlando del Principe Pinto dice che mano mano il principe impegnava le pietre e gli ori che corredavano i figuranti.

Un nobiluomo dagli abiti profilati in oro e filigrana

Il massimo fu raggiunto con il pignoramento dei mantelli dei Re Magi, che da soli valevano una cifra notevole. Purtroppo era una collezione costosa che doveva finire prima o poi. Le condizioni sociali erano nettamente cambiate per tutti. Il Presepe doveva tornare all’iniziale funzione devozionale natalizia.

Altri Presepi sono meritevoli di menzione, il Presepe Cuciniello, il Presepe Riccardi, il Presepe ora proprietà del Banco di Napoli ed il Presepe Perrone.

Il Presepe della Famiglia di Michele Cuciniello che l’avv. Michele Cuciniello, erede della famiglia, ha donato, nei suoi ultimi anni di vita, nel 1877, al Museo della Certosa di San Martino di Napoli, assicurandosi personalmente della posa in opera dei supporti e dei figuranti (almeno 300 solo di pezzi importanti). Da molti visitatori viene definito il “Presepe più bello del mondo”.

In effetti è molto scenografico
Parte centrale del Presepe Cuciniello, i personaggi sono talmente tanti da sembrare soffocati

Abbiamo poi altri Presepi come il magnifico Presepe Ricciardi che ha solo nel corteo degli orientali, che seguono i Magi 50 figuranti importanti ed abbigliati perfettamente secondo i loro usi. Anche questo è visitabile nella Certosa San Martino.

Altro Presepe di spicco è quello di proprietà del Banco di Napoli è un Presepe formato da statuine ed altro provenienti da pegni insoluti o vendite. La Banca, programma ogni anno, nel mese di dicembre, un allestimento nel Palazzo Reale di Napoli con un ciclo di visite guidate. Questo Presepe intende riprodurre un reale Presepe 700esco napoletano. La ricca collezione consiste in 210 figurine e 144 accessori particolari.

Presepe Banco di Napoli, Sacra Famiglia e Magi
Presepe Banco di Napoli, particolare delle figure

Ma cosa era successo? I Perrone, famiglia di studiosi, collezionisti ed editore essi stessi, Antonio il capostipite risulta fondatore di pubblicazioni sui Presepi, acquista lui stesso degli esemplari dando vita nel secolo seguente, anche alla “Raccolta Perrone” .

Lo Storico Gian Giotto Borrelli in un volume dal titolo “Pastori e Presepe napoletano” ed. De Rosa 1998, mette in rilievo che nello sterminato inventario dei beni presepiali del Principe di Ischitella, redatto a Napoli nel 1767, pochi giorni dopo la sua morte, infatti il Principe Francesco Emanuele Pinto mori fortemente indebitato, proprio a causa della sua mania.

“Nella sua casa a Chiaia, compaiono 11 Presepi di ogni dimensione e materiale dal legno di bosso intagliato alla cera modellata, alla ceramica e terracotta. Ad un certo punto del documento si riporta la seguente notazione: “In tre stanze consecutive è piantato il Presepe grande con tutti i pastori ecc….Probabilmente era quello composto da “figure” acquistate dal Principe tra il 1743/1744 per l’ingente somma di 2.000 ducati. Ma ancor più interessante è un’altra stanza ricca di scenografie bellissime e personaggi inverosimili, carrozze con Cardinali e Vescovi, un convento di suore ecc….Probabilmente pezzi progettati dall’arch. Desiderio De Bonis ma ancora non usati.

C’è da sottolineare comunque che Emanuele Pinto fu un grandissimo esteta e filantropo. I suoi Palazzi sul Gargano Completamente ristrutturati ed abbelliti. Opere d’arte di indubbio valore in varie Chiese. In Particolare il Palazzo principesco ad Ischitella.

Nel 1714 il Principe Pinto comincia la ricostruzione, sulla base di un antico castello Svevo, di quello che sarà il suo Palazzo. A tre piani con ampio loggiato e imponente portale sulla Piazza dell’abitato e vista sul mare. Una dimora realmente signorile che rispecchiava quella di Napoli in largo Chiaia. Ora Palazzo Ventrella, iscritto nei registri del Fai per lavori di manutenzione, forse mai eseguiti dai proprietari attuali.

I Creditori sequestrarono immediatamente il Feudo di Peschici e concorsero per quello di Ischitella.

Con la mancanza di liquidità nelle grandi famiglie che avevano sperperato fortune, nell’intento di emulare la Corte. Le peripezie del regno di Napoli, l’avvento dei Sabaudi, questi presepi si ridimensionarono man mano, ma Napoli conserva nella sua anima il Presepe.

Ma nel Resto d’Italia? Variazioni e Presepi diversi caratterizzano l’Italia: Bologna, Genova, Sicilia, Puglia ecc… alla prossima!

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