Amnistia generale annunciata dai talebani

Nei confronti di tutti i funzionari governativi

La redazione

L’amnistia generale annunciata dai talebani dopo la presa di Kabul è rivolta particolarmente a tutti i funzionari governativi. Un tentativo di far rientrare il Paese alla normalità. Sul piatto della normalizzazione una decisione inaspettata: nel governo ci saranno donne.

Ma, a ragione o torto, molti non credono alle loro parole e, terrorizzati, stanno facendo di tutto per lasciare il Paese.

Intanto, dopo i disordini di ieri con una decina di morti, si riapre l’aeroporto di Kabul ed arrivano voli organizzati dai Paesi che vogliono evacuare i loro connazionali, magari con militari a bordo per proteggere l’evacuazione, che i talebani certamente non gradiscono.

Il primo Paese aperto alla collaborazione col nuovo governo è la Cina che immagina nel nuovo Afghanistan un partner commerciale e politico.

Negli Stati Uniti la maggioranza dei media attaccano Biden e paragonano Kabul a Saigon. L’Afghanistan è diventato nell’immaginario collettivo il nuovo Vietnam del terzo millennio.

Joe Biden difende la sua decisione. Ricorda che l’accordo coi talebani per il ritiro delle truppe americane fu concluso e sottoscritto da Donald Trump, ma sottolinea che l’Afghanistan non rientra negli interessi Usa, e dunque non sussistevano ragioni per continuare a presidiarlo mettendo in pericolo le vite dei militari in missione.

La Gran Bretagna ha dato asilo a circa tremila rifugiati afghani arrivati con voli da Kabul.

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