Sirte, l’ultima battaglia
Le truppe fedeli al Governo e ad al Serraj dopo aver preso Tarhuna, entrano a Sirte, Haftar contrattacca. L’Egitto media e chiede il cessate il fuoco.
La Redazione
Dopo aver conquistato Tarhuna e liberato in tal modo tutta la Tripolitania, le truppe fedeli al Governo libico. guidato da Fayez al Serraj. si sono lanciata alla conquista di Sirte, città in cui trovò una morte orrenda l’ex rais, Muammar Gheddafi, ultima roccaforte dell’autoproclamato Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar. Quest’ultimo dichiara di aver contrattaccato, ma ha chiesto la mediazione dell’Egitto per arrivare ad una soluzione politica della guerra civile, che ormai dilania la Libia da tempo e che vede, in realtà, persa.
Al Serraj, forte dell’appoggio dei Turchi, fa sapere che a Sirte le sue truppe hanno attaccato su tre fronti, l’aviazione con i suoi raid ha distrutto mezzi corazzati ed ucciso molti mercenari e che, dunque, la caduta di Sirte è vicina e con questa la fine della guerra civile. Nel contempo, fa orecchie da mercante alla richiesta dell’Egitto di un cessate il fuoco da lunedì. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi propone, infatti, oltre alla tregua immediata, che con l’avvio delle trattative di pace avvenga il ritiro di tutti i mercenari stranieri dal territorio libico da parte dei due schieramenti. Al Serraj è infatti appoggiato da milizie turche e siriane, mentre Haftar conta di appoggi russi e sudanesi, oltre che dell’appoggio esterno dell’Egitto.
Al Sisi, che sente vicina la vittoria militare dopo momenti difficili, si dichiara assolutamente contrario ad interferenze esterne nel percorso di riappacificazione libica. Una implicita risposta all’Egitto invitato praticamente a non tentare di proporsi come mediatore, pena il fallimento a priori di qualsiasi accordo politico possibile.
Impossibile azzardare previsioni. Iniziative diplomatiche dell’Europa o suoi Paesi non si intravedono. Staremo a vedere e Vi riferiremo.
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