Ammutinamento nell’armata russa
I soldati russi si rifiutano di andare a combattere. Le intercettazioni: «Noi pronti a uccidere il generale Solodchuk»
Lidia Petrescu
Ci sono soldati russi pronti a uccidere anche i loro generali che li stanno costringendo ad andare al fronte per passare all’offensiva. Accade in questi giorni nella regione di Donetsk, dove dei soldati sono stati sul punto di sparare al generale Valery Solodchuk e alle sue guardie del corpo, che erano arrivate per sedare l’ammutinamento e costringere a combattere chi si rifiutava.
Dalle intercettazioni delle telefonate di uno di loro con la propria compagna, sembra che questi faccia parte di un’unità di artiglieria, alla luce delle diverse armi che vengono menzionate. Racconta un episodio sui compagni: il resto del battaglione si rifiutava di combattere. A questo punto il generale ha cercato di costringerli, ma il suo tentativo non fa altro che far arrabbiare l’intera brigata. Tant’è che tra la batteria ed il generale, con le sue guardie del corpo, arrivano a puntarsi le armi gli uni contro gli altri. Poi Solodchuk si ritira, dopo che un altro soldato aveva reagito alla pistola del generale puntata su di lui minacciandolo di far saltare tutti in aria con una granata. La risposta del generale è davvero agghiacciante, in merito al tempo ancora da trascorrere sul fronte: “hai venti giorni per morire qui “.
Le intercettazioni
(R) = Soldato russo (W) = Donna
(R): Ieri sera è arrivato il comandante.
(W): Il comandante della compagnia è arrivato?
(R): Gli è stata fatta una domanda da qualcuno il cui contratto è in scadenza. E lui mi ha chiesto: «Quanto manca alla scadenza del tuo contratto?». Ho detto: «20 giorni». Lui: «Beh, hai venti giorni per morire qui».
(W): È fuori di testa?
(R): Sì. E poi tutti hanno cominciato a rifiutarsi di andare al fronte. Questa è una stron**** adesso. Del nostro battaglione, di 600 persone, ne sono rimaste solo 215. Tutti gli altri sono stati uccisi o feriti.
(W): Che figlio di p… È pazzo?
(R): Sì, nella nostra batteria quasi tutti hanno rifiutato. Ha iniziato ad agitare la sua pistola, sparando, ha detto: «Ti ammazzo se non ci vai!». E poi questo ragazzo dice: «Dai, uccidimi». Poi ha tirato fuori la granata e ha detto: «Dai, sparami, dai! Così esplodiamo insieme qui». Anche le sue guardie del corpo puntavano le pistole contro di noi, e anche noi abbiamo puntato le pistole contro di loro. In breve, ci siamo quasi sparati. Poi è salito in macchina e se ne è andato.
(W): Basta! Vai a casa ora!
(R): Lo penso anch’io. Dopo le sue parole non voglio assolutamente restare qui! Mi ha detto «hai venti giorni…»
(W): Qual è il suo cognome?
(R): Solodchuk. Col. Generale.
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