A Minneapolis sassi e proteste.
Il fermo di un contrabbandiere di sigarette afroamericano si conclude con un omicidio per soffocamento. Gli autori, tutti e quattro poliziotti di Minneapolis incastrati dalle riprese con i telefonini. I blandi provvedimenti delle Autorità, scatenano la reazione della popolazione.
Gianvito Pugliese
Seconda serata di proteste a Minneapolis con lancio di sassi e bottiglie vuote contro il commissariato di polizia dove militavano i quattro poliziotti autori del brutale fermo di un afro-americano finito con la morte di quest’ultimo per soffocamento. Ad incastrarli un video -ve ne mostriamo un fotogramma saliente- in cui si vede un poliziotto soffocare con il ginocchio il fermato steso a terra.
“Non riesco a respirare” gridava #GeorgeFloyd durante il violento fermo di polizia nel quale ha trovato la morte. I quattro sono stati licenziati e accusati di omicidio. Ma non è noto di quale grado e perchè siano a piede libero nonostante l’evidente pericolosità sociale. Il video, che abbiamo visionato mostra un secondo poliziotto intento a cercare d’impedire le riprese con telefonini ed allontanare soccorritori. La popolazione è convinta che si cercherà di mettere a tacere il delitto, non è il primo caso, e farlo passare per un banale incidente. Qualcuno ha già parlato, ma non sappiamo se a ragione, di morte catalogata come “coronavirus”.
Manifestanti si sono recati anche presso l’abitazione dell’ormai ex-poliziotto ripreso inginocchiato nella foto intento a soffocare il fermato.