“Se per correggere hai bisogno di umiliare, allora non sai insegnare”
Un messaggio rivolto a tanti genitori che si sentono al disopra degli insegnanti, dimenticando che la famiglia, collaborando con la scuola, deve formare coloro che dovranno gestire il mondo del domani …
Rocco Michele Renna
Oggi vi voglio mostrare una storia trovata sui social, ho voluto trascriverla tale e quale per mandare un messaggio a tanti genitori che si sentono al disopra degli insegnanti, o che credono che la scuola debba sostituirsi al genitore, dimenticando che la famiglia, collaborando con la scuola, deve formare coloro che dovranno gestire il mondo del domani … e a tanti “leoni da tastiera” che si ritengono “invincibili”
“Un anziano incontra un giovane che gli chiede: “Si ricorda di me”? E l’anziano risponde: “No”.
Allora il giovane gli dice che è stato un suo studente. Il professore gli chiede: “Ah sì? E che lavoro fai adesso”?
“Beh, faccio l’insegnante” è la risposta.
“Oh, che bello, come me”? Dice il vecchio.
“Beh, sì. In realtà, sono diventato un insegnante perché mi ha ispirato essere come lei”.
L’anziano, curioso, chiede al giovane di raccontargli come mai. E il giovane gli racconta questa storia: “Un giorno, un mio amico, anch’egli studente, è arrivato a scuola con un bellissimo orologio nuovo e io l’ho rubato. Poco dopo, il mio amico ha notato il furto e subito si è lamentato con il nostro insegnante, che era lei. Allora, lei ha detto alla classe: “L’orologio del vostro compagno è stato rubato durante la lezione di oggi. Chi l’ha rubato, per favore, lo restituisca. Ma io non l’ho restituito perché non volevo farlo”.
“Poi lei hai chiuso la porta ed ha detto a tutti di alzarci in piedi perché avrebbe controllato le nostre tasche una per una. Ma, prima, ci ha detto di chiudere gli occhi. Così abbiamo fatto e lei ha cercato tasca per tasca e, quando è arrivato da me, ha trovato l’orologio e l’ha preso”.
Ha continuato a cercare nelle tasche di tutti e, quando ha finito, ha detto: “Aprite gli occhi. Ho trovato l’orologio”.
“Non mi ha mai detto niente e non ha mai menzionato l’episodio. Non ha mai fatto il nome di chi era stato quello che aveva rubato. Quel giorno, lei ha salvato la mia dignità per sempre. È stato il giorno in cui ho provato più vergogna nella mia vita. Non mi ha mai detto nulla e, anche se non mi ha mai sgridato, né mi ha mai chiamato per darmi una lezione morale, ho ricevuto il messaggio, chiaramente. E, grazie a lei ho capito che questo è quello che deve fare un vero educatore. Si ricorda di questo episodio, professore”?
L’anziano professore rispose: “Io ricordo la situazione, l’orologio rubato, di aver cercato nelle tasche di tutti, ma non ti ricordavo, perché anche io ho chiuso gli occhi mentre cercavo”. Poi aggiunse: “Questo è l’essenza della decenza, “se per correggere hai bisogno di umiliare, allora non sai insegnare””.
La scuola non può fare tutto da sola e, soprattutto, la famiglia non può distruggere quello che faticosamente viene creato a scuola; noi genitori dobbiamo insegnare prima di tutto ad avere rispetto per il prossimo ed essere i pilastri della scuola che arranca tra mille difficoltà
Per i leoni della tastiera incalliti, temo che ci sia poco da fare, ma per la scuola, invece, si può ancora fare in tempo a salvare il salvabile.
Gli insegnanti debbono sobbarcarsi una burocrazia scolastica sempre più pressante, che toglie tempo all’insegnamento, amministrazioni che ormai ti stanno con il fiato sul collo, per non parlare di quei genitori che, come lupi famelici, stanno aspettando solo un errore per attaccare gli insegnanti (anche fisicamente) e, magari, per poter scroccare soldi. Si, proprio così, si arriva anche a queste bassezze, rovinando la carriera di un insegnante pur di “speculare e raggranellare qualche centinaio di euro”.
Naturalmente non si accorgono delle circostanze in cui i loro figli sono arrivati a comportarsi in modo disdicevole, offensivo, quando non addirittura violento nei confronti del corpo docente.
L’ultima notizia arrivatami, parla di un alunno che porta a scuola una pistola ad aria compressa e ferisce l’insegnante, per non parlare di ciò che accade oltre oceano dove le armi sono vere e all’ingresso delle scuole ormai c’è un metal detector.
Genitori è questo che vogliamo insegnare ai nostri figli? Ricordiamoci che quello che insegneremo a loro lo riverseranno su di noi e, con un effetto triplicato, ai loro figli. È questo il futuro che vogliamo per la nostra progenie?
N.B. In copertina a sx Andrea Carpenzano ed a dx Giuliano Montaldo in un fotogramma del film: “Tutto quello che vuoi”, pellicola di Francesco Bruni, liberamente tratto dal romanzo “Poco più di niente” di Cosimo Calamini.
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