A Pompei riapre la casa di Cerere

Riapre a Pompei la Casa di Cerere, ed al termine di un lungo restauro è visitabile, dotata persino di un impianto ad energia solare per le ore buie.

Maria Catalano Fiore

Finalmente visitabile, dopo un lungo e moderno restauro, quasi nel Centro della città / sito archeologico di Pompei, la Casa della Dea Cerere

Una bellissima Domus ricca di decori in quasi tutte le camere, di pavimenti decorati da mosaici e da oggetti rinvenuti in loco, ora sistemati in teche negli stessi ambienti. L’intera architettura della casa e la disposizione dei suoi spazi originari sono stati ripristinati, a parte le strutture di copertura dell’Atrio.

Anche il grande giardino è tornato a rifiorire con piante di farro, orzo e grano ispirate alla Dea Cerere, Dea delle messi, della terra e della fertilità, da cui prende nome.

Agli inizi degli anni 50, quando questa vera Domus romana fu scoperta, gli archeologi ritrovarono anche un busto della Dea in una delle camere da letto, probabilmente la padronale. Per Pompei non era un reperto comune: risaliva al IV sec a.C., più di 400 anni prima dall’eruzione che fermò la vita della città. Gli abitanti della casa dovevano essere dei collezionisti, non è escluso un piccolo tempio domestico. Comunque il Culto della Dea Cerere era molto diffuso nella zona.

Tutta la Campania era una terra fertile di messi di grano e coltivazioni varie, oltre che di vigneti e allevamenti di animali. La Dea Cerere sorvegliava anche sulla loro riproduzione. Anche in altre domus ci sono tracce del suo culto.

Secondo alcuni studiosi forse provenivano da un luogo di culto danneggiato dal terremoto del 62 a.C., forse Il luogo rinvenuto negli anni 80 fuori da Porta Nocera.

Ma la Casa di Cerere, non è l’unica novità per i visitatori che, sulla stessa strada, potranno ammirare lo scheletro di un Cavallo rinvenuto alla fine degli anni trenta dal celebre archeologo Amedeo Maiuri (1886-1963). Dopo anni di abbandono il quadrupede è finalmente stato restituito alla primitiva postura.

Si tratta di un cavallo alto 1 metro e 34 cm al garrese, utilizzato nell’antica Pompei come bestia da traino per le merci.

A Pompei prosegue il lavoro di valorizzazione del “Museo Diffuso” come ha illustrato, alla stampa e a studiosi, nella mattinata del 14 giugno il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, insieme ai tecnici di cantiere, nella sala all’interno del Parco (Ingresso da Pazza Anfiteatro).

Questo nuovo, allettante, restauro può essere l’occasione per tornare a Pompei a visitare il parco archeologico dopo le due stagioni pandemiche che hanno pesato su tutto, ma soprattutto sul turismo.

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