Ultimo sondaggio del 22 ottobre 2020

Nostro riferimento i sondaggi settimanali “Supermedia” di YouTrend, ottuti dalla media dei maggiori 5 sondaggisti.

GP

Chiedo scusa, anzitutto, se il sondaggio di due settimane fa è privo di grafici e se la settimana corsa non è stato pubblicato. L’ho cercato dove non c’era, mea culpa. Le variazioni sono, comunque poche. Un fatto è certo: se i lettori oscillano abbastanza repentinamente, gli elettori sembrano quasi fissi. Anche se alcune tendenze (sia in crescita che in calo) sono spesso stabili, parliamo sempre o quasi di percentuali dello 0, qualcosa, Eccoci.

Qualche somma.

Maggioranza di Governo: 42,2% (PD, M5S, Italia Viva e La Sinistra)

Sommata all’appoggio esterno: 3,4% (+Europa e Verdi) = 45,6%

Opposizione: 47,2% (Lega, Fdi e FI)

Sommata ad appoggi esterni: 0,7-8% (Cambiamo) 47,9-48%.

Rischio la monotonia, ma è indispensabile ricordare a classe politica e cittadini che la metà degli elettori all’ultima tornata delle amministrative non ha votato e che, dunque, il non voto si avvicina a non essere più il partito di maggioranza relativo, ma l’assoluto.

La Lega sembra aver arrestato la caduta crescendo di uno 0,3% rispetto a due settimane prima, ma in realtà perde lo 0,1% rispetto al 15 ottobre. Dello O,1 cresce Fratelli d’Italia, ma rispetto al 15 ottobre dello 0,2%. Passetti certo, ma sempre avanti, che la portano a 8,5 punti di distanza dalla Lega. Forza Italia perde ancora uno 0,1%. Ed il centrodestra guadagna complessivamente lo 0,3% mentre la settimana scorsa era rimasto totalmente fermo.

Il PD fermo col suo 20,9 è separato dalla Lega da soli 3,7 punti. Ricomincia il calo del M5S ora al 15% tondo. Le possibili defezioni di Casaleggio e Dibattista non aiutano, e quei deboli segnali di ricrescita, si sono spenti in sul nascere. Devono sperare negli Stati Generali per un rilancio. Continua l’eterno sorpasso tra Italia Viva e La Sinistra, assestati entrambi intorno al 3% con la prima che incassa in aggiunta uno 0,2 e la seconda uno 0,1.

Immobili + Europa e Verdi, mentre Cambiamo (di Toti) non raggiungendo l’unità continua a non essere classificata nei sondaggi.

La sensazione è che la gestione della crisi pandemica sia il metro che misura il maggiore o minore gradimento sia delle coalizioni che dei singoli partiti. E se Berlusconi non sembra intenzionato a restare stabilmente in un centrodestra che di centro ha solo una Forza Italia che non conta, per converso Renzi, convinto che i sondaggi non riflettono i dati reali nel Paese, continua a spingere Italia Viva come partito di governo ed opposizione. Ha un merito però, la sua alleanza con Azione di Calenda alle regionali ha riavvicinato quest’ultimo al governo.

Sembra essere tramontato quel centro (FI. Italia Viva, Azione, +Europa, Verdi e Cambiamo) che metterebbe insieme dal 16 al 18% asse trainante di un futuro governo. Così come la legge elettorale sembra essere stata accantonata per il momento e non costituire più una priorità per il Paese, che effettivamente ha ben altre gatte da pelare: il Covid non da tregua e lì si giocano le fortune o meno nella politica del 2020.

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