Afghanistan, a Jalalabad scontri per la bandiera
Almeno due morti e dodici feriti
La redazione
Al Jazeera riferisce che a Jalalabad sono scesi in piazza centinaia, forse migliaia di persone per protestare contro la progressiva scomparsa dagli uffici pubblici in tutto il Paese della bandiera nazionale sostituita con le bandiere dei talebani.
Gesto che ha ferito, evidentemente, l’orgoglio nazionale di molti afghani e li ha indotti a scendere in piazza e protestare a dispetto del pericolo e della tensione in un Paese alla disperata ricerca di una difficile normalizzazione.
A Bamiyan la statua di Abdul Ali Mazari, un eroe sciita anti talebano, è stata abbattuta dai vincitori. Lo hanno reso noto gli abitanti della città. Si tratta di un ex leader politico Hazara, la minoranza sciita in Afghanistan. Un gesto da truppe di occupazione che mal si concilia con le dichiarazioni di tolleranza ed apertura agli ex avversari.
Mentre continua la calca incontenibile, con la sua scia di feriti, all’aeroporto di Kabul che stazionano lì nella speranza di poter lasciare il Paese e sfuggire ai talebani, alle cui promesse non credono, sembra siano state avviate trattative tra i talebani e Hamid Karzai, primo presidente eletto dell’Afghanistan in carica dal 7 dicembre 2004 al 29 settembre 2014. Obiettivo dell’incontro il tentativo di formare un “governo inclusivo”.
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