Stati Uniti: nell’indagine Trump forse nascosti i record più riservati
I collaboratori di Donald Trump non avrebbero restituito tutti i documenti riservati rimossi dalla Casa Bianca, nonostante la perquisizione dell’FBI
Gianvito Pugliese
WASHINGTON – I pubblici ministeri statunitensi, parlano di un potenziale rischio per la sicurezza nazionale, sul quale vogliono indagine. Sono convinti, infatti, che Trump ed i suoi più diretti collaboratori non abbiano consegnato tutto il materiale sottratto alla Casa Bianca anche dopo la perquisizione dell’FBI. Il più compromettente per il Tycoon e pericoloso per gli Usa, potrebbere essere stato nascosto in luoghi meno accessibili.
Trump è, attualmente, indagato per aver sottratto documenti, alcuni dei quali contrassegnati come altamente classificati, dalla Casa Bianca e trasferiti nel suo resort di Palm Beach, in Florida, dove si è stabilito dopo aver lasciato la White House.
Al momento in un tribunale del Dipartimento di Giustizia è stato chiesto al giudice distrettuale americano Aileen Cannon di esaminare circa 100 documenti riservati, sequestrati dall’FBI nella tenuta di Trump a Mar-a-Lago. S’indagava, infatti, se i documenti riservati fossero stati rimossi illegalmente dalla Casa Bianca e conservato altrove in modo improprio.
I 100 documenti sono un campione degli oltre 11.000 documenti e fotografie sequestrati.
Secondo il dipartimento di Giustizia: “Questa mozione è limitata a … i documenti riservati sequestrati perché potrebbero causare i danni più immediati e gravi al governo e al pubblico“.
I pubblici ministeri sono contrari all’esame da parte di un arbitro indipendente, quello che in Usa si chiama “maestro speciale” degli atti riservati sequestrati nella proprietà di Trump.
Trump, sulla sua piattaforma Truth Social, descrive l’inchiesta come spreco di denaro.
Ma già da ieri il Dipartimento di Giustizia sostiene l’esistenza di altri documenti riservati, sottratti alla Casa Bianca di Trump che l’FBI non avrebbe ancora individuato. L’FBI, durante la perquisizione, aveva individuato 48 cartelle vuote etichettate come classificate e altre 42 con indicazione che avrebbero dovuto essere restituite a un segretario del personale o a un aiutante militare.
Per i PM: “Senza una sospensione, anche il governo e il pubblico subiranno danni irreparabili dall’indebito ritardo delle indagini penali. L’ingiunzione contro l’utilizzo di record riservati nelle indagini penali potrebbe impedire gli sforzi per identificare l’esistenza di eventuali record classificati aggiuntivi che non vengono adeguatamente archiviati, il che di per sé presenta il potenziale rischio continuo per la sicurezza nazionale“.
Cannon, giovedì sera, ha concesso agli avvocati di Trump tempo fino a lunedì mattina per ribattere alle richieste dei P.M.
Cannon, magistrato nominato da Trump, aveva ordinato ai pubblici ministeri di sospendere la revisione degli oltre 11.000 documenti recuperati, nominando un maestro speciale (Una sorta di Consulente Tecnico d’Ufficio) per rivedere il materiale e relazionargli.
Il Dipartimento di Giustizia ora indaga indagando su un presunto ostacolo alla giustizia. Sostiene di avere le prove che i documenti sarebbero stati stati rimossi o nascosti dall’FBI.
Cannon ha accolto la richiesta di Trump di un maestro speciale, nonostante le obiezioni dei pubblici ministeri.
Il ragionamento di Cannon è stato criticato anche da esperti legali democratici e repubblicani.
“Nessuna potenziale affermazione di privilegio esecutivo potrebbe giustificare la limitazione della revisione e dell’uso da parte del ramo esecutivo dei documenti riservati in questione”, sostiene il Dipartimento di Giustizia.
Cannon, ha consentito poi ai funzionari dell’intelligence statunitense di rivedere tutti i materiali sequestrati, per valutare i danni alla sicurezza nazionale.
Il Dipartimento di Giustizia ha risposto che non c’è modo di bloccare le indagini penali e la revisione della sicurezza nazionale: “La revisione e la valutazione in corso della classificazione della Intelligence Community sono strettamente interconnesse e non possono essere facilmente separate dalle aree di indagine del Dipartimento di Giustizia e delle indagini penali in corso dell’FBI“.
David Laufman, un avvocato che in precedenza era stato capo della sezione di controspionaggio del dipartimento: “Penso che il governo abbia intrapreso un’accorta strategia tattica”.
Ha definito poi “un bisturi” contro Cannon il probabile ricorso in appello che i PM hanno già dichiarato. “Si stanno concentrando su ciò che è più critico e più urgente, sia per quanto riguarda la protezione degli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, sia per condurre azioni investigative di follow-up”, ha aggiunto.
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