U’ Beneditt
L’antipasto apre sempre un pasto importante e mette buonumore, intrattiene gli ospiti, ma a volte ha un profondo significato tradizionale e religioso.
Maria Catalano Fiore
consulenza di nonna Camilla
U’ Beneditt o, in italiano, il Benedetto.
Ogni pranzo importante è preceduto da un antipasto, spesso sottaceti o sottoli fatti in casa, mozzarelline, olive ecc….non è una cosa difficile ne dispendiosa (a meno che non volete un antipasto di caviale o prodotti ittici freschi particolari), comunque mette sempre allegria e rasserena gli animi nell’attesa di un fantastico ragù su orecchiette o pasta al forno.….
La cucina ci offre un repertorio fantastico, sta a noi spendere con oculatezza e …..rispettare le tradizioni!
Il giorno di Pasqua, a Bari, e in Puglia in genere un posto molto molto speciale occupa il benedetto ( detto anche u’ beneditt) utilizzato anche a Pasquetta magari come piatto “unico” per piccole scampagnate.
E’ un antipasto semplice ma molto ricco dove vengono accostati in un unico piatto di portata uova sode, sgusciate e tagliate, soppressata o capocollo o salame, fette di arancia o limone, o ricotta fresca o salata a seconda della zona.
Alcune varianti possono essere date dall’aggiunta di asparagi, come nel foggiano o di carciofi fritti, usanza tipica barese.
Sicuramente ogni famiglia ha una sua ricetta e il suo modo di presentare il piatto, in realtà, tranne le uova, non si cuoce nient’altro, per cui è anche veloce da preparare. L’uovo o pulcino rappresentano la nascita di una nuova vita.
E’ un piatto molto appetitoso, profumato ed anche scenografico, uno o due bei piatti da portata con i vari elementi ben distribuiti, ed è subito festa!
Ma perché si chiama “Il Benedetto”? Il nome “Benedetto” deriva dall’usanza ancora in uso che il “Capofamiglia”, spesso il membro più anziano, con un ramoscello d’ulivo ricevuto in dono dai parenti la domenica delle Palme (che simboleggia l’entrata festosa di Cristo a Gerusalemme) e intinto nell’acqua benedetta, presa in Chiesa durante la messa di Pasqua, benediva la tavola e i commensali recitando una breve preghiera di buon auspicio.
Un momento importante per le famiglie e ricco di profondi significati, già presso gli Ebrei è la solennità più importante, la liberazione dalla schiavitù in Egitto. Infatti la parola Pasqua deriva dal greco pascha, che a sua volta deriva dall’aramaico pasah che significa “passare oltre” e celebra il passaggio dalla morte alla vita del Cristo.
I simboli della Pasqua sono: l’ulivo, la colomba, l’uovo, il pulcino, l’agnello, le campane, il coniglietto, la luce. Tutti simboli di una vita nuova, una rinascita in Pace.
E che Pace sia realmente….ma è dura.
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