Strage di Bologna ergastolo a Paolo Bellini
Condannati anche Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia
La redazione
Ci son voluti 42 anni per ricostruire brandelli di verità giudiziaria sull’oscura trama del terrorismo nero, che ordì la strage alla Stazione di Bologna.
Oggi l’ergastolo a Paolo Bellini, ex di Avanguardia Nazionale accusato di concorso in quella strage, è solo una tappa, ma non pone fine alla ricerca della verità.
Bellini si dichiara innocente ma per la procura fu uno degli esecutori materiali, esattamente “il quinto attentatore”, in concorso con Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, tutti condannati in via definitiva, e con Gilberto Cavallini, condannato in primo grado.
Mandanti, finanziatori co-organizzatori anche Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto d’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti.
Oltre al Bellini il Tribunale di Bologna oggi ha condannato per la strage del 2 agosto 1980 che provocò 85 morti e oltre 200 feriti anche Piergiorgio Segatel, ex capitano dei carabinieri e Domenico Catracchia, per depistaggio.
Francesco Caruso presidente della Corte d’Assise, ha dato stamane lettura della sentenza.
La Corte ha stabilito che Paolo Bellini dovrà risarcire “10mila euro alle parti civili che hanno perso un parente di primo grado o un coniuge, 50mila a quelle che hanno perso un parente di secondo grado o un affine di primo o secondo grado, 30mila a quelle che hanno perso un parente o affine di grado ulteriore, 15mila a ogni parte civile che ha riportato lesioni e 10.000 a ogni parte civile che abbia un parente che ha riportato lesioni”.
Per Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione delle vittime delle strage: “E’ un giorno importante perché si conclude in maniera positiva un lavoro di 40 anni. Bisogna ringraziare in maniera principale la Procura Generale di Bologna che ha fatto un’inchiesta eccezionale, un lavoro mastodontico e il nostro collegio di difesa che ha operato alacremente prima impedendo che fosse archiviato tutto poi adesso collaborando col corso processuale per approfondire certi aspetti che poi hanno portato a questo magnifico risultato”.
Per Stefano Bonaccini governatore dell’Emilia-Romagna, è: “Un momento di giustizia per la città di Bologna, l’Emilia-Romagna e il Paese. Che dobbiamo in primo luogo alla tenacia dei parenti delle vittime e al lavoro incessante dell’Associazione che li rappresenta, oltre ovviamente a quello degli inquirenti. Un ulteriore approdo lungo la strada per arrivare alla piena verità su una strage terribile e inaudita, tuttora difficile anche solo da immaginare”.
Ancora un passo avanti; purtroppo, a causa degli intervenuti decessi, resteranno impuniti i mandanti, ma passo dopo passo gli esecutori materiali sono stati assicurati alla giustizia, se non tutti, almeno i più. Una giustizia che ha proceduto inesorabilmente belle indagini a dispetto dei depistaggi e dei decenni trascorsi.
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