Afghanistan: governo di terroristi e ricercati
Nessuna donna, Dopo i proclami di cambiamento i fatti ci dicono che i talebani sono peggio di vent’anni fa
La redazione
Alle volte nella vita di ciascuno è capitato di voler credere a qualcosa a dispetto della prevedibilità e del buon senso. Non si tratta di essere creduloni, non significa credere all’asino che vola o a Babbo Natale, si tratta di trasformare le proprie aspirazioni in fatti a venire.
Ed i fatti sistematicamente smentiscono le rosee previsioni e si appalesano nudi e crudi in tutta la loro durezza ed asprezza.
Ed è l’ennesima lezione che viene dall’Afghanistan al mondo occidentale, ai suoi politici, ai suoi media.
Avevano promesso due cose al mondo e più propriamente all’occidente: lotta al terrorismo e donne al governo. Ed il governo appena annunciato smentisce sia l’una che l’altra promessa.
Delle donne neanche l’ombra, in compenso diversi ministri sono terroristi.
Il Ministero dell’Interno è stato affidato a Sirajuddin Haqqani, leader dell’omonima rete di milizie ritenuta vicina ad Al Qaida, e ricercato dall’Fbi per terrorismo, con una taglia di 5 milioni di dollari.
Primo Ministro è Mohammad Hassan Akhund che figura nella lista dell’Onu di persone designate come “terroristi o associati a terroristi”.
Gli Stati Uniti ingoiano la pillola amara e affermano che giudicheranno il nuovo governo afghano dai fatti a venire, Gli Usa hanno concordato con i talebani che lasceranno partire liberamente gli afghani in possesso di foglio di viaggio che vogliono lasciare il Paese.
Francamente pensiamo che il Governo Usa si stia attaccando ad una promessa che sarà certamente disattesa, come le altre, per non riconoscere la disfatta in Afghanistan, ovvero un nuovo Vietnam. Una disfatta del Paese, non dell’uno o l’altro partito, dell’uno o l’altro presidente. Ricordiamo che Trump concluse e sottoscrisse gli accordi, Biden li ha mantenuti e messi in pratica.
Con queste premesse e terroristi come ministri in grave pericolo non è solo il povero popolo afghano ma l’occidente, America in primis.
A chi nega si tratti della peggiore disfatta possibile per l’occidente vorremmo chiedere come altro la si possa definire.
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