San Valentino Vescovo di Terni

San Valentino Vescovo di Terni o San Valentino da Interanna, vescovo e martire Cristiano.

Maria Catalano Fiore

San Valentino detto anche San Valentino da Interanna, antico nome della città di Terni, è stato vescovo e martire cristiano.

Venerato come Santo dalla chiesa cattolica, da quella ortodossa e, successivamente, dall’anglicana è considerato patrono degli innamorati e protettore degli epilettici. Venerazione proibita in diversi paesi mediorientali, arabi e in alcune zone della Russia.

Una delle più antiche immagini del Vescovo Valentino da Terni

Nato nel 175 d.C. a Terni, è morto il 14 febbraio 269 d.C. a Roma.

Ha dedicato la sua vita alle comunità cristiane sia di Terni, dove viene proclamato vescovo della città, nel 197 d.C. da Papa San Feliciano, che poi di Roma dove infuriavano più intensamente le persecuzioni contro i seguaci di Gesù

E’ sepolto a Terni nella Basilica a lui edificata e dedicata. E’ diventato in seguito protettore dell’amore in tutto il mondo.

Valentino muore decapitato nell’anno 273 per mano del soldato romano Furius Placidus. Nel martirologio cristiano è commemorato proprio nella data della sua morte il 14 febbraio.

La sua festa è dedicata agli innamorati, celebrata in gran parte del mondo. La festività viene istituita nel 496 d.C. da Papa Gelasio I, andando a sostituirsi alla precedente festa pagana dei “Lupercalia”, presumibilmente anche con lo scopo di cristianizzare il “rito per la fertilità”.

Una vetrata della Basilica in cui San Valentino benedice due innamorati.

Per gli antichi romani febbraio era il periodo in cui ci si preparava alla stagione della rinascita. ” I Lupercalia” prevedevano adorazioni particolari ed anche accoppiamenti particolari, ad esempio tutti i nomi di uomini e donne si ponevano in un’urna, un bambino innocente, provvedeva ad estrarli e questi due formavano una coppia (di fatto, ma non sposati) che per un intero anno avrebbe vissuto in intimità, affinché il rito della fertilità fosse concluso (era anche un modo per risolvere problemi di infertilità nelle coppie).

Affresco da un Lupanare di Pompei, uno dei più pudichi, gli altri farebbero impallidire il Kamasutra…

Chi questo problema non lo aveva, donne o uomini, poteva usufruire quel giorno, anonimamente, di un “Lupanare”. Strutture ricettive che non mancavano certo nelle strutture abitative romane. Varie stanze, piuttosto spartane, ma con affreschi decorativi abbastanza espliciti. Tutto si doveva svolgere tra il 14 ed il 15 febbraio.

Le matrone romane si offrivano, spontaneamente per strada anche alle frustate di giovani schiavi nudi, emuli del Dio Fauno.

Un Lupanare romano descritto da un pittore preraffaellita non precisato

Per mettere fine a questa licenziosa pratica si doveva trovare un Santo per gli innamorati e quindi il Pontefice ordinò che venisse istituito il culto e la festa di San Valentino, che proprio il quel giorno era stato decapitato.

San Valentino oltretutto era un nobile proveniente da una nota famiglia patrizia della sua città Interanna, l’attuale Terni. Vescovo a soli 21 anni, durante la sua visita pastorale a Roma, viene invitato dall’imperatore Claudio II ad abiurare la propria fede. Non solo rifiuta, ma cerca di convertire l’Imperatore stesso. Claudio II perde la pazienza, ma in virtù delle nobili origini lo affida ad una nobile famiglia romana.

Claudio disprezza l’operato di Valentino.

La popolarità del vescovo Valentino da Interanna si diffuse e continua a crescere, è molto amato e seguito dai romani, sino ad un secondo arresto sotto il successore di Claudio II, l’Imperatore Aureliano durante il periodo delle sue persecuzioni contro i cristiani.

Pala d’altre della Basilica eseguita da Arrigoni.

Fu quindi decapitato il giorno 14 febbraio, proprio il giorno dei “lupercali” a 97 anni. Le sue spoglie furono sepolte sulla collina teramana, ed in quel punto, in seguito, venne innalzata la Basilica in suo onore.

Pare sia stato il primo religioso a celebrare il matrimonio tra un legionario romano ed una giovane cristiana, pare che lei era malata e che i due giovani sono morti insieme subito dopo. Tante ovviamente le leggende.

Alla diffusione del suo culto provvedono, poi, i Benedettini attraverso i loro numerosi monasteri, quali affidatari della Basilica di Terni sin dal VII sec.

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