Prigozhin: “Ucciso dall’uomo di Putin”

Rivelazioni bomba del Wall Street Journal sull’assassinio di Prigozhin ed i comandanti della Wagner

La redazione

Evgenij Prigozhin (in copertina), “il cuoco di Putin”, un oligarca che ha costruito la sua fortuna economica in Russia sugli appalti della ristorazione, arrivato a rappresentare la voce del Cremlino e del suo inquilino dai suoi uffici di San Pietroburgo, nei quali si partorivano e dai quali partivano le campagne della guerra ibrida, prima all’Ucraina poi all’Occidente, e capo della brigata mercenaria Wagner aveva osato sfidare il potere assoluto di Vladimir Putin. La Wagner, a scopo dimostrativo, marciò indisturbata su Mosca, fermandosi a trecento chilometri dalla capitale per dare un serio segnale a Putin, ed il suo capo sarebbe stato assassinato su ordine di Nikolai Patrushev, già capo dei servizi segreti Fsb e uno degli uomini più vicini allo zar Vladimiro.

Non lo dice uno qualsiasi ma il Wall Street Journal, che scrive di fonti di intelligence occidentali e finanche di di un membro dei servizi di Mosca. Il Cremlino ha, secondo copione, negato , definendolo fake news o bufale. Ma che fosse coinvolto nell’esplosione dell’aereo di Prigozhin, qualcuno di molto in alto nel cerchio magico di Putin, non meravigliava. E’ noto che gli assassini di Stato graditi al dittatore russo vengono gestiti da suoi “fedelissimi”. Gli stessi che probabilmente gestiranno il suo, il giorno che troveranno utile liberarsi di un dittatore scomodo, di ostacolo agli affari del cerchio magico.

Prigozhin morì il 23 agosto. Siverificò un’esplosione a bordo del mini jet su cui viaggiava con l’inquietante neonazista Dmitry Utkin, comandante militare della Wagner, e con altri ufficiali di comando dell’unità mercenaria. Il piccolo aereo era decollato da Mosca e diretto a San Pietroburgo, ormai considerata dai Russi il feudo del ricchissimo oligarca. Poco dopo le 17precipitò, privo di un’ala, in aperta campagna. Un filmato, frutto di una ripresa non casuale e diffuso poco dopo lo schianto, mostra la caduta l’evento. Per identificare le vittime fu necessario il test del Dna.

La responsabilità del Cremlino era nota a tutti. Dopo la marcia su Mosca, Evgenij Prigozhin era «un morto che cammina» in attesa di essere assassinato per volere di Putin, che negò sempre un suo coinvolgimento e ricordò Prigozhin come “un uomo di talento che aveva commesso dei gravi errori“. Le indagini farsa ufficiali conclusero che la disgrazia era stata causata da una granata “che quei soldatacci si erano portati a bordo”.

Il Wall Street Journal accusa apertamente Patrushev. Sostiene che l’ex capo dell’Fsb, aveva gestito i negoziati col capo della Wagner e si sarebbe fatto aiutare dal dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko, a pianificare l’assassinio di Prigozhin, che in un primo momento era stato confinato proprio in Bielorussia. A metà Patrushev propose l’esecuzione e Putin diede il suo consenso. La bomba esplosa nel mini jet, che ne staccò un’ala, “sarebbe stata collocata” secondo il Wall Street Journal “poco prima del decollo durante controlli di sicurezza“.

Nikolai Patrushev, 72 anni, è annoverato tra i più vecchi e fidati uomini di Putin. Lavoravano insieme al Kgb, nella sede di Leningrado, allorchè Boris Eltsin decise che doveva essere primo ministro e Puti gratificò il suo compagno Patrushev nominandolo capo dell’Fsb (l’ex Kgb). Le azioni oscure e becere attribuite allo stesso non si contano. Dalle provocazioni ai ceceni ai giornalisti scomodi giustiziati da Putin, esibendo il suo marchio di fabbrica.

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