Putin e Macron si parlano per telefono
Dopo l’incontro telefonico Putin ha rotto il silenzio sull’Ucraina. In copertina soldato ucraino con anticarro
Gianvito Pugliese
Vladimir Putin, che oggi ha avuto un colloquio telefonica con Emmanuel Macron, ha dopo fatto una delle prime dichiarazioni ufficiali dopo che sulle tensioni internazionali tra Russia e Stati Uniti e Nato aveva rispettato finora il più rigoroso silenzio.
Ed ha preso la parola solo per confermare e rafforzare col suo peso specifico quanto finora affermato dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov,
Nella telefonata, come nella dichiarazione che è seguita Putin ha ribadito che Mosca non vuole la guerra. Sono gli americani e la Nato che non vogliono minimamente prendere in considerazione le preoccupazioni di Mosca per la sua sicurezza. Preoccupazioni, che Putin ha ribadito, crescenti dal momento che Kiev vorrebbe far entrare l’Ucraina nella Nato, che così si spingerebbe, crescendo, fino ai confini della Russia, e che negli ex Paesi del Patto di Varsavia entrati nella Nato sono schierati missili Nato in grado di raggiungere agilmente la Russia.
Il colloquio tra il presidente russo e quello francese è stato commentato dai portavoce di entrambi i Paesi e se il francese ha sottolineato che Putin, dopo essersi lamentato che le preoccupazioni russe vengono totalmente ignorate, ha ribadito con forza di non volere la guerra, il portavoce del Cremlino: “È stata attirata l’attenzione sul fatto che le risposte di Stati Uniti e NATO non hanno tenuto conto delle principali preoccupazioni della Russia”. Preoccupazioni per l’espansione della NATO, il dispiegare armi offensive vicino ai confini della Russia e non voler riportare le “capacità militari e infrastrutture” NATO alla situazione antecedente l’adesione di alcuni ex stati del Patto di Varsavia.
Ed ha proseguito: “La domanda chiave è stata ignorata: come gli Stati Uniti e i loro alleati intendono seguire il principio dell’integrità della sicurezza … che nessuno dovrebbe rafforzare la propria sicurezza a spese della sicurezza di un altro paese“,
Non si è fatta attendere la risposta della Nato, il segretario generale della Jens Stoltenberg ha reso noto le i Paesi occidentali stanno osservando da vicino la Russia, che ha schierato decine di migliaia di soldati vicino al confine con l’Ucraina e che sposta truppe e armi in Bielorussia col pretesto di esercitazioni.
La NATO sarebbe, conseguentemente, in procinto di aumentare la sua presenza di truppe nell’Europa orientale. Ha avvertito Mosca che la Nato considererebbe un atto di guerra anche un attacco russo informatico, un tentativo di colpo di stato o un sabotaggio.
Ha poi concluso: “Da parte della NATO siamo pronti a impegnarci in un dialogo politico. Ma siamo anche pronti a rispondere se la Russia sceglierà uno scontro in un conflitto armato”.
Sergei Lavrov ha detto di essere in attesa di rincontrare il Segretario di Stato americano Antony Blinken nelle prossime due settimane: “Se dipende dalla Russia, allora non ci sarà la guerra. Non vogliamo guerre. Ma non permetteremo nemmeno che i nostri interessi vengano calpestati brutalmente, che vengano ignorati”, dichiarazione che gli osservatori leggono come dirette principalmente al popolo russo e non agli interlocutori nelle trattative. Ha aggiunto, senza entrare nei dettagli, che le controproposte statunitensi sarebbero migliori di quelle della NATO.
Dichiarazioni, quelle di Putin e Latrov, che hanno trovato immediata risposta da Stati Uniti ed Unione Europea, che hanno avvertito la Russia, di tenersi pronta ad affrontare sanzioni economiche pesantissime, se attacca in qualsiasi modo l’Ucraina.
Sanzioni che rispecchierebbero quelle imposte alla Russia quando ha annesso la Crimea o sostenuto i separatisti nell’Ucraina orientale nel 2014. All’epoca, in verità non tutti i Paesi occidentali furono concordi sul come rispondere. poiché l’Europa dipende in larga misura dalla Russia per le forniture energetiche.
Joe Biden e Ursula von der Leyen, hanno affermato di stare collaborare per garantire le regolari forniture energetiche all’Europa, ma non hanno voluto fornire dettagli.
La diplomazia europea è in agitazione perché si teme che la Germania, parecchio dipendente dal gas russo, sia meno decisa del solito nei confronti della Russia, Non dimentichiamo che fu la Germania a pretendere ed ottenere la consegna dalla Russia di Navalny in coma, risvegliarlo ed accertare l’avvelenamento e, ciliegina sulla torta, fu Angela Merkel ad accusare apertamente Putin di essere il mandante di quel tentato assassinio.
Un funzionario europeo ha aggiunto di sapere che Macron nel colloquio telefonico avrebbe chiesto a Putin di rispettare vicini cioè l’Ucraina e che lo schieramento di truppe al confine non poteva certo essere letto come un atto di rispetto. Putin ha respinto le richieste di ritiro, dicendo che può schierare truppe come meglio crede sul proprio territorio.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, continua a gettare acqua sul fuoco: “Abbiamo carri armati nelle nostre strade? No. Ma se non sei qui hai la sensazione dai media che c’è una guerra in corso. Non abbiamo bisogno di questo panico” ed ha poi ricordato la necessità per l’Ucraina di un prestito di circa 5 miliardi di dollari.
Il capo dell’agenzia di intelligence estera tedesca BND afferma che la Russia si è preparata ad attaccare l’Ucraina, ma: “Credo che la decisione di attaccare non sia stata ancora presa“.
L’ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, John Sullivan ha descritto con magistrale efficacia la situazione: “È l’equivalente di se io e te stessimo discutendo o negoziando. Se metto una pistola sul tavolo e dico che vengo in pace, è minaccioso”.
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