Terremoto in Siria e Turchia, bilancio sale a oltre 41mila morti

Erdogan: 8mila persone estratte vive dalle macerie

La redazione

Ci colleghiamo anche oggi all’articolo del 6 febbraio, che ha raccontato il sisma e le prime notizie che ci arrivavano. Al pezzo sono seguiti aggiornamenti nello stesso giorno e poi nei giorni successivi.

Ad una settimana dal terremoto al confine tra Siria e Turchia, il bilancio delle vittime cresce esponenzialmente: i morti accertati sono oltre 41mila, ma continua a non esserci  un’attendibile stima ufficiale su quanti possano essere ancora sepolti sotto le macerie.

Secondo Recep Tayyip Erdogan 35mila vittime si sono registrate in Turchia, mentre soccorritori hanno estratto oltre 8mila persone vive dalle macerie.

Martin Griffiths, il capo degli aiuti dell’Onu, parlando da Aleppo nel nord della Siria: “La fase di recupero dopo il terremoto sta volgendo al termine“.

Antonio Guterres segretario generale dell’Onu: “Damasco ha accettato di aprire valichi” dal momento che il presidente siriano Bashar Al Assad avrebbe ordinato di aprire i due valichi di Bab Al Salam e Al Ràee. Ed ha aggiunto: “Mentre il bilancio del terremoto continua a salire, fornire cibo, nutrimento, protezione, riparo, provviste invernali e altre forniture salvavita ai milioni di persone colpite è della massima urgenzal’apertura di questi valichi, oltre a facilitare l’accesso umanitario, accelerare l’approvazione dei visti e facilitare i viaggi, consentirà l’ingresso di più aiuti, più velocemente“.

In salvo dopo 198 ore:  due persone sono state estratte vive dalle macerie nella provincia sud-orientale turca di Kahramanmaras.

Dobbiamo osservare che se in Turchia si hanno dati ufficiali abbastanza attendibili, in Siria si va per voci non controllare e questo spiega forse il calo di attenzione dei media su questa immane tragedia, con numeri oscillanti e dati incerti che no permettono di offrire ai lettori dati reali ed incontrovertibili.

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