Alla ricerca dell’Appia perduta e Gravina viene esclusa dal tracciato

La via Appia è candidata al patrimonio Unesco ma ci sono dubbi sull’autenticità del percorso. In una nota ministeriale scritta con errori di battitura (spero), Gravina va fuori dal progetto della via Appia, Il Comune di Gravina risponde al Ministero.

Rocco Michele Renna

Tutti alla ricerca dell’Appia perduta, sembra l’ultimo titolo di un film di Indiana Jones, invece in questa fantomatica ricerca, Gravina in Puglia viene esclusa dal Mic, il Dicastero della Cultura retto dal Ministro Gennaro Sangiuliano La via Appia, dunque, non passa più da o per Gravina?

Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha candidato la via Appia (percorso e paesaggi attraversati), nonostante l’incertezza del tracciato da Venosa a Gravina di Puglia, a patrimonio dell’umanità da iscrivere all’Unesco (investimenti per 20milioni di euro). Ad essere escluse sono inizialmente le città di Spinazzola e Poggiorsini e adesso pure Gravina in Puglia, contrariamente alla storia dei luoghi.

Tracciati delle vie romane

Una decisione, spiegano dal Mic, assunta dopo una serie di studi e sopralluoghi fatti lungo l’antico percorso da Roma a Brindisi per ricostruire il vero tracciato della via Appia considerandone “la rappresentatività del tratto di strada, lo stato di conservazione della strada e dei monumenti antichi affacciati su di essa”.,

Nota del Ministero scritta con un errore di battitura, Basilica invece di Basilicata

La cosa appare alquanto strana. A condurre le ultime ricerche sulla via Appia nel territorio gravinese sono state le società “Fri- El” ed “Edison”, titolari di un progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico nei pressi della diga del Basentello (lago di serra di corvo). Le stesse, dopo le richieste della Soprintendenza, hanno ammesso la presenza di un conflitto del progetto con la tutela della via Appia.

In definitiva secondo i funzionari del Ministero, dopo i sopralluoghi effettuati a Gravina non sono emerse evidenze scientifiche che l’antica strada romana abbia attraversato l’antica Silvum. Allora, gli archeologici che hanno fatto studi recenti e affermano l’esatto contrario si sono sbagliati?

 Una serie di studi effettuati dall’archeologo di fama mondiale  “Alastair Small”, secondo cui la via Appia attraversa gli antichi villaggi romani di Vagnari, San Felice e Santo Stefano, confermano che la Regina Viarum passa da Gravina.

Ipotesi di Small è confermata anche dallo scrittore “Paolo Rumiz”, autore del romanzo “Appia”, un libro molto importante sulla Via Appia con cui sarebbe definitivamente archiviata l’ipotesi secondo cui il tracciato della via Appia corrisponda con il tratturo regio Melfi- Castellaneta il quale, a Gravina corrisponderebbe alla circonvallazione Falcone Borsellino e continua sulla Tarantina (SP27) passante, appunto , anche in territorio Altamurano.

Le vie romane in Italia

Anche il professor Franco Laiso, storico gravinese, nel territorio di Vagnari, ha riportato alla luce una strada acciottolata con ancora evidenti i resti di antichi piloni  ai margini  della stessa, piloni che servivano per l’abbeveramento di uomini e animali.

Interviene anche il giornalista  Cosimo Forina, di Spinazzola: “Il prosieguo della via Appia dopo Palazzo San Gervasio “definito” dal Ministero seguirebbe l’argine destro del Basentello, attraversando il territorio di Banzi, Genzano di Lucania e lambendo il castello di Monteserico arriverebbe a Gravina di Puglia.”

A Roma convalidano in breve l’ipotesi di un “itinerario sud o meridionale” della via Appia, non conclamato dal ritrovamento della strada lastricata, ipotesi non sostenuta negli ultimi anni da alcuni archeologi tra cui Lughi, Vinson e Marchi oltre a Small e il giornalista-scrittore Rumiz che ha scelto di farsi a piedi questo presunto tragitto.

Purtroppo, l’esatta ubicazione della via Appia tra Venusia e Silvium (Gravina) è un vero rompicapo. Infatti di tutt’altro avviso sono sempre stati topografi, geografi, storici e altri archeologi che rilevarono dagli Itineraria viarum romanorum, Tavola Peutingeriana e Itinerario Antonino il percorso a nord del Basentello…

“Nonostante l’eloquenza sembra che qualcuno si sia preso il gusto di sovvertire la storia e le certezze radicate sull’origine dei luoghi. Sorprende lo stesso Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia rimasto totalmente silente all’atto di imperio del Ministero che impoverisce non di poco l’area protetta” ha osservato Forina

Il Comune di Gravina non ci sta a subire questo presunto “scippo” alla sua storia millenaria e il Sindaco Fedele Lagreca con l’amministrazione comunale promette battaglia… con studi, teorie e documenti storici che l’amministrazione comunale adesso dovrà sottoporre all’attenzione del Ministero per convincere i funzionari a fare un passo indietro. Chiede che Gravina venga ricompresa nel progetto nazionale della via Appia.

Il sindaco di Gravina in persona ci da notizia di questo intervento, nel tentativo di spegnere le inevitabili polemiche, strumentalizzate dagli haters (ndr. odiatori professionali) politici, scoppiate dopo la diffusione della missiva ministeriale, scritta con evidenti errori di battitura, secondo cui: “Il territorio del comune di Gravina in Puglia non è stato ricompreso nei tratti selezionati in quanto il tracciato della via Appia Claudia nel passaggio dalla regione Basilica (Basilicata) alla regione Puglia è ancora ipotetico. Le prime evidenze archeologiche dell’antica strada si rinvengono nel territorio del comune di Altamura”.

Il Ministero, In coda alla missiva ministeriale, sembrerebbe dare una pacca sulla spalla: “Si ritiene in ogni caso opportuno sottolineare che, una volta ottenuta, come auspicabile, l’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale, i benefici potranno generare impatti positivi non solo sulle componenti effettivamente selezionate come parte del sito candidato e della sua zona tampone ma, in un’ottica di “integrazione territoriale”, le ricadute porteranno elementi di crescita anche agli altri comuni coinvolti dal tracciato dell’Appia Claudia e Traiana”. Come dire: “accontentatevi pure delle briciole, tanto non saranno poche…”.

Lagreca invece non ci sta e ha dato mandato al personale a sua disposizione di “predisporre un dossier, storicamente completo ed argomentato, per smontare la congettura ministeriale e ci dice: “Vorrei tranquillizzare i velenosi, che questa Amministrazione userà tutti i mezzi necessari per difendere la storia della nostra città con tutte le forze e le energie disponibili, con il concorso di tutti coloro che vorranno collaborare al ripristino della verità”.

A questo punto non ci resta che chiamare Henry Walton Jones, Jr., meglio noto come Indiana Jones (ribattezzato per l’occasione Indiana Gravinas), un archeologo immaginario e protagonista dell’omonimo film, creato da George Lucas. Resta il dubbio sul titolo della ricerca: “Alla ricerca dell’Appia perduta?” o meglio: “I predatori dell’Appia Perduta?”. Concludiamo con un motto di Giulio Andreotti: “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina“.

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