Roberto Fabbriciani su Musica
La prestigiosa rivista Musica nel richiamare in copertina l’articolo dedicato a Roberto Fabbriciani, lo apostrofa come “Il flauto del Duemila”.
GP
Mi corre, innanzitutto, il dovere di ringraziare il Collega Nicola Cattò, direttore della rivista “Musica”, per l’autorizzazione concessa a lavocenews.it di riprodurre quanto da loro recentemente pubblicato su Roberto Fabbriciani. La grandezza dell’artista Fabbriciani mi è ben nota, fin da quando quattordicenne tenne il primo concerto al Castello Svevo di Bari, inaugurando la stagione giovani della Fondazione (o se preferite della Piccinni, sono i due nomi che si usavano nel mondo musicale italiano per identificare la Fondazione Concerti “Niccolò Piccinni”. Mio padre Filippo, mitico primo corno della Scarlatti (Rai partenopea) lo aveva ascoltato in una selezione a Napoli per fiati la cui commissione presiedeva. Roberto era troppo giovane, non era militesente, insomma non poteva essere assunto dalla Rai e, secondo il funzionario neanche partecipare alla selezione. Mio padre insistette che almeno la soddisfazione di farsi ascoltare doveva essergli concessa e finì che fu ascoltato. Non era solo il solito enfant prodige: la commissione, che riunendo le prime parti della Scarlatti era il meglio dell’Italia musicale, rimase a bocca aperta, in quel ragazzo c’era una maturità di suono, una ricercatezza di sfumature non di chi diventerà qualcuno, ma di chi lo è già e non da oggi. Ovviamente, per il posto di flauto nella Scarlatti nulla da fare, ma papà era succeduto a Nino Rota nella direzione artistica della Fondazione, dopo essere stato per anni il suo vice, e dunque offrì a quel talento naturale un concerto nella prossima stagione. Roberto si dichiarò felicissimo dell’occasione offertagli, la Piccinni all’epoca era, se non la più, almeno fra le maggiori società di concerto italiane, e la musica in Italia non aveva paragoni in Europa. Poi lavorando alla stagione, lo ricordo come fosse oggi, facendo quadrare i concerti come tasselli di un puzzle, mio padre decise che quel ragazzo aretino avrebbe dovuto inaugurarla la stagione giovani e così fu e nacque un sodalizio indissolubile tra Roberto e la Piccinni, che da tempo ha superato le nozze d’oro. Oggi Roberto Fabbriciani è direttore artistico delle Fondazione Piccinni, Editore di questa testata e di quest’ultima l’editorialista di punta. Usando una metafora calcistica, io che tifoso non sono, posso definirlo giornalisticamente il bomber della squadra. Ogni partita (ovvero ogni giovedì), Roberto segna con un pezzo. sempre più culturalmente profondo. e le visualizzazioni letteralmente esplodono. Attenzione, parliamo di una testata neonata, Si è avviata l’8 febbraio, giorno del compleanno di Filippo Pugliese, scomparso nel sessantottenne per un male incurabile nel 1983.
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