RotoWeb illustrato gennaio 2022 “Crowfunding”
Crowfunding non è la marca più ambita di abbigliamento casual del momento, non l’ultimo grido accreditato di Sneakers e neanche la bevanda più richiesta ai banconi o ai tavolini dei Bar più in della Città.
La redazione
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato a cura di Antonio Pistillo, ambasciatore dei Saperi e Sapori di Puglia per Italia&friends.
“Crowfunding” non è la marca più ambita di abbigliamento casual del momento, non è l’ultimo accreditato modello di Sneakers e neanche la bevanda più richiesta ai banconi o ai tavolini dei Bar più in della Città.
Abbigliamento informale e scarpe da ginnastica, sono la traduzione di Casual e Sneakers, ma non è questo il problema del momento, usare termini stranieri non costituisce un attentato alla nostra lingua, semmai il peggiore male all’italiano è sicuramente stato e che continua ad essere fatto, è quello di non averlo bene e diffusamente insegnato, sin dal momento della nostra unificazione nazionale.
La lingua italiana avrebbe contribuito ad una forte identità Nazionale che proprio nella lingua avrebbe dovuto trovare il collante necessario a farci sentire italiani, abitanti di una unica Terra l’Italia.
Effettivamente si usano molti termini stranieri per indicare prodotti, attività, azioni, pensieri, progetti, forse anche perché rendono in modo più sintetico e immediato il concetto che esprimono, non facciamone un dramma.
Ultimamente la mia attenzione è caduta sulla parola “crowdfunding”, che in questo caso avrebbe un corrispettivo chiaro ed esaustivo nella nostra lingua quale “raccolta fondi”, comunque se ci va di dirlo in inglese, non sarà certamente un problema, poiché nella traduzione la sostanza non cambia.
A proposito di raccolta fondi o di crowdfunding che dir si voglia, cosa ci sarebbe di più bello di quello di farsi promotori di azioni finalizzate al miglioramento estetico e di cura delle piccole o grandi, conosciute o completamente ignorate, straordinarietà della nostra Penisola delle Meraviglie.
Una raccolta fondi a progetto, potrebbe costituire una opportunità per ognuno di noi di contribuire a censire, tutelare, valorizzare quello che caratterizza e identifica le Terre Uniche delle 20 straordinarie Regioni d’Italia.
Con un minimo sforzo economico si potrebbe riuscire a dare un valore aggiunto a ciò che c’è, facendolo assurgere non solo ad un maggiore decoro, bellezza, funzionalità per tutti, ma anche come ulteriore momento attrattivo per la località dove l’applicazione del possibile intervento insiste.
Una operazione, estetica, sociale, funzionale, di valorizzazione del territorio.
Ipotizziamo per un solo attimo, come puro esercizio esplicativo, un numero di 100.000 persone, con appena un euro cadauno si potrebbe raccogliere un fondo di 100.000 euro, che potrebbe essere adoperato per ristrutturare una piazza piuttosto che una fontana, un monumento, un giardino.
Una raccolta fondi che dovrebbe avere un preciso obiettivo mirato alla valorizzazione di un determinato bene pubblico, che dovrebbe scaturire dalla volontà della popolazione di una determinata area geografica, attraverso un bando pubblico a costo zero, dove i cittadini esprimono il proprio interesse verso la tutela di un determinato bene.
Una volta raggiunta la somma necessaria all’intervento, la raccolta fondi mirata ha termine e si procede alla realizzazione dell’intervento.
Una piccola azione, un motivo di orgoglio, una manifestazione di amore e passione per la propria terra, un piccolo passo verso quello spirito identitario di cui tanto sentiamo il bisogno, senza contare la gratificazione che deriverebbe da una menzione nell’elenco di chi ha voluto aderire ad un progetto sociale, che avrebbe per tutti i partecipanti un incalcolabile valore formale, ma anche affettivo, di attenzione, tutela e conservazione di quel bene.
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