Scomparsi in mare almeno 45 migranti.

Questo non è un Paese povero, è un povero Paese, che ha perso tutte le sue prerogative migliori ed ha elevato a principi l’egoismo e l’egocentrismo. Siamo nella Repubblica del selfie

GP

L’annuncio lo hanno dato Oim- Organizzazione internazionale per le migrazioni- e l’ Unhcr – Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati- : i migranti imbarcati avevano chiesto soccorso mentre erano al largo della costa Libica. Il loro gommone, barchino, comunque, carretta del mare, stava andando a fondo. Nessuno è intervenuto:le varie guardie costiere (libica, maltese, italiana) tutte “in tutt’altre faccende affaccendate”. I pescatori d’altura hanno avuto ordine categorico dagli armatori di non soccorrere e di lasciarli morire: già, non ce la fanno col pescato a rientrare nei costi e nelle spese. La supermulta del decreto sicurezza ci manca ed è la fine. E a chi obietta che la legge del mare impone altro, l’armatore fa solo la domanda: “Ma tu vuoi la giornata o no? Duole anche a me, ma non posso mettervi tutti sul lastrico, non tanto per voi o per me, quanto per la mia e le vostre famiglie. Ed il decreto sicurezza prima di ferragosto non doveva essere modificato? Lo chiedo a Lei, ministro Lamorgese, anzi preferisco chioederlo al prefetto Luciana Lamorgese, quella che non mancava mai alla parola data. Certo, lo chiedo anche a Conte, che deve fare l’equilibrista tra Crimi e Zingaretti. Ma nessuno dei due rischia di morire affogato, ma i migranti si, uomini, donne, bambini, senza distinzioni di etnie, di vite vissute all’insegna del dolore, della miseria, della sofferenza.

Scusate, mi son fatto prendere la mano dal mestieraccio, non ho potuto fare a meno di urlare alla luna come fa un marinaio, sapendo che è lei a muovere la maree, non altri. Già, perchè in mare, da diportista, ci sono stato e la mia particina nei salvataggi l’ho fatta. anche col grecale forza 6-7, quello che ti fa fare la fine del sorcio se sbagli l’inversione anche di un pelo.

Deformazione professionale, esatto, perchè questo non è un’articolo, una requisitoria, ma solo una commemorazione funebre, un coccodrillo, come si dice in gergo giornalistico, per quei 45 e forse più che una tomba non l’avranno, un funerale, neanche pensarlo. Cibo per pesci. Da ultimi son vissuti, da ultimi sono morti. Ma noi il loro ricordo lo onoriamo con tutto il nostro cuore ed, oggi pomeriggio, un fiore lo getteremo in mare, in onere della memoria di quei bimbi, che una vita non l’hanno avuta, di quelle donne, che più che amore e tenerezze, hanno conosciuto violenze, percosse, minacce, e di quegli uomini, a cui è stato strappato da tempo il diritto di poter dare da mangiare ai propri figli, che ha solo il diritto di vederli morire di fame o di dissenteria, perché pure un poco d’acqua potabile è un bene da ricchi, a loro negato. Io il fiore lo butterò in mare alle 17,30 . Voi se lo volete, fatelo pure, dove e quando Vi aggrada. Grazie. R.I.P

P.S. Padre eterno di tutti gli uomini, comunque, ti chiamino: Ti prego, accoglili degnamente e perdona quelli che li hanno ammazzati, perchè tu, che hai il diritto di perdonare, ed io, che solo quello di pregartene, sappiamo bene chi sono.

Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail  info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, grazie.