Processionaria, massima all’erta
Bari, nel Giardino degli Aquiloni, trovata una fila dei bruchi già scesi dall’albero
Lidia Petrescu
Stamattina, alle 6 circa, nella consueta passeggiata col cane, mi sono imbattuta, appena entrata nel Giardino degli Aquiloni dal lato di via Devitofrancesco, in un impressionante cordone di bruchi di processionaria.
Nel video si vedono almeno una cinquantina di bruchi ordinatamente incolonnati, passeggiare alla ricerca di una crepa nel terreno, dove interrarsi ad una profondità di circa 10-15 centimetri e qui, dopo qualche mese allo stato di crisalide, trascorso il tempo necessario, gli esemplari adulti emergeranno dal terreno durante i mesi estivi (periodo di sfarfallamento).
Come sappiamo, in questo periodo dell’anno, vengono fuori le specie maggiormente conosciute e diffuse in Italia, che sono: Thaumetopoea pityocampa (o processionaria del pino) e Thaumetopoea processionea (o processionaria della quercia). In particolare, negli ultimi anni, la processionaria del pino in Italia, grazie al clima eccessivamente caldo, ha portato e continua a portare invasioni di questo pericolosissimo animale in numerose città e specialmente a Bari.
Ad ogni modo, ricordiamo che il ciclo vitale, la pericolosità per l’uomo e i danni indotti all’ambiente dalla processionaria della quercia sono del tutto simili a quelli provocati dalla processionaria del pino.
La processionaria è dannosa per il mondo vegetale. Talvolta gli alberi, dove si sono annidate, si seccano ed il popolamento arboreo rischia di essere compromesso. Invece è decisamente micidiale per quello animale.
I peli urticanti della processionaria si separano facilmente dal dorso dell’animale, o per contatto diretto, o per contatto indiretto, e vengono trasportati anche semplicemente dal vento.
Partendo dall’uomo, questi peli urticanti possiedono una conformazione tale da facilitarne l’aderenza a pelle, mucose e abiti. Al livello esterno possono creare disagi alla pelle e mucose (dermatite e congiuntivite), ma se vengono inalati, semplicemente respirando, avremo l’irritazione e l’infiammazione delle vie respiratorie e, per chi è più sensibile, shock anafilattico.
Per gli animali, cani in particolare, il discorso non cambia moltissimo, perché c’è un elevato rischio di contatto con le mucose, ingestione e/o inalazione.
Nel caso di ingestione dei peli della processionaria da parte dei nostri amici pelosi, il primo ed evidente sintomo è rappresentato dall’abbondante e improvvisa salivazione, seguita dal rigonfiamento della lingua che può portare addirittura al soffocamento. Quindi, a causa della violenta infiammazione, se non s’interviene in un tempo brevissimo, i tessuti che compongono la lingua possono andare incontro a necrosi, con conseguente perdita di porzioni della stessa.
Altri sintomi nel caso di contatto con la processionaria sono febbre, perdita di vivacità, rifiuto del cibo e la comparsa di vomito e diarrea emorragica.
In caso di inalazione, fenomeni simili si possono verificare a livello del naso e della sua mucosa, associati a difficoltà respiratorie.
E’ importante, dunque, rivolgersi immediatamente al proprio zooiatra (Ndr. veterinario) o al pronto soccorso veterinario più vicino.
Sottolineiamo che la lotta alla processionaria in Italia è tuttora obbligatoria per legge (D.M. del 30/10/2007), in tutte le aree in cui la presenza del bruco di processionaria, minaccia seriamente la produzione o la sopravvivenza del popolamento arboreo e in tutte le zone in cui può rappresentare un rischio per la salute umana e per quella degli animali.
Provvediamo alla segnalazione al Comune di Bari, perché la Multiservizi, la municipalizzata che ha in cura il Giardino degli Aquiloni, o chi per loro, metta in atto i provvedimenti urgenti necessari.
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