700.000 Volumi dell’Ateneo a Pisa inconsultabili

L’ormai annoso problema della Biblioteca dell’Ateneo di Pisa sembra interminabile. Con il passaggio di proprietà dall’Ateneo al Ministero per i beni culturali è ulteriormente peggiorata.

Maria Catalano Fiore

Il grosso problema della chiusura da ben 9 anni della Biblioteca dell’Ateneo pisano si sta trasformando in una storia infinita.

Se ne stanno occupando, da tempo, diverse testate giornalistiche, La Nazione, La Verità, Pisa Today, ecc…che proprio in questi giorni hanno ripreso il discorso, ma vanamente.

La Biblioteca Universitaria dell’Ateneo di Pisa con i suoi oltre 700.000 volumi è chiusa da 9 anni nell’indifferenza generale a partire da ministro Dario Franceschini da cui dipende.

Il suo Palazzo ospitante, in copertina, era dal 1823 il rinascimentale Palazzo della Sapienza danneggiato dallo sciame sismico con epicentro in Emilia del 2012. dopo il sisma l’edificio è stato chiuso dal Rettore per motivi di sicurezza, soprattutto l’ala nord ovest del primo piano dove sono situate le sale di utenza, di consultazione e gli uffici, e il secondo piano adibito a magazzino librario, poiché dichiarati inagibili dai Vigili del Fuoco.

Una delle “Vecchie” sale di consultazione.

Dal 2002 in mano, dal punto di vista strutturale, all’Università, la sede ha dovuto quindi chiudere. Dopo un lungo braccio di ferro tra Università e Ministero, per la messa in sicurezza, parte dei volumi sono stati trasferiti in tre luoghi tra Pisa e Lucca.

Entro dicembre due km di scaffali partiranno preso un deposito di Piacenza accessibili solo via fotocopia o scanner. Questo metodo può andar bene per gli studenti, ma non per docenti o ricercatori che hanno bisogno di esaminare le pagine, la carta, l’inchiostro, la scrittura e mille piccoli particolari che pur sembrando insignificanti hanno il potere di riconoscere delle storie e testimonianze del passato.

Ateneo di Pisa, Palazzo della Sapienza, cortile interno di classica fattura 400esca.

Il Rettore Daniele Cianchi, lamenta la dimenticanza collettiva di Comune, Demanio, Università e soprattutto ministero.

Tutto ciò sta comportato notevoli ritardi e blocchi anche alle altre attività dell’Ateneo, per non parlare degli studenti costretti a migrare per vari siti prima di poter individuare un testo.

Ovviamente siamo in un’era tecnologica e con libri digitalizzati, ma non sempre possono sopperire testi e aule di consultazione dove ci si può tranquillamente rifugiare.…pensate un attimo agi studenti fuori sede o pendolari, hanno perso una grandissima opportunità di studio.

Dagli Asili alle Università le scuole italiane sono un vero disastro.

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