Sciuscelle salentine
Una buona alternativa ed un riciclo: semplici polpette di pane, aromatizzate e ripassate nel sugo.
Nonna Camilla
Un’ ottima ricetta dalla tradizione rurale salentina. In tempi passati, ma non troppo, la carne era un cibo di lusso. La carne, generalmente, si poteva portare in tavola una volta a settimana, la domenica. Due volte se si allevava qualche animale da cortile o si aveva una pecora anziana da sacrificare per il rinnovo ciclico del bestiame.
Ma la fantasia in cucina alle nostre nonne o bisavole, non è mai mancata. La passata di pomodoro, sicuramente c’era, la famosa “salsa” di pomodoro estiva, del pane raffermo anche. E comunque la regola, non scritta, ma vigente, era ferrea: il pane non si butta mai, se duro, si inumidisce, si condisce, si ricicla in mille modi, in ultimo caso, si sfamano gli animali.
Il pane era, ed è, una cosa sacra con rimandi biblici ed evangelici: nozze di Cana, Montagna sacra, Ultima Cena, ecc… Non a caso dopo il segno della croce, obbligatorio, per chi si sedeva al desco famigliare, il capofamiglia, si segnava nuovamente e poi tagliava, con precisione le fette di pane da distribuire equamente. Se non lo consumavi tutto, ti serviva come merenda o per accompagnare la tua cena frugale.
Il pane si ricicla in mille modi, questo metodo salentino è particolarmente gustoso ed aromatico.
Con il pane raffermo, spezzettato ed ammorbidito in acqua o latte, si ottengono ottime polpette, amate particolarmente dai bambini, ma non solo.
Del resto anche le “polpette buone della nonna” contengono una percentuale di mollica di pane o una patata, occorre meno carne tritata e le polpette restano succose e morbide, mai “secche”. La ricetta? E’ semplicissima.
Ingredienti per 4 persone: 300 g. di pane raffermo (tipo Altamura, Laterza o casereccio), 4 uova, 100 g. di formaggio grattugiato (parmigiano o pecorino o altri avanzi), q.b. di menta e prezzemolo.
Preparazione: mettete a bagno il pane, fatto a tocchetti, in acqua o latte, io uso semplicemente acqua, una volta ammollato strizzatelo bene, mettetelo in una ciotola ed amalgamate le uova, leggermente sbattute, il formaggio, la menta e il prezzemolo tritati molto finemente.
Una volta raggiunto un composto omogeneo, fatene delle polpette della grandezza che preferite tonde o un pochino allungate, come si usa nel Salento.
Nel frattempo avviate un sughetto leggero con un semplice soffritto di cipolla e passata di pomodoro, dopo aver avviato la cottura adagiate in questo sughetto le polpette e lasciate andare per una mezz’oretta, o poco più, a fuoco lento. Tutto il profumo della menta e del prezzemolo si sprigionerà ed aromatizzerà questo sugo.
Una volta pronto potete condire il formato di pasta che preferite e servire le polpette, insieme o separate, come un gustoso secondo, magari accompagnato da una insalata o da un’ altro contorno. Provatele e ringrazierete la vostra nonna Camilla per questo consiglio di “riciclaggio” del pane “vecchio”.
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