A proposito di Ahmed l’uomo trovato morto sul litorale di Barletta
L’uomo potrebbe essere deceduto a causa del freddo
Cinzia Montedoro
Da una prima ricostruzione dei militari dell’Arma l’uomo, senza fissa dimora, viveva nell’ex complesso industriale, in passato dedicato allo smistamento del sale, attività dismessa. A dare l’allarme sono stati uomini con cui pare la vittima condividesse il casolare abbandonato. Gli operatori del 118 intervenuti sul posto e non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Dell’uomo si è appreso solo il nome Ahmed.
La morte a causa «del freddo» del clochard «è una sconfitta per tutti noi». Lo afferma il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, che assicura che l’Amministrazione comunale si metterà in contatto con i familiari dell’uomo e si occuperà della sua sepoltura.
«Esistono, però, nella nostra città – aggiunge il primo cittadino – luoghi che l’Amministrazione comunale sostiene e finanzia, come la Caritas, che offrono un rifugio a chi ne ha bisogno, ma la povertà e le situazioni di disagio sono aumentate e probabilmente non tutti riescono ad essere accolti e la pandemia non aiuta. Sono tanti gli angoli, i ruderi, le strade che offrono un riparo di fortuna a queste persone disperate, né glielo si può impedire senza offrire loro alternative dignitose, che il comune non ha. Quel casolare, di proprietà del demanio marittimo, non è di certo un rifugio sicuro, ma spesso è l’unico che queste persone trovano».
Il commento di Gaetano Riglietti, segretario generale Flai Cgil Bat.
“Invisibili per tutta la vita, visibilissimi quando ormai è troppo tardi. E poi presto, purtroppo, dimenticati di nuovo. È accaduto ancora, questa volta a Barletta. La storia è quella di Ahmed, 47enne di origine marocchina, bracciante in Campania e qualche lavoretto saltuario una volta giunto in Puglia. Un racconto che potrebbe essere drammaticamente uguale a tanti altri, perché sono tanti i braccianti immigrati sparsi nel nostro territorio che si spostano tra le regioni italiane inseguendo le campagne di raccolta, vanno dove c’è da lavorare. Ma poi chissà che cosa trovano. Ahmed qui aveva trovato un dormitorio di fortuna, un freddo rifugio e la solitudine. Sembra, da ciò che apprendiamo dalla stampa, che sarebbe morto per cause naturali ma il gelo dei giorni scorsi sicuramente non ha aiutato. Di fronte a simili tragedie la riflessione è sempre la stessa: serve che le istituzioni facciano di più e meglio per creare le condizioni affinché gli ‘invisibili” vengano fuori da quel cono d’ombra nel quale purtroppo vivono, anzi sopravvivono, spesso nell’indifferenza”.
“Dalle campagne di Salluzzo a quelle del Foggiano, in Calabria per gli agrumi e poi ancora in Puglia nel Leccese per le angurie passando anche per la Bat. Un continuo peregrinare senza purtroppo che vi sia un sistema di accoglienza collaudato che garantisca un minimo di decoro a queste esistenze. Gli strumenti per evitare simili tragedie ci sono, serve che vengano attuati insieme a modelli di inclusione che tra l’altro sono normati. Non dobbiamo inventarci nulla, le leggi esistono già. Penso alla 199, per esempio, che come Flai e Cgil abbiamo fortemente voluto che agisce su molti fronti, compreso trasporto e collocamento e che mette le istituzioni anche nelle condizioni di organizzare l’accoglienza di questi lavoratori. Purtroppo però, spesso, tutto ciò viene ignorato. In Puglia è presente in tutte le province la Rete del lavoro agricolo di qualità, anche questo è uno strumento che serve contro il sommerso e lo sfruttamento ma necessità di essere rilanciato perché essere riusciti a mettere attorno ad un tavolo associazioni di categoria, sindacati, Inps, Inail e Prefettura è una grande conquista, serve però subito una svolta operativa”, ha concluso Antonio Gagliardi, segretario generale Flai Cgil Puglia.
Per scelta, non da tutti condivisa, saremo sempre accanto agli invisibili a coloro che non hanno voce per dargliene. Sommessamente, garbatamente, non urlando. Urla chi non ha argomenti per sopraffare. Noi de Lavocenews.it non vogliamo sopraffare ed imporre, solo denunciare e raccontare storie che devono essere conosciute. Diversamente, saremmo inutili.
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