Un caco al giorno….
Ma come si dire esattamente, Maria Catalano affianca Nonna Camilla
Maria Catalano Fiore più Nonna Camilla
Un Caco? Un cachi? Mangio un cachi è la dizione più giusta per indicare questo frutto autunnale. Alcuni più sofisticati scrivono Kaki….nella versione originale giapponese.
Si è un frutto tipico giapponese dove viene chiamato, appunto, kaki. Dove persino le sue foglie vengono utilizzate per vari usi, innanzi tutto per avvolgere il suski definito “kaki no ha zushi” .
Presente nella schedatura botanica già di Carl Linneo il famoso medico e botanico svedese del 1700 (1707-1778) che lo qualificò come “frumento di Giove” cioè, in parole povere “cibo degli Dei“.
Si tratta di uno degli alberi più antichi coltivati dall’uomo ed è definito l’albero dalle 7 virtù: vive a lungo, fornisce tanta ombra, dà agli uccelli spazio di nidificazione, non è attaccato dai parassiti, le sue belle foglie verdi, poi giallo rosso in autunno sono decorative, il suo legno fa un bel fuoco, la caduta del fogliame fornisce al terreno ricche sostanze concimanti.
Dalla Cina il caki è giunto prima nei paesi vicini, poi nel resto del mondo, in Europa e prima di tutto in Italia, giunge intorno al 1880 ad opera dei fratelli botanici Vittorio e Paolo Ingegnoli la cui produzione è florida, vicino Milano ancora adesso con sementi ed alberi da frutto ed ornamentali. L’ing. Francesco Ingegnoli era botanico sin dal 1700 per vera passione che lo spinge a trasferirsi da Sesto Calende a Milano dove dà vita ad una vera attività industriale. I loro terreni erano dove attualmente è sita la stazione centrale, ma loro si erano già spostati verso un’altra zona periferica. Il figlio di Francesco, Il dott. Antonio, magistrato, concretizza ancora meglio l’azienda che con i suoi figli Vittorio e Paolo raggiunge vette insperate per l’epoca. E’ datato 1890 un loro primo catalogo di vendita anche per spedizione, che si ripete di anno in anno aggiornandosi. Ed ecco i due fratelli importare, primi in Europa il fantastico Caki la cui diffusione fu un successo come testimonia una lettera di ringraziamento di Giuseppe Verdi, scritta di suo pugno che ringrazia, nel 1888, i fratelli Ingegnoli dei saporosi ed incredibili frutti ricevuti in dono.
Una particolarità, Gli Ingegnoli sono di istruzione elevata ed hanno gusto anche negli investimenti artistici per i loro guadagni. Il loro palazzo in Corso Buenos Aires 54 a Milano, dove di anno in anno arricchiscono una vera collezione d’arte, puntando su pittori, macchiaioli ecc..dell’800 lombardo. Nel 2017 hanno aperto le visite a questa collezione “La Raccolta Ingegnoli, Storia di una passione d’arte a Milano” per celebrare i 200 anni di attività botanica.
Secondo altri i Caki arrivarono nel giardino fiorentino dei Boboli qualche anno prima, ma la diatriba è storia passata, il frutto ha avuto gran successo e continua ad averne in molte regioni italiane, in cui viene coltivato ed esportato, oltre che consumato in tutte le sue varietà.
Ovviamente, come tutte le specie ha tipi diversi ed ha subito anche delle manipolazioni botaniche, ma in tutte le sue specie o sottospecie è ugualmente buono.
Solitamente si considerano i caki una coccola alimentare, ma sono anche notevolmente validi per le loro proprietà nutritive. Anzi sono designati come “nutrizione farmaceutica” aggettivo coniato da Stephen de Felice nel 1989 per indicare quei principi attivi contenuti negli alimenti che hanno particolari effetti benefici sulla salute. Il Caki è utile a dare energia immediata, perciò particolarmente consigliato a sportivi, bambini ed anziani del resto è abbastanza idratante e i suoi zuccheri buoni si disperdono velocemente. Utile sia a chi soffre di stipsi che di ritenzione idrica grazie alla presenza di calcio e potassio che disintossicano così anche il fegato.
Ora cedo la parola alla mia cara nonna Camilla per un piccolo consiglio.
Volete conservare questi frutti, oltre l’autunno? niente di più semplice: fatene una bella confettura!
Ingredienti: 1 kg di caki, 200 g. di zucchero, 1 limone, 1 mela.
Preparazione: togliete nocciolo e pelle ai caki, fate la mela a dadini piccoli, ma senza togliere la buccia, spremete il limone e grattugiatene la buccia. Portate tutto sul fuoco a fuoco medio, rimestando bene con un cucchiaio di legno, portate il tutto ad ebollizione per qualche minuto, la mela a pezzetti, con la sua buccia, agirà da pectina naturale. Dopo qualche minuto alzate un attimo la fiamma e spegnete. mettete a riposare e poi riempite dei barattoli mentre è ancora tiepida, sarà più facile. La nostra composta è pronta, conservatela come tutte le altre in luogo asciutto e buio e poi man mano utilizzatela, in inverno, come merenda sul pane, come farcitura per crostate o dolci…..come meglio credete. Un consiglio, non avendo additivi chimici va consumata entro i 6 mesi, quindi segnate la data sul barattolo! Buona degustazione da nonna Camilla.
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