Terremoto in Siria e Turchia, bilancio sale a oltre 46mila morti
Le operazioni di scavo rallentano e crescono le necessità di provvedere agli innumerevoli sfollati,
La redazione
Ci colleghiamo anche oggi all’articolo del 6 febbraio, che ha raccontato il sisma e le prime notizie che ci arrivavano. Al pezzo sono seguiti aggiornamenti nello stesso giorno e poi nei giorni successivi.
Aggiornamento delle ore 19.30 del 19 febbraio
Più di 46.000 sono i morti nel terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria e si teme che il bilancio possa crescere vertiginosamente. Circa 345.000 appartamenti sono stati distrutti e non si contano i dispersi.
La Turchia sta provando a gestire questa tragedia immane, ma crescono a dismisura i timori del mondo per le vittime in Siria. Il Programma alimentare mondiale (WFP) preme le autorità del nord-ovest. Chiedono che si ponga fine ai blocchi per impedire l’accesso a chi cerca di aiutare centinaia di migliaia di vittime incolpevoli.
Dodici giorni dopo il terremoto, soccorritori del Kirghizistan hanno cercato di estrarre dalle macerie una famiglia siriana di cinque membri, nella città di Antakya, nel sud della Turchia. Tre persone, tra cui un bambino, sono state estratte vive, solo madre e padre sono salvi, il bambino è morto per disidratazione, hanno fatto sapere i soccorritori
Il direttore del WFP (World Food Programme), David Beasley: “I problemi che stiamo incontrando sono con le operazioni transfrontaliere nel nord-ovest della Siria, dove le autorità siriane del nord-ovest non ci stanno dando l’accesso di cui abbiamo bisogno… Questo è un collo di bottiglia per le nostre operazioni. Il problema deve essere risolto immediatamente“.
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