Valfrido Ferrari
Oggi Valfrido avrebbe compiuto 74 anni ed avrebbe continuato a donare la sua eccellenza musicale, con la modestia dei grandi, al suo pubblico che lo amava alla follia ed è rimasto orfano
Gianvito Pugliese
Valfrido Anacleto Ferrari, oggi avrebbe compiuto 74 anni se quel maledetto 13 maggio 2019 non ci avesse lasciati, insieme ad un vuoto incolmabile per la cultura musicale italiana.
Del mio amico Valfrido, prima che del mio più diretto collaboratore, si potrebbero e si sono scritti fiumi di parole. Come didatta di pianoforte principale, al Conservatorio Piccinni, dove ha formato intere generazioni di valenti pianisti, come solista e come impareggiabile animatore di ottime formazioni cameristiche di cui era l’anima, come uomo di una bontà impareggiabile. Nel Conservatorio Piccinni ha concluso la carriera da Vice direttore. Grida, ancora, vendetta che gli si sia impedito, con le consuete congiure di palazzo, che infestano anche gli apparentemente rosei ambienti musicali, di accedere alla meritatissima Direzione. Nella Fondazione Concerti Niccolò Piccinni, che presiedevo all’ora come oggi, fu negli ultimi anni di vita direttore artistico, ricoprendo quella carica che era stata di Nino Rota, di Filippo Pugliese (mio padre) e poi assegnata ad interim fino all’approdo di Valfrido, che fu contemporaneamente direttore artistico e principale del Piccinni Ensemble, complesso da camera che aveva riportato la Fondazione un po’ alle origini, cioè alla produzione musicale. In quegli anni Valfrido ebbe due residenze, una a Casamassima (Bari) ed una a Palmi, la seconda per stare accanto a Beatrice Zoccali a cui ho chiesto, pochissimi minuti or sono, di scrivere un ricordo di Valfrido. Lui avrebbe amato essere ricordato da Beatrice, prima e piuttosto che da chiunque altro.
Beatrice Zoccali
Buon compleanno, Valfrido. Quanti ricordi mi passano nella mente. Era il 2012 quando ricevetti la tua telefonata con la quale mi proponevi di fare un duo pianistico insieme a Te. Ero incredula, perché pensavo di non essere all’altezza di suonare con un Grande Maestro quale eri Tu. Accettai e dopo qualche giorno mi arrivarono gli spartiti da studiare, che mi mandasti con un corriere. Avevi scelto un programma molto difficoltoso come inizio di questa nostra collaborazione. Quanta emozione il giorno del tuo arrivo a Palmi, per fare la prima prova dei pezzi. Era l’otto agosto del 2012, in una giornata torrida d’estate. Nel mio salone avevo sistemato il pianoforte verticale dinanzi a quello a coda. Naturalmente a Te feci suonare il coda ed io mi accontentai del verticale. Avevo il cuore in gola dall’emozione e dalla paura di poterti deludere. Ma appena iniziammo a suonare le prime battute della Sonata di Brahms avvenne qualcosa di magico. Le note scorrevano sotto le nostre dita in maniera così perfetta che era come se noi due suonassimo insieme già da tanto tempo. Appena giunti al primo stacco, tu annuisti e mi dicesti : “Si può fare. Andiamo avanti “. E così, da quel momento iniziò la nostra avventura insieme di Duo Pianistico. Dopo solo due mesi ci siamo esibiti in concerto nella Tua Bari, al Teatro Di Cagno Abbrescia, davanti ad uno stuolo di tuoi amici e fans, ai quali presentavi la tua nuova pianista che, inevitabilmente, avrebbero giudicato. Quella sera eri tesissimo, nervoso. Io, invece, tranquillissima, felice di suonare con Te. Ero sicura che sarebbe stato un successo. Come potevo avere dubbi, avendo il privilegio di suonare con l’Artista Immenso quale eri. Andò tutto bene. I tuoi amici furono entusiasti della riuscita del concerto. La prova era stata superata: io ero stata accettata. Da lì in poi abbiamo fatto tantissime cose belle, programmi importanti per due pianoforti e anche a quattro mani. Hai sempre apprezzato il mio modo di suonare, le mie idee musicali. Quanti concerti, quante soddisfazioni, quanti applausi. Eravamo felici. Ma quando potevamo gioire per tutto quello che stavamo costruendo insieme, una notizia ha sconvolto le nostre vite. Era il 2015. Ho saputo di avere il cancro. Mi sei stato vicino fin da subito, dandomi quella forza per affrontare il tutto, quella forza che non avrei mai avuto, se non fosse stato per Te. Mi hai incoraggiata, mi hai supportata, hai annullato due anni della Tua vita per portarmi in giro nei vari ospedali per affrontare l’intervento e poi le cure oncologiche. Grazie, Valfrido, per tutto quello che hai fatto per me. Senza di Te, sono sicura che non ce l’avrei fatta. Durante questo periodo di grande sofferenza, ci siamo conosciuti ancora di più, fino a legarci indissolubilmente. Superato il periodo della malattia, arriva la mia immissione in ruolo in conservatorio. Mi hai accompagnato a Trapani per firmare il contratto, e poi il trasferimento al Conservatorio di Vibo Valentia. Piano piano abbiamo ripreso a suonare insieme. Era sempre una gioia poter allietare gli amici con le nostre performance. Eravamo di nuovo felici.
Ma, purtroppo, le cose non sono andate come speravamo. A causa di interferenze esterne, non siamo riusciti a concretizzare il nostro sogno di una nostra vita insieme. E poi te ne Sei andato. Così, in punta di piedi, senza disturbare nessuno, in quel tristissimo 13 maggio. Ci hai lasciati tutti sgomenti. Non riuscivamo a credere come potesse essere successo. Ma quella era la realtà alla quale dovevamo abituarci. Hai lasciato un grande vuoto nei nostri cuori, nelle nostre vite. Oggi non ci restano che i RICORDI. Il ricordo di una persona fantastica, piena di umanità e ricca di valori. Una persona voluta bene da tutti, che lasciava il segno ovunque andasse. Anche chi ti ha conosciuto di sfuggita, ha mantenuto integro il ricordo del Tuo essere. Ti facevi notare, non passavi inosservato. Eri SPECIALE. Buon compleanno, Valfrido. Mi manchi da morire.
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