Vito Camardella

Il nostro amico Vito e la sua compagna di vita Marta Mizzi, oggi hanno bisogno del nostro pensiero e di una preghiera ….. coraggio!!

Maria Catalano Fiore

Vito Camardella e Marta Mizzi sono noti tra gli artisti, poeti e scrittori pugliesi, ma noti anche oltre confine. Oggi devono superare una prova difficile: Vito viene operato nuovamente, con uno scarso 2% di riuscita, Marta gli è accanto.

Già ieri Vito aveva anticipato ad un gruppo di persone l’esito della consultazione medica e l’intervento ormai l’imminente.

In nottata, ovviamente sveglio Vito ha inviato anche a me dei versi in dialetto ed italiano. Anche se lui afferma, con umiltà che non si ritiene un poeta, io ritengo che queste sue righe vadano diffuse, per un augurio di riuscita di questa operazione tanto complicata, su un cuore già rattoppato in un organismo debilitato e che, come il suo Aquilone, auspico che riprenda a volare.

Coraggio a te e Marta, da me e da tutti quelli che vi stimano e vi vogliono bene e vi attendono per fare ancora tante cose insieme.

U ‘AQUILONE

Gire e volde indo’ celest cile,

accarezzate dalle ragg du sole che u’ fasca luccicà di gioie,

Va fescenn apprisse all’acidde ma non le fasce scì in dall’ arie

e tine difficoltà a mandandenne.

U’ Aquilone tue, che ti da l’amore e che vole vitalità,

Di colp u’ vint si ferm e u girà e voldà

divent na brutta cadut sope a nu’ sicche terrene di nà sala operatorie.

Mamma mè, quand’ macchinare strane che n’gj donne ancora la vite.

Nu tic tac ritmiche che je come nu’

batter d’ale che vene do core, nu’ respire lint….

intant u’ aquilone stennute sope a nu’

lettin fridd che le fiocch appennute

aspett di ripighià a vuà sope a cud azzurr cile.

Non sava spezzà u fil….

Crist, na volt famm usà u imprative…..

turn, turn Aquilone mij !!

Vito Camardella 28 luglio 2022 dir. ris.

traduzione: L’AQUILONE

Volteggia nel celeste cielo, accarezzato dai raggi del sole e lo fa luccicare di gioia.

Corre tra gli uccelli che non spaventa e gli sorride accanto.

Ci vuole forza a farlo andare in aria ed hai difficoltà a mantenere il tuo Aquilone che amore infonde e che vitalità pretende….

Di colpo il vento cessa e il volteggiare diventa una brusca caduta verso l’arido terreno di una sala operatoria.

Mamma mia quante macchine strane che danno ancora la vita.

Un ritmico tic tac come un batter d’ali che viene dal cuore, un lento respiro..

Intanto l’Aquilone steso su un freddo lettino con i fiocchi appesi aspetta di riprendere a volare su quell’azzurro cielo.

Non si deve spezzare il filo.

Dio una volta fammi usare l’imperativo, torna, torna, aquilone mio!!

Vito Camardella 28 luglio 2022 dir. ris

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